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The New years – La serie di Sorogoyen che colpisce al cuore Venezia 81

The New Years è la serie in dieci episodi diretta da Rodrigo Sorogoyen presentata Fuori Concorso nell’ 81. Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Probabilmente si tratta del lavoro seriale migliore tra quelli presentati, per capacità autoriale, prova attoriale, un lavoro sfidante nella scrittura, nella realizzazione e nell’approccio ad un’intimitá individuale ed universale al contempo, ossia quella amorosa.

The New Years – Trama

Anna (Iria del Rio) e Oscar (Francesco Carril) si incontrano ad un capodanno. Lui compie gli anni il 31 dicembre, lei invece il primo gennaio. Si innamorano e non si lasciano.

O meglio si lasciano e si riprendono. O meglio vivono ciascuno la propria esistenza come binari paralleli indissolubilmente consapevoli e legati alle vibrazioni dell’altro.

La serie li segue ad ogni fine ed inizio anno, e ne coglie lo stadio delle rispettive vite e del reciproco rapporto.

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The New Years – Recensione

Un lavoro lungo, sentito, approfondito, in cui viene sfoggiata la pazienza di costruzione della relazione, la spontaneità e l’autenticità delle interpretazioni, all’interno di un mondo contemporaneo pre e post covid e di un respiro collettivo, che per Sorogoyen, abile regista di comunità parlanti, è pane quotidiano.

Attraverso i giovani protagonisti ed i loro differenti momenti, si rintracciano slanci e difficoltà di tutte le coppie nel tempo, si intercettano le diverse stazioni cui si arriva nella vita, si demoliscono i finali scontati con cui si impigrisce la relazione, si comprende il contesto familiare e spaziale in cui sono immersi e da cui provengono queste due anime.

L’amore è una serie di tentativi, uno sforzo di mantenere la rotta insieme e di lasciarla andare quando la confusione è troppa.

The New Years 2

Due protagonisti innamorati ma alla ricerca del proprio centro

Anna e Oscar non sono centrati, lei è più vagabonda, ha lavori che abbandona spesso e volentieri, vorrebbe trasferirsi in altra città, lui è un medico internista, ma con contratto a breve termine, un precario sistemato, insicuro del suo status ed estenuato da turni massacranti, diffidente per eredità familiare.

Le rispettive famiglie sono coppie civilmente serene oppure civilmente separate. Niente di trascendentale, dunque, eppure tutto affiora spontaneo e al contempo cesellato per rimanere scolpito nell’immaginario emotivo, come un rimando continuo a qualcosa che conosciamo.

I pranzi di capodanno con parenti e amici, la passione travolgente dei primi momenti, del ritrovamento dopo periodi di lontananza, la difficoltà del tradimento reciproco, delle solitudini adorate e detestate insieme prima di ammettere di essere inseparabili. Sempre che si finisca per ammetterlo.

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La difficoltà di ammettere di essere inseparabili

The New Years è anche un viaggio non dichiarato, ma inevitabile di formazione di due giovani comuni e straordinari insieme, due persone come chiunque, che crescono amandosi, cercandosi, allontanandosi, perdonandosi.

Enorme il lavoro fatto dall’intera squadra: dalla scrittura affidata a Sorogoyen insieme alla fedele Isabel Pena (già autrice insieme a Rodrigo di successi come As Bestas -2022-, Madre -2019- e Il Regno -2018-), alla recitazione, votata alla veridicità dell’azione fisica e verbale.

Sullo schermo, infatti, non abbiamo mai battuta più battuta, ma un fiume organico di parole, dialoghi intrecciati, corpi in attrazione o repulsione, in perfetta sintonia con la situazione data. Un lavoro di prove, prove e prove, per stessa ammissione del regista, che rende la serie così verosimile, palpitante di vita: ogni beat è necessario, mai artificioso, ed attraversa naturalmente un ritmo serratissimo iniziale, di quei ritmi alla Sorogoyen, che fibrillano di informazioni e vitalità sparsa, per rallentare fino a sfinirsi nell’ultimo emblematico episodio, il più psicologico, il più analitico, il più terapeutico, inconcludente e similarissimo alla realtà.

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Dal dramma urbano a quello da camera, da Scene di un matrimonio, ad una commedia sentimentale qualunque, mai troppa psicosofia, mai troppa soluzione, mai troppa fisicità. Un equilibrio non consolante, ma autentico, tra dire, fare, permettere e lasciar andare, attraversato senza soluzione di continuità, nonostante gli appuntamenti accadano una volta all’anno.

The New Years – Cast

La coppia protagonista è una macchina alchemica, complici, amici, imperfetti e in magnetica simbiosi, lasciano emergere le fragilità, i respiri, i paradossi che un legame come il loro può naturalmente portare a galla.

Sorogoyen ancora una volta non stupisce con effetti speciali, non organizza la pulizia, ma il caos contraddittorio e avvincente del vissuto, lo riproduce, lo ricrea con disciplina, sentimento e soprattutto fede nel processo costruttivo.

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Improvvisazioni, battute che si sovrastano, interruzioni, cambi di pensiero, inquadrature fisse, che sbandano, che indietreggiando, che spariscono dal radar, tutto per un risultato che accumula diversi tempi ritmi, al passo con quelli dei personaggi.

Il peso del risultato è sotto gli occhi di tutti, perché sullo schermo assieme a Oscar ed Anna, c’è anche lo spettatore, invitato non invitato, dentro la vita, intima, ordinaria e straordinaria, di Anna e Oscar. In questa storia ci siamo, ci siamo stati e ci saremo tutti noi, tutti quelli che amano e sono in una relazione, che hanno sviluppato, fatto nascere, fatto morire, creduto in un legame.

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The New Years sono i capodanni delle nostre vite, amorose e non, sono i progetti per il futuro, le imprevedibili malinconie e le incrollabili speranze, di cui, come dice Anna, è necessario nutrirsi, per continuare ad andare avanti: possiamo essere pronti, o meno, ma un altro anno arriverà, tanto vale avere la speranza. Si perde tempo ad abbandonarla. Si perde nulla a mantenerla in un taschino.

The New Years – Trailer

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

La storia di Anna e Oscar attraverso dieci fini ed inizi d'anno, che combaciano coi reciproci compleanni. Dieci anni per capire a che punto è l'amore, la vita ed il mondo che circondano due giovani ordinari e straordinari insieme. Lavoro imponente, genuino, sfidante nella scrittura, nella realizzazione, nell'interpretazione, sul sentimento amoroso di due trentenni nel momento delle scelte cruciali della vita. Autentico, essenziale, costruito artigianalmente, drammaticamente romantico, plastico e vitale.
Pyndaro
Pyndaro
Cosa so fare: osservare, immaginare, collegare, girare l’angolo  Cosa non so fare: smettere di scrivere  Cosa mangio: interpunzioni e tutta l’arte in genere  Cosa amo: i quadri che non cerchiano, e viceversa.  Cosa penso: il cinema gioca con le immagini; io con le parole. Dovevamo incontrarci prima o poi.

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