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Timothée Chalamet entra nella storia degli Oscar

L’attesa è finita: i candidati agli Oscar 2025 sono stati annunciati. Timothée Chalamet ha ottenuto la sua seconda nomination per il ruolo di Bob Dylan in A Complete Unknown (clicca qui per leggere la recensione). A soli 29 anni la star di Dune è il più giovane candidato a due nomination come Miglior Attore Protagonista. Il primo dai tempi di James Dean, icona senza tempo del cinema statunitense degli anni ’50, scomparso prematuramente all’età di 24 anni a causa di un incidente stradale.

Dean fu il primo attore della storia a essere nominato postumo per l’interpretazione ne La valle dell’Eden (1955) e nel film Il gigante (1956), il western diretto da George Stevens accanto a Elizabeth Taylor. Un primato che, tornando indietro nel tempo, venne raggiunto prima di lui da Mickey Rooney. Stella del cinema già da giovanissimo che ottenne la candidatura per Piccoli attori (1939) e per La commedia umana (1943), rispettivamente a 19 e 23 anni.

Timothée Chalamet

Timothée Chalamet entra nel club dei giovanissimi candidati della storia dell’Academy

Timothée Chalamet entra quindi di diritto, come primo attore del nuovo millennio, in una ristrettissima cerchia di volti del cinema. Era il 2017 quando ottenne, a soli 22 anni, la sua prima candidatura per Chiamami col tuo nome (2017) di Luca Guadagnino. Un traguardo che diede il via a una serie di grandi interpretazioni di successo. Dalla collaborazione con Greta Gerwig in Lady Bird (2017) e successivamente in Piccole Donne (2019). Passando per l’incontro con Woody Allen in Un giorno di pioggia a New York (2019), a quello con Wes Anderson in The French Dispatch (202). Fino alla sua seconda collaborazione con Guadagnino in Bones and All (2022).

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La recente nomination conferma non solo il suo talento e la sua grande versatilità, conquistando critica e pubblico anche nel nuovo biopic. Ma da anche all’attore la possibilità di avvicinarsi al record di Adrien Brody, il più giovane a vincere il premio Oscar come attore protagonista a 29 anni per Il pianista (2002), il capolavoro di Roman Polanski. Un risultato desiderato che sarebbe la ciliegina sulla torta nella carriera di quello che è già, a tutti gli effetti, uno degli interpreti più influenti della sua generazione.

Valeria Furlan
Valeria Furlan
Sognatrice per professione, narratrice nel tempo libero, vivo di cinema, scrittura e tè alla pesca. Completamente persa in Antonioni e nell'estetica della Nouvelle Vague, vorrei vivere in un film di Wong Kar Wai e non rifiuto mai un bel noir

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