HomeCult MovieUltimo tango a Parigi: l'intramontabile cult di Bertolucci

Ultimo tango a Parigi: l’intramontabile cult di Bertolucci

Il film di Bernardo Bertolucci, “Ultimo tango a Parigi” a più di 50 anni dal suo arrivo nelle sale, fa ancora parlare di sè per diversi motivi. Al Festival di Cannes 2024, sarà presentato “Maria” nella sezione “Première”, è già avrà gli occhi puntati a sè per diversi motivi. Primo fra tutti, perchè racconta una storia controversa sulla vicenda di Maria Schneider sul set della pellicola e sulle sue tribolate vicissitudini successive.

La rappresentazione cruda e senza censura del desiderio, la perdita e la disperazione umana, danno una sensazione di deja vu su molti fronti. Ma proprio la sua audacia artistica ha suscitato diverse controversie, che lo rendono un cult intramontabile e senza tempo. Gli attacchi ricevuti, con la pellicola mandata al rogo e la sublime fotografia di Vittorio Storaro.

Le musiche di Gato Barbieri sono splendide, e Bertolucci tira fuori una pellicola che altro non è che un cult assoluto, come anche (e soprattutto) la scena del burro, che rimane indelebile nella memoria dello spettatore. Montaggio, ambienti e atmosfere mantengono inalterato il fascino di classico senza tempo, e al contempo un senso di morte che aleggia per tutto il film

Ultimo tango a Parigi: il cast

La pellicola è interpretata da Marlon Brando nei panni di Paul, un uomo impazzito dal dolore, ma preda di un feroce desiderio nei confronti della giovane Jeanne (Maria Schneider). Jean Pierre Leaud è Tom, il fidanzato della donna. Massimo Girotti è Marcel, mentre Maria Michi la madre di Rosa.

Ultimo tango a Parigi

Ultimo tango a Parigi: trama e recensione

Paul è un uomo di mezza età, tormentato dal dolore per la recente morte di sua moglie. Mentre Jeanne è una giovane parigina fidanzata con un regista. I due si incontrano casualmente in un appartamento vuoto e iniziano una relazione sessuale anonima, senza rivelare le loro vere identità. La loro connessione è intensa e fisica, ma allo stesso tempo priva di qualsiasi impegno emotivo.

Il film esplora la tematica della solitudine e dell’alienazione umana. Infatti Paul e Jeanne si avventurano in un’intimità fisica come mezzo per sfuggire alla vacuità delle loro stesse vite. Questa fuga è temporanea e illusoria, poiché entrambi rimangono intrappolati nei loro perenni vuoti emotivi. La morte per Paul è stata un catalizzatore per la sua ricerca di un qualche significato, mentre Jeanne sembra essere in cerca di esperienze intense che possano rompere la monotonia della sua esistenza.

Il cuore del film risiede nelle potenti performance di Marlon Brando e Maria Schneider. Brando in particolare offre un’interpretazione straordinaria, catturando la sua angoscia interiore e la sua disperazione con una profondità emotiva sorprendente. La sua abilità nel trasmettere la complessità psicologica del personaggio è evidente nelle scene di monologo e nei momenti di silenzio carichi di significato.

Schneider, nel ruolo di Jeanne, porta una vulnerabilità e una sensualità che equilibrano perfettamente la forza dirompente e recitativa di Brando. E’ importante notare che Schneider ha successivamente rivelato di aver subito pressioni (consapevoli o inconsapevoli) durante le riprese, soprattutto nella famigerata scena del burro. Ciò ha sollevato importanti questioni etiche sulla condotta all’interno del set.

Marlon Brando

Curiosità

Proprio in virtù di questa scena, Brando e Bertolucci ebbero un’intuizione che mantennero segreta nel cercare di mantenere l’autenticità della scena. Il fatto di non aver rivelato nulla a Schneider sulle loro reali intenzioni, ha poi fatto il resto. Ciò ha creato un profondo travaglio e disagio emotivo nell’anima e nel cuore dell’attrice.

La regia di Bertolucci si distingue per la sua audacia e la sua visione poetica. Utilizza una serie di tecniche visive e narrative per immergere lo spettatore nell’esperienza emotiva dei personaggi.

La scelta di ambientare gran parte del film in un appartamento vuoto crea un senso di claustrofobia e intimità, accentuando l’isolamento dei protagonisti. La fotografia di Vittorio Storaro è straordinaria, con un uso magistrale della luce e del colore per evocare atmosfere e stati d’animo. I piani ravvicinati e le inquadrature serrate contribuiscono a enfatizzare l’erotismo e la tensione tra i personaggi.

“Ultimo tango a Parigi” è stato oggetto di intense critiche e controversie fin dalla sua uscita. Gran parte dello scandalo è stato generato dalle scene di sesso esplicito, in particolare dalla controversa sequenza del burro. C’è chi ha accusato il film di misoginia e di sfruttamento sessuale, citando in particolare le affermazioni dell’attrice riguardo alla sua esperienza durante le riprese. Bertolucci è stato anche criticato per il suo approccio controverso alla regia e al consenso degli attori. Il vero dilemma è stato su come è stata rappresentata la sessualità nella dinamica dei due attori.

Maria Schneider

L’ impatto del film nel cinema mondiale

Nonostante le polemiche, “Ultimo tango a Parigi” ha avuto un impatto duraturo sul cinema mondiale. Esso è considerato un vero cult del cinema d’autore, riconosciuto per la sua audacia artistica e la sua esplorazione profonda della condizione umana. La sua influenza si estende a numerosi registi e opere successive, che hanno tratto ispirazione dalla sua rappresentazione innovativa della sessualità e della disperazione umana.

Tuttavia, resta una polarizzante pietra miliare del cinema, con alcune persone che ne lodano la sua profondità emotiva. Mentre altre criticano la sua problematica rappresentazione della sessualità e le questioni etiche sollevate dalla produzione.

“Ultimo tango a Parigi” è stato oggetto di intense critiche e controversie fin dalla sua uscita. Gran parte dello scandalo è stato generato dalle scene di sesso esplicito, in particolare dalla vituperata sequenza del burro. Bertolucci è stato anche criticato per il suo approccio discutibile alla regia e al consenso degli attori. In particolare, sono state evidenziate nel corso degli anni diverse critiche.

Attualmente, “Ultimo tango a Parigi” è visto attraverso una lente più critica e sfumata rispetto al periodo della sua uscita originale. Per il pubblico contemporaneo, il film rappresenta una complessa miscela di coraggio artistico e complessità etiche, ed è spesso analizzato sia per il suo valore cinematografico che per le problematiche che lo hanno circondato.

Ultimo tango a Parigi Bertolucci

Conclusioni

Dal punto di vista artistico, “Ultimo tango a Parigi” è ancora considerato un’opera significativa del cinema d’autore. La regia di Bernardo Bertolucci, la performance intensa di Marlon Brando e la cinematografia di Vittorio Storaro sono state universalmente lodate per la loro qualità e innovazione. . Gli aspetti tecnici e stilistici del film continuano a essere apprezzati e analizzati come parte della storia del cinema.

Tuttavia, la percezione del film è profondamente influenzata dalle rivelazioni di Maria Schneider sulla sua esperienza durante le riprese, in particolare la famigerata scena del burro. La consapevolezza delle dinamiche di potere e del consenso sul set ha portato molti a riconsiderare il film sotto una luce più critica. Le rivelazioni di Schneider hanno sollevato importanti questioni riguardanti l’etica della produzione cinematografica e il trattamento degli attori, in particolare delle attrici.

Oggi, in un’era post-MeToo, il film è spesso citato come esempio di come le dinamiche di potere possono essere abusate nel contesto della produzione cinematografica. Questo ha portato a una maggiore sensibilità e a dibattiti sull’importanza del consenso e del rispetto per gli attori sul set.

Ma è anche visto come un prodotto del suo tempo, riflettendo le tensioni sociali e culturali degli anni ’70. La rappresentazione esplicita della sessualità e della violenza psicologica è vista come parte di un più ampio movimento di sfida alle norme sociali e di esplorazione dei limiti dell’espressione artistica. In conclusione, ciò che un tempo poteva essere percepito come rivoluzionario o liberatorio, oggi può essere visto come problematico o offensivo, e questo non è sempre un bene.

Il trailer

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

"Ultimo tango a Parigi" rappresenta uno dei film più audaci e chiacchierati degli anni 70'. Ancora oggi non manca di creare aspettative e discussioni tra gli spettatori che lo hanno visto o rivisto.
Francesco Maggiore
Francesco Maggiore
Cinefilo, sognatore e al tempo stesso pragmatico, ironico e poliedrico verso la settima arte, ma non debordante. Insofferente, ma comunque attento e resistente alla serialità imperante, e avulso dai filtri dall'allineamento critico generale. Il cinema arthouse è la mia religione, ma non la mia prigione.

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