Trust, un thriller da riscoprire su Amazon Prime Video
Nell’infinito e corposo catalogo di Amazon Prime Video, se tra i suggerimenti dovesse spuntarvi un film dal titolo Trust non saltatelo e dategli una possibilità, perché ne vale la pena. Scoprirete un thriller drammatico che ha molto da dire e molto su cui far riflettere su una tematica importante e, purtroppo, sempre attuale: la violenza sessuale. Nonostante sia ormai un po’ datato essendo del 2010, col senno del poi potremmo definirlo lungimirante e lucido nell’analizzare il contesto e le dinamiche relazionali e familiari. Inoltre, scoprirete un cast stellare che vi fa parte: i candidati al Premio Oscar Clive Owen e Catherine Keener, il Premio Oscar Viola Davis, Jason Clarke e una giovanissima protagonista, Liana Liberato, la cui performance all’epoca venne lodata dalla critica internazionale. Anche il film, diretto da David Schwimmer (il Ross Geller di Friends), ricevette apprezzamento dalla critica di tutto il mondo. E’ un film decisamente da riscoprire e consigliare.
La trama di Trust
Annie Cameron è una ragazzina di 14 anni semplice, innocente, forse un po’ ingenua, ma d’altronde sta ancora affacciandosi al mondo. Gioca a pallavolo e i suoi genitori, Will e Lynn, sono amorevoli e attorno a lei hanno costruito affetti stabili e un contesto familiare decisamente caloroso. Annie chatta ogni giorno da due mesi con Charlie, un ragazzo che vive in un altro stato. Iniziano una relazione virtuale nell’attesa di potersi incontrare di persona. Lui le dice di avere 16 anni, poi smentisce e ritratta dicendo di averne 20 e poi ancora 25. Quando si incontreranno in presenza Annie scoprirà che Charlie è un adulto, un uomo maturo di 35 anni. Inizialmente spaventata e un po’ a disagio, Annie sarà manipolata da quest’uomo che le giura di essere davvero innamorato di lei. L’incontro tra i due finirà nel peggiore dei modi e da quel momento per la ragazza e anche la sua famiglia comincerà un calvario di sofferenze e incomprensioni.
Elaborare il dramma
Trust offre un ampio ventaglio di reazioni e conseguenze e tutti gli attori offrono performance convincenti nel restituirle. L’adescamento di minorenni su Internet e il possibile risvolto della violenza sessuale è già un tema di per sé delicato da trattare, ma forse l’elaborazione dell’evento da parte della vittima e di chi la circonda è una sfumatura ancora più fine di cui parlare. E’ come se si camminasse costantemente su un campo minato. Annie, inizialmente arrabbiata e delusa dall’aver scoperto la vera età di Charlie, cede infine all’uomo che le fa credere d’essere dolce e sensibile. Solo in un secondo momento prenderà consapevolezza di ciò che ha subito e come la violenza potrebbe segnargli per sempre la vita. I genitori rappresentano invece le due facce della stessa medaglia. Dopo aver scoperto cosa è successo alla figlia, Lynn ha una reazione tra le più razionali. Decide di stare il più possibile vicino alla figlia, gettandosi tutto alle spalle il prima possibile per il suo bene. Will, invece, è colui che sin da subito mostra rabbia e aggressività nei confronti del carnefice della ragazzina. Antepone la vendetta al benessere di Annie, quasi il torto l’avesse subito lui e cercherà più volte di farsi giustizia da solo. Ciò creerà forti contrasti in famiglia. La sua diventerà una battaglia personale che lo isolerà da tutto.
Il finale è drammatico…
Il film procede spedito e misurato lungo tutta la sua durata, trattando sempre con molto tatto la tematica che affronta. Inoltre, oltre a mostrare l’ampia gamma di emozioni e reazioni già discussa in precedenza, non dimentica di affiancare ad Annie la figura professionale della psicologa, fondamentale in questi casi e dandole il rilievo che merita. Nonostante non mostri nessuna particolare scena di violenza esplicita, Trust “suggerisce” ed è questo uno dei suoi pregi. Il non mostrare rende il racconto ancora più drammatico e inquietante, ma a onor del vero, non funziona proprio tutto. Attorno ad Annie e la famiglia ruotano diversi personaggi secondari (Brittany, la migliore amica di Annie, il fratello Peter e l’agente Doug Tate) la cui scrittura è un po’ carente. A volte la sensazione è che passino di lì per caso oltre a non avere chissà quale profondità. Personaggi certamente trattati con più superficialità rispetto ai principali. Trust non può che lasciare una sensazione di disagio e tristezza che si amplificano sul finale. Annie e il padre Will si riappacificheranno dopo che l’uomo capirà d’aver sbagliato e aver fatto degli errori nei confronti della moglie e soprattutto della figlia.
…ma i titoli di coda lo sono ancor di più
Ciò che non ci si aspetta sono i titoli di coda, davvero inquietanti. Naturalmente parlarne sarebbe fare spoiler, ma non saltateli. Online e dietro uno schermo si può nascondere chiunque, anche chi nella quotidianità ha un comportamento normale. Trust è un bel film certamente da riscoprire e molto convincente nel complesso.