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Un amico straordinario – la recensione del film con Tom Hanks

Nel 2020 la regista statunitense Marielle Heller, nel suo Un amico straordinario, gioca con una delle icone del panorama mediatico americano, quella costituita da Fred Rogers. Quest’ultimo è noto per aver ideato il programma televisivo d’intrattenimento per bambini Mr Rogers’ Neighborhood, colonna portante del palinsesto americano dal 1968 al 2000.

La pellicola di Heller si ispira all’articolo Can you say… hero? scritto dal giornalista Tom Junod (che nel film diventa Lloyd Vogel, interpretato da Matthew Rhys) a proposito del successo dello stesso Rogers, nel film incarnato da Tom Hanks.

Il lungometraggio, attualmente disponibile su Netflix, dura 107 minuti ed è stato scritto da Micah Fitzerman-Blue e Noah Harpster.

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Un amico straordinario

La trama del film

Il giornalista Lloyd Vogel, conosciuto ai più per il taglio cinico e diretto dei suoi articoli, lavora per la nota rivista Esquire. A casa cresce amorevolmente il neonato figlio Gavin, a fianco della moglie Andrea (Susan Kelechi Watson).

Nel nucleo familiare che ha contribuito a costruire trova la stabilità che non ha mai riscontrato nella famiglia di provenienza, a causa del rapporto estremamente contrastato che ha con il padre Jerry (Chris Cooper) e del prematuro decesso materno. Un giorno, l’editor di Lloyd gli assegna un compito atipico per i suoi standard: per uno speciale a tema “eroi” dovrà intervistare l’idolo nazionale Fred Rogers e ricavarne un breve articolo.

Titubante a proposito della natura del compito che deve svolgere, il giornalista si reca a Pittsburgh per incontrare Rogers.

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Quanto accade lo lascia però perplesso. Rogers infatti elude le domande a proposito di se stesso e della propria fama, ponendo a sua volta interrogativi al giornalista. Vogel, forte dello stile da giornalismo d’inchiesta che più gli pertiene, trasforma il compito assegnatogli in una personalissima indagine e si rivela ostinato a dimostrare ai suoi lettori che il Rogers da loro conosciuto, tenero e amichevole, è in realtà una maschera dietro cui si cela una personalità molto più sfaccettata e controversa.

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Per perorare la sua causa Lloyd incontrerà il leggendario presentatore in svariate occasioni e i due, parlando sempre dal profondo di un forte rispetto reciproco, arriveranno a conoscersi intimamente tra interviste, incontri e sequenze oniriche. Al contempo però, l’ossessione di Lloyd per il raggiungimento della verità rischierà di minare la sua già instabile situazione familiare.

Un amico straordinario sfiora svariati grandi temi rischiando a tratti di cadere nel cliché hollywoodiano

Tanti sono i tòpoi che si innestano in un film del genere. Quello che in primis salta all’occhio, evidentemente, è costituito dal venirsi a creare di una peculiare e inaspettata amicizia. Quello che si sviluppa nell’arco della pellicola tra Vogel e Rogers, in effetti, è un rapporto non convenzionale – tanto che sino all’ultimo minuto del film è difficile definirla con sicurezza “amicizia” – ma comunque esemplare.

Un legame che si instaura a partire da un profondo rispetto reciproco tra i due protagonisti e dalla condivisione di segreti reconditi e stati emotivi che i due tengono celati ai più. Ma Un amico straordinario è anche il dispiegarsi in forma filmica di grandi temi a tratti addirittura esistenziali: su tutti, l’accettazione, il perdono e l’onnipresenza di dolore, rabbia e frustrazione.

Questi elementi caratterizzano la quotidianità di entrambi i protagonisti, e costituiscono ciò che più li accomuna permettendolo loro di avvicinarsi l’un l’altro.

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Altro filo narrativo lampante è quello dello scarto tra personaggio televisivo (o pubblico, che dir si voglia) e persona reale, incarnato dal personaggio di Tom Hanks.

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Per tutta la durata della pellicola, Vogel tenta di comprendere se in Rogers persona e personaggio combacino, ed è l’unico a perseguire una risposta negativa, circondato dalla popolazione di un’intera nazione che crede il contrario.

Inevitabilmente, questi grandi temi sono permeati da un velato buonismo hollywoodiano (che sembra andare a braccetto con i capisaldi della filmografia di Hanks). Ma Un amico straordinario si salva in corner, problematizzando tale patina grazie all’integrazione di alcune linee narrative (quella della situazione familiare di Lloyd Vogel, ad esempio) e di quesiti esistenziali.

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Le interpretazioni dei protagonisti

Poco si può criticare per quanto riguarda la buona interpretazione di Matthew Rhys, che offre al pubblico il ritratto di un personaggio disilluso ma testardo, ombroso ma curioso. Tuttavia, per quanto capace, difficilmente l’interprete regge il confronto con il suo compagno di scena, essendo quest’ultimo Tom Hanks, innegabilmente uno dei più grandi attori del cinema allo stato attuale.

Ciononostante, lo stesso Hanks non offre la sua migliore performance in Un amico straordinario; anzi, rischia di apparire eccessivamente trattenuto, forse per esigenze di scrittura del personaggio. Con questa pellicola Hanks torna a giocare con una colonna portante della cultura popolare statunitense, dopo aver fatto altrettanto interpretando la figura di Walt Disney in Saving Mr Banks (John Lee Hancock, 2013).

Questa operazione – l’omaggio a figure emblematiche nello scenario americano – si è rivelata particolarmente fortunata per il performer, che con questo film ha ottenuto una nomination come Miglior attore non protagonista agli Oscar del 2020 (categoria poi vinta da Brad Pitt grazie alla sua brillante interpretazione nel tarantiniano C’era una volta a… Hollywood).

La regia di Marielle Heller

La regia del film è curata da Marielle Heller, già dietro la macchina da presa per Copia originale (2018, con Melissa McCarthy). Heller è però forse più nota al pubblico come attrice, specialmente a seguito dal positivo riscontro ricevuto per la sua performance in La regina degli scacchi, in cui interpreta la madre adottiva di Beth, Alma.

La capacità registica di Heller si rivela nel caso di Un amico straordinario in tutta la sua maestria. La regista infatti non si limita ad una semplice tecnica lineare ma arricchisce il suo operato con stilemi variegati che avvalorano la pellicola, giocando con cambi di formato, filtrato televisivo e fotografia. Con la stessa delicatezza con cui il personaggio di Hanks, Rogers, nel film si rivolge ai bambini che lo seguono, Heller parla allo spettatore della vicenda privata del protagonista, Lloyd.

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Nulla sfugge alla macchina da presa di Heller: le sfumature caratteriali, le tensioni che si instaurano tra i personaggi, le sfaccettature nell’intonazione della voce dei protagonisti e la profondità della loro psiche.

Così il lavoro registico integra le performance già lodevoli degli interpreti principali, elevando un prodotto che avrebbe avuto tutte le prerogative per rischiare di diventare l’ennesima narrazione velatamente melensa di stampo hollywoodiano.

PANORAMICA RECENSIONE

regia
soggetto e sceneggiatura
interpretazioni
emozioni

SOMMARIO

Un amico straordinario è un film del 2020 diretto da Marielle Heller con protagonisti Tom Hanks e Matthew Rhys. La narrazione rivisita e riscopre una delle grandi icone della cultura popolare statunitense, quella di Fred Rogers, presentatore del più storico programma televisivo per bambini del palinsesto americano. La pellicola rischia a tratti di sfociare nel più classico buonismo hollywoodiano, ma viene aiutata dalle buone performance dei protagonisti e da un delicato e a tratti sperimentale lavoro della regista.
Eleonora Noto
Eleonora Noto
Laureata in DAMS, sono appassionata di tutte le arti ma del cinema in particolare. Mi piace giocare con le parole e studiare le sceneggiature, ogni tanto provo a scriverle. Impazzisco per le produzioni hollywoodiane di qualsiasi decennio, ma amo anche un buon thriller o il cinema d’autore.

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Un amico straordinario è un film del 2020 diretto da Marielle Heller con protagonisti Tom Hanks e Matthew Rhys. La narrazione rivisita e riscopre una delle grandi icone della cultura popolare statunitense, quella di Fred Rogers, presentatore del più storico programma televisivo per bambini del palinsesto americano. La pellicola rischia a tratti di sfociare nel più classico buonismo hollywoodiano, ma viene aiutata dalle buone performance dei protagonisti e da un delicato e a tratti sperimentale lavoro della regista. Un amico straordinario – la recensione del film con Tom Hanks