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The Party di Sally Potter

The Party è un film drammatico del 2017, scritto e diretto da Sally Potter (Orlando, Lezioni di Tango). Il film nello stesso anno d’uscita è stato presentato al Festival di Berlino, in lizza per l’Orso d’oro.
Ad oggi è disponibile in streaming su MUBI ed Amazon Prime Video.

Breve, concitato, claustrofobico ed elegante: The Party è un film ben realizzato, ritmato,  interessante nonostante la “banalità” degli argomenti trattati.

the party

The Party è la festa, ma anche il partito. Politica ed amicizia si intrecciano, filo rosso è ciò che viene nascosto quotidianamente. L’emergere di molti segreti ridisegna i confini delle vite dei personaggi costantemente, attimo dopo attimo.

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The Party, trama e cast

A casa di Janet (Kristin Scott Thomas), neo-ministro della sanità inglese, e Bill (Timothy Spall) si festeggia la vittoria politica della donna. Nello splendido appartamento vengono accolti gli amici della coppia, diversi nel carattere e per il ruolo assunto gradualmente nella vicenda.

April (Patricia Clarkson) è di temperamento forte, cinica ed anche un po’ pessimista, ma estremamente sincera. Il suo compagno Gottfried (Bruno Ganz) è invece positivo e pro-positivo, una sorta di santone, sciamano, guaritore che ha sempre una possibile soluzione pronta all’uso.
Vi sono poi Martha e Jinny (rispettivamente Cherry Jones e Emily Mortimer), coppia di donne con parecchi anni di età di differenza. Jinny grazie alla fecondazione artificiale è incinta di ben tre bambini.

Vi è poi Tom (Cillian Murphy), superficiale e dedito solo al denaro, l’uomo fa uso di stupefacenti e si presenta sicuro di sé e del suo modo di pensare ed agire, ma l’ultima parte del film sovverte questo scenario.

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Tom infatti è sposato con Marianne, personaggio che non si palesa, non ha un volto ma ha un ruolo decisivo. Si scopre infatti che Marianne tradisce Tom, con Bill.

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Ciò dopo che Bill rivela di essere un malato terminale. Ma anche la tradita Janet a sua volta tradisce Bill, anche lei con Marianne.

Il film, che si apre con una scena che sembra non avere senso (in realtà solo anticipata cronologicamente), si conclude con la prima sequenza che Sally Potter ci mostra. Quando Marianne arriva alla festa le apre la porta Janet, che l’accoglie con un colpo di pistola.

Prima del finale però, in un crescendo continuo, tutti i personaggi si libereranno dei propri segreti, che riguardano la sfera sentimentale ed emotiva, ma trovano una perfetta metafora nel reale pensiero politico, spesso celato dietro il semplice “essere di sinistra”.

The Party, recensione 

Il film è caratterizzato da una fortissima componente teatrale. Infatti tutta la pellicola infatti è permeata di rappresentazione scenica, di drammaturgia pura.

La compattezza di The Party, lungo appena 71 minuti, non fa che accrescere tale aspetto, amplificato ancor più dall’ambientazione. Tutta la vicenda infatti si svolge, come già detto, a casa dei coniugi Janet e Bill. Anche lo spettatore viene accolto, già dalla prima ed apparentemente sconnessa scena, tra i vari ambienti.

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Salotto, cucina, bagno ed un piccolo cortile: la casa di Bill e Janet, che tanto racconta di loro, si fa via via sempre più opprimente, per personaggi e spettatori.

È un ambiente curato ma rispecchia il carattere dei proprietari e, quasi prendendo vita, personificandosi, a volte sembra voler presagire quanto avverrà dopo poco. Quando si rompe la finestra e quando la cucina sta per prendere fuoco a causa del forno, è la casa di Janet e Bill che vorrebbe parlare.

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L’appartamento, un personaggio surreale

C’è infatti un pensiero sottile dietro ciò: la casa sa, conosce, perché ha visto e sentito.

In The Party l’appartamento è un personaggio, muto ma estremamente di rilievo.

L’altro grande personaggio fantasma è senza dubbio Marianne, colei che rompe l’equilibrio di una solida coppia e devasta la sicurezza dello sprezzante ed arrogante Tom: perché non si conosce il volto, la voce di Marianne?

I motivi sono molto probabilmente due: il primo è che il mistero crea senza dubbio una certa attrazione, il secondo è che Marianne è solo una personificazione di qualcos’altro.

La fantomatica Marianne infatti è solo una sorta di “casus belli”, un soffio di vento che fa crollare i castelli di carte su cui si basano il rapporto di Janet e Bill e la personalità di Tom.

In fondo il problema non è Marianne, ma lei crea disordine, fa scattare in tutti e tre un’estrema rabbia: potrebbe essere in un’ottica più psicologica rabbia con sé stessi. La presenza ed assenza di Marianne è palesemente l’espediente narrativo più interessante del film.

Un esercizio di stile riuscito

The Party, la cui trama in fondo non è nulla di geniale, è però nella sua totalità un ottimo film: evidente la bellezza delle immagini, che in certi punti fa assumere all’opera quasi l’aspetto di un puro esercizio di stile (ovviamente in un’eccezione positiva). Il bianco e nero, modernissimo, mette in luce i personaggi (casa compresa), le loro espressioni, perfino i loro micromovimenti.

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Tutto ciò non sarebbe potuto avvenire in assenza di un cast degno: in The Party le interpretazioni sono perfette, in particolare è da lodare l’intensità di Patricia Clarkson, il carisma di Kristin Scott Thomas e la poliedricità del grande Bruno Ganz.

Gottfried infatti è un personaggio apparentemente più comico ma perfetto nel suo ruolo ed alla radice molto profondo, anche dal punto di vista politico (che, viste le origini tedesche del personaggio, si concentra anche sul rapporto con la storia contemporanea).

Altro punto importante in The Party è la colonna sonora: grande attenzione viene data, anche visivamente, al vinile, la musica è varia, ma sempre presente.

Da Henry Purcell a Sidney Bechet, dai Buena Vista Social Club a John Coltrane e Johnny Hartman: la selezione dei brani è semplicemente stupenda, perfetta in ogni minimo dettaglio ed indice di grande gusto e cultura.

The Party è però anche e molto marcatamente un film sulla politica, preludio di un avvenimento molto importante nel quadro odierno riguardante Europa e Gran Bretagna: ovvero la Brexit.

Un ritratto politico, seppur parziale, della società moderna, nonostante non sia innovativo, resta interessante, considerando soprattutto la messinscena intelligente, piacevole alla vista e all’udito e la grande professionalità degli attori coinvolti nella pellicola.

Inoltre la dicotomia verità e menzogna, nella politica così come nella vita privata, è sempre drammaticamente attuale.

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Un ritratto politico, seppur parziale, della società moderna, nonostante non sia innovativo, resta interessante, considerando soprattutto la messinscena intelligente, piacevole alla vista e all’udito e la grande professionalità degli attori coinvolti nella pellicola.
Redazione
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