Nel 2020 il regista tedesco Christian Petzold dirige un’emozionante e delicata storia d’amore ispirata al mito germanico de Il Sonno dell’Ondina, una bellissima ninfa acquatica destinata a soffrire per amore e a punire l’uomo che l’ha tradita con una terribile maledizione. Presentato in concorso al 70° Festival di Berlino, Undine – Un amore per sempre rappresenta il primo capitolo di una trilogia basata sugli elementi naturali (in questo caso l’acqua) e sui complessi rapporti interpersonali; il secondo capitolo, Il cielo brucia (2023), è invece dedicato al fuoco. La pellicola è disponibile in streaming su Amazon Prime.
Per il ruolo della protagonista Petzold sceglie la bellissima Paula Beer, che per quest’interpretazione vince l’Orso d’argento per la miglior attrice. Ad affiancarla nei panni del protagonista troviamo un timido ma sempre convincente Franz Rogowski, che di recente abbiamo apprezzato in due pellicole di successo, Lubo e Passages. Due interpreti talentuosi e già protagonisti di un film diretto e scritto da Petzold, La donna dello scrittore (2018).
Undine – Un amore per sempre, la trama
Undine lavora come conferenziera presso il Märkisches Museum di Berlino e ha il compito di guidare i visitatori attraverso un percorso storico sull’evoluzione architettonica e urbanistica della città. Il suo fidanzato Johannes, nonostante la promessa di amore eterno, le ha appena confessato di avere un’altra donna con la quale ha intenzione di iniziare una nuova relazione. Ma Undine non lo permetterà: se lui la lascerà, lei dovrà ucciderlo. Mentre lo aspetta inutilmente al bar dove si erano dati appuntamento, Undine incontra Christoph, un sommozzatore che la invita a prendere un caffè. La donna non ha neanche il tempo di rispondere che improvvisamente l’acquario posto a pochi passi da loro esplode, andando in mille pezzi. Stesi a terra l’uno contro l’altro si guardano intensamente, poi un sorriso. Ed è subito amore. Questa volta il destino sarà più clemente con lei? Manterrà la promessa di uccidere il suo ex?
Il mito di Ondina, storia di un amore tradito
Nella mitologia europea è frequente imbattersi in storie d’amore dal finale tragico in cui la figura femminile si vendica del tradimento subito dal proprio uomo. Tra queste spicca la figura di Ondina, una creatura marina del folklore teutonico che è destinata ad uccidere l’uomo che non è stato capace di amarla, per ritornare infine nell’acqua, il mondo dal quale proviene. Un racconto affascinante che ha ispirato un’opera di Friedrich de La Motte Fouquè e che Petzold rielabora, riportandolo alla contemporaneità attraverso le sorprendenti vicende di un’eroina moderna. Questa volta però Undine tenta di sfidare la maledizione che l’accompagna, ribellandosi al destino di morte che è stato stabilito per lei e indirizzando la sua furia verso la vita. Non sarà di certo un’impresa facile, ma l’incontro con Christoph, un uomo gentile, innocente, genuino, così diverso da tutti gli altri, potrebbe darle l’occasione di cambiare il corso degli eventi futuri.
Undine – Un amore per sempre, la città di Berlino emblema delle vicissitudini dei protagonisti
Petzold aggiorna il mito offrendone una versione nuova, attuale e più consolatoria, e collegandolo alla storia secolare di Berlino, il cui nome originario significherebbe “città presso la palude”. Lo sviluppo della città, con le sue stratificazioni urbanistiche ben evidenti nei plastici che la protagonista illustra ai visitatori, ricalca per certi versi le vicende sentimentali dei protagonisti intenti a cercarsi e a respingersi, a perdersi e ritrovarsi. L’amore appare dunque come un flusso continuo che avanza inarrestabile, attraverso forme sempre diverse, e forza indistruttibile che sa sfidare il tempo. Come il tessuto urbano si trasforma continuamente componendosi di elementi architettonici appartenenti a epoche differenti, così le storie d’amore si alternano e si sovrappongono, finiscono e ricominciano, si spezzano e si ricompongono all’infinito.
Il ritmo fiabesco della narrazione
La narrazione si caratterizza per la presenza di numerose corrispondenze interne che contribuiscono a creare un’atmosfera fiabesca e atemporale: il legame con l’acqua si instaura attraverso diversi elementi (l’acquario, il lago, il racconto sulle origini della città di Berlino); il confronto fra la città in miniatura riprodotta dai plastici e quella reale avviene in maniera costante; le situazioni tendono a ripetersi come la rottura di oggetti (prima l’acquario, poi la statuetta del sommozzatore che Christoph regala ad Undine) o la comparsa del pesce gatto. Il risultato è una struttura simmetrica e circolare nella quale anche la colonna sonora riveste un ruolo fondamentale: le musiche, l’Adagio BWV 974 di J.S.Bach e Stayin’ Alive dei Bee Gees, ricorrono regolarmente nel corso della pellicola e nei momenti più significativi scandendo il tempo dell’azione.
Undine – Un amore per sempre, in conclusione
Petzold recupera il mito di Ondina, creatura marina tradita dall’uomo di cui si fidava e costretta a vendicarsi, per rinnovarlo e superarlo attraverso il racconto di un’intensa storia d’amore. La narrazione procede secondo un ritmo fiabesco inserendosi in una dimensione senza tempo, in cui l’azione è scandita da immagini, musiche e situazioni che si ripetono. Delicato, emozionante e per certi versi ermetico, Undine – Un amore per sempre è un’opera ben concepita e alla cui riuscita contribuiscono due interpreti eccezionali, Franz Rogowski e Paula Beer, eterea e seducente come il suo personaggio. L’amore, sembra sostenere il regista, è come l’acqua di un fiume, può straripare, uccidere, accogliere, nel suo costante divenire non è mai uguale a se stesso, ma sempre identico nella sua forza dirompente.