Willy Wonka, personaggio iconico e protagonista di recente di un film attesissimo e da poco disponibile in sala, ha visto svelare un dettaglio non da poco. Parliamo dell’origine narrativa del famoso biglietto d’oro che permette a chi lo trova di vivere un’avventura senza precedenti nella celebre fabbrica di cioccolato.
Un prequel, si sa, ha il compito di infoltire il fan service e generare un indotto emotivo di un certo spessore. Bene, Willy Wonka ci riesce ma con piccoli e pochi espedienti. Oltre ovviamente a proporre una serie fitta di novità.
Spesso, sia a livello di trama, che in un’ottica marcatamente commerciale, i prequel valutano l’idea di approfondire e giustificare alcuni dettagli scenici (diciamo anche molto singolari).
Willy Wonka, nell’omonimo film, ha appunto fatto un riferimento a questi biglietti d’oro tanto agognati che sono collegati alla madre del giovane cioccolataio. Esperta di dolci anche lei, mamma Wonka muore molto presto e lascia al figlio un’imponente eredità e tanti piccoli sogni.
L’ultimissimo regalo è appunto una tavoletta di cioccolato avvolta in un biglietto d’oro che riporta un prezioso consiglio per lui. Willy Wonka, dopo aver sconfitto definitivamente la lega dei malvagi cioccolatai, scarterà questa tavoletta e la mangerà, rivelando un messaggio scritto nel biglietto d’oro.
Il messaggio sopra citato è appunto il consiglio per fare il cioccolato perfetto: <<Non è il cioccolato che conta ma le persone con cui lo condividi>>.
Una citazione semplice ma emblematica. Motivo per cui il biglietto assume così tanto significato per Willy. Nel film del 2005, la morale finale è che il cioccolataio vuole trovare un degno erede e selezionare chi avesse bene a mente il verso significato del produrre cioccolata.
Volendo cercare una persona a cui affidare la sua fabbrica, ha messo su una sorta di sceneggiata per rivivere quei momenti che lo legavamo alla dipartita madre. Un piccolo gesto che però poteva scatenare una miriade di conseguenze. Tra cui ridare linfa a una persona che non c’era più e che gli aveva fatto capire quanto la convivenza e l’amicizia fossero di fatto più importanti del denaro.