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Winter Boy – Le Lycéen, la recensione

Presentato in anteprima al Toronto International Film Festival, Winter Boy – Le Lycéen è un film drammatico del 2022 scritto e diretto dal regista e sceneggiatore francese Christophe Honoré. Un toccante racconto di formazione d’ispirazione autobiografica in cui i temi eterni di amore, morte e omosessualità si intrecciano alla perfezione. Al centro della vicenda un adolescente che frequenta l’ultimo anno di liceo e che deve affrontare un lutto familiare. Per la realizzazione della pellicola Honoré attinge alla sua esperienza personale, così come dichiara in un’intervista: “Mi ero dato come obiettivo di esprimere delle emozioni legate a un periodo particolare della mia adolescenza, quando mio padre scomparve. È un film che ho spesso rimandato, ma stavolta, non so in effetti perché, mi sentivo abbastanza munito per cercare di rituffarmi in questa storia”.

Winter Boy – Il cast

Nei panni del protagonista troviamo l’attore francese Paul Kircher, giovane e promettente talento selezionato dal regista tra più di trecento adolescenti e premiato per questo ruolo come miglior attore protagonista al Festival Internazionale del cinema di San Sebastiàn. Nel cast figurano la grande attrice francese Juliette Binoche, sempre incantevole e impeccabile, e il fascinoso Vincent Lacoste, ormai alla sua terza collaborazione con il regista dopo Plaire, aimer et courir vite e L’hotel degli amori smarriti.

Winter Boy è disponibile in streaming su MUBI.

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La trama

Il diciassettenne Lucas (Paul Kircher) vive insieme ai suoi genitori in un piccolo paese tra le montagne della Savoia. La sua adolescenza trascorre serena tra gli impegni scolastici e le prime esperienze sentimentali. Poi improvvisamente tutto cambia. Il padre muore in un incidente stradale e Lucas, insieme alla sua famiglia, dovrà fare i conti con il dolore e provare ad andare avanti nonostante tutto.

Winter Boy

Winter Boy – Una morte annunciata

“Mi chiamo Lucas e la mia vita è diventata una bestia selvaggia a cui non posso più avvicinarmi senza che mi morda. Tutto nella mia testa sembra una minaccia“. Con una voce fuori campo Lucas ci accoglie nel suo mondo, ormai stravolto dalla notizia della perdita del padre. Sono passati pochi giorni da allora, troppo poco tempo perché il lutto possa essere elaborato. Lucas ci accompagna nella sua storia e ci mostra il suo dolore, il disorientamento, la difficoltà di crescere in un momento così critico, in cui si vorrebbe solo sparire, morire. Lucas amava suo padre, lo amava anche se il loro rapporto era spesso conflittuale, anche se si sentiva giudicato (forse erroneamente) per la sua omosessualità. Poco prima di quel tragico incidente, c’erano stati dei segnali infausti, come dei messaggi di morte, ma soltanto ora Lucas ne prende coscienza, ora che suo padre non c’è più.

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Un emozionante racconto di formazione

Con il consenso della madre (Juliette Binoche) decide di soggiornare per qualche tempo a Parigi dal fratello maggiore Quentin (Vincent Lacoste), che ormai da tempo si è trasferito nella capitale francese per diventare un artista famoso. Ed è qui che inizia il viaggio di Lucas alla scoperta della propria identità, tra incontri occasionali con giovani rimorchiati per strada e momenti di profonda meditazione sulla morte. Poi arriva Lilio (Erwan Kepoa Falè), un giovane di colore caro amico di suo fratello, con il quale Lucas instaura una forte intesa e che si rivelerà di grande aiuto in questo suo tentativo di rinascita. Anima fragile, sensibile, delicata, Lucas deve imparare forse troppo presto quanto dura sia la vita e quanto difficile sia ritrovare sé stessi dopo aver smarrito la strada.

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Winter Boy – Attraversare il dolore per superarlo

Come può un adolescente dare un senso all’ineluttabilità della morte? Come può un figlio sopravvivere alla perdita di un genitore? Honoré prova a fornirci una risposta con un commovente racconto di formazione, il cui protagonista dovrà prima attraversare il dolore, scendere negli abissi e cercare infine di risalire in superficie con le proprie forze e con l’affetto dei suoi cari. Lucas tenterà la strada della guarigione, ma il percorso da affrontare è pieno di ostacoli e prove da superare. Siamo pronti a partire insieme a lui che ci guiderà per tutta la pellicola con una voce fuori campo rendendoci sempre partecipi ed emotivamente coinvolti. All’interno del tessuto narrativo di Winter Boy si inseriscono inoltre qua e là sequenze di ricordi spesso senza un preciso ordine cronologico ma utili alla comprensione del film. È la memoria dell’anima che rimescola e riordina per dare un senso alle cose e significato alla vita.

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Winter Boy

Sceneggiatura, fotografia e interpretazione

Winter boy si presenta innanzitutto come una storia d’amore e di crescita capace di suscitare forti emozioni nel pubblico grazie alla brillante sceneggiatura firmata dallo stesso regista. I dialoghi sono efficaci, penetranti, intrisi di una vena poetica e contribuiscono a farci conoscere in profondità il mondo interiore del protagonista. Funzionale alla trama risulta anche la fotografia di Rèmy Chevrin capace di creare, attraverso l’uso sapiente della luce, un’atmosfera malinconica e affascinante, che diventa il riflesso dello stato emotivo dei personaggi. Ma il punto di forza del film risiede sicuramente nella magistrale interpretazione di Paul Kircher, vera rivelazione di Winter Boy, che dona al suo personaggio una disarmante autenticità.

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Winter Boy – In conclusione

La pellicola si configura come un intenso racconto di formazione capace di affrontare tematiche esistenziali, quali la morte e l’omosessualità, senza tuttavia mai perdere di vista la leggerezza e la spensieratezza proprie dell’età adolescenziale. Winter Boy è un film d’ispirazione autobiografica che riesce nel suo intento di coinvolgere emotivamente lo spettatore grazie a una sceneggiatura ben concepita, a una fotografia efficace e alla bravura degli attori. Bisogna inoltre ricordare la meravigliosa colonna sonora che si avvale in particolare di due brani significativi, quali Conchiglie di Andrea Laszlo De Simone e Electricity del celebre gruppo britannico Orchestral Manoeuvres In The Dark. Un’opera toccante, delicata, tragica a cui Honorè affida la sua storia mettendola a confronto con quella di un giovane di oggi per insegnarci che non bisogna aver paura di attraversare il dolore.

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Honorè attinge alla sua esperienza personale per realizzare una commovente storia di crescita in cui i temi di amore, morte e omosessualità si intrecciano in un perfetto ritratto adolescenziale
Alessia Pennino
Alessia Pennino
Il cinema ha sempre rappresentato per me il rifugio perfetto dalle vicissitudini quotidiane, un porto sicuro dalla realtà, ma anche la dimensione ideale in cui sogni e desideri prendono forma. Ho sempre coltivato un interesse profondo per quest'espressione artistica, immaginandomi un giorno di scrivere recensioni per poter esprimere il mio punto di vista.

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