The Last Duel è un film del 2021 diretto da Ridley Scott. Tratto dal romanzo storico L’ultimo duello, racconta l’ultimo duello di Dio, avvenuto in Francia nel 1386, tra Jean de Carrouges e Jacques Le Gris. Con duello di Dio si intendono quelle contese giudiziarie che venivano risolte con scontri tra due combattenti, o i loro campioni. George Martin nella saga Game of Thrones riutilizza questa pratica, chiamandola “processo per combattimento“.
The Last Duel – Trama e cast
Francia, XIV secolo. Durante la guerra dei cent’anni il cavaliere Jean de Carrouges sfida lo scudiero Jacques Le Gris, reo di aver violentato Marguerite de Thibouville, moglie di Jean. Questo sarà l’ultimo duello di Dio.
Matt Damon, Adam Driver e Jodie Comer sono i protagonisti del racconto. Tra altri nomi possiamo citare Ben Affleck, Harriet Walter, Nathaniel Parker, Sam Hazeldine, Michael McElhatton e Alex Lawther.
The Last Duel – Recensione
The Last Duel è forse uno dei migliori film degli ultimi vent’anni. Eppure è passato molto più sotto silenzio rispetto altre sue pellicole più deludenti, come House of Gucci.
Ambientato in epoca medioevale, è molto più realistico di quanto si voglia credere. Si racconta una violenza femminile, ma la prima persona a essere ritenuta colpevole è la donna stessa, “colpevole” di aver indotto in tentazione un uomo, tra l’altro amico di suo marito.
Jean de Carrouges, il marito premuroso
Il punto di vista di Jean de Carrouges lo mostra come un uomo premuroso. Burbero, ma sembra amare realmente la moglie. Ma questo è quello che crede lui.
Ridley Scott utilizza la stessa tecnica che Quentin Tarantino ha utilizzato in film come Pulp Fiction: racconta la stessa storia attraverso sguardi diversi.
All’inizio Jean de Carrouges risulta gradevole come personaggio agli occhi dello spettatore, ma la sua immagine di marito perfetto è destinata a svanire molto presto. Il principe da favola si trasforma in Barbablù e diventa un uomo violento, ma non mostra mai il suo vero volto. La verità ci viene mostrata attraverso lo sguardo di sua moglie.
Jacques Le Gris, l’uomo libertino
Jacques Le Gris non vuole un “no“, è abituato a prendere tutto quello che vuole. Sono passati secoli, ma l’uomo dimostra di non saper cambiare. I “no” delle donne non vengono accettati, altrimenti si viene punite con la violenza o con la morte, basti pensare ai numerosi femminicidi che ci sono nella nostra società.
Il personaggio di Adam Driver ricorda quello dell’arcivescovo Frollo, antagonista del romanzo Notre-Dame de Paris di Victor Hugo. Accecato dalla passione, cerca di far sua una donna che non lo vuole. Il consenso non c’è, allora bisogna agire mediante la violenza.
Nonostante sia colpevole, lui è convinto di non esserlo. Si dichiara innocente fino alla fine. Non si fa neanche scrupolo nel cercare di uccidere quello che era stato un grande amico, ma è proprio la sua follia a condurlo alla morte.
Marguerite de Carrouges, la prigioniera nel castello
Marguerite de Carrouges ha un solo peccato: essere donna. Si dimostra molto più abile del marito nel gestire gli affari, ma non può farlo perché è donna. Il suo compito è rimanere in casa e diventare madre. Ma un figlio tarda ad arrivare e questo la fa diventare vittima di violenze di suo marito e di sua suocera e quelle di Jacques Le Gris.
La scena dello stupro è raccapricciante, ma tutte le colpe che le vengono addossate lo sono ancora di più. Oggi si chiede “com’eri vestita?”, “perché non hai denunciato subito?”, “te la sei cercata“, quindi, sostanzialmente, cosa è cambiato per le donne? Nulla.
Marguerite non viene creduta, la ritengono colpevole perché ha osato dire che Le Gris è affascinante. Lei è la vera vittima dell’ultimo duello; se il marito fosse stato ucciso, lei sarebbe stata bruciata viva come peccatrice e avrebbe perso l’unica persona che dava senso alla sua esistenza: suo figlio. Non sappiamo se è frutto dello stupro di Les Gris, del resto ai tempi era impossibile scoprirlo, ma per lei è l’unica fonte di felicità.
In conclusione
The Last Duel tesse la narrazione come fosse un arazzo medievale. Le varie storie si intrecciano tra loro, svelando i dubbi che lo spettatore può porsi. L’unica pecca è forse il montaggio nel segmento che riguarda de Carrouges. Alcune scene sono state tagliate in maniera troppo brusca, si sente che manca qualcosa. Ma per il resto nulla da eccepire.