Dopo il successo di Euphoria, Sam Levinson torna con una nuova serie, The Idol, che, in soli cinque episodi, racconta gli anfratti più oscuri dell’industria musicale. Anche se lo stile e la fotografia ricordano la riuscitissima serie HBO con Zendaya, The Idol non riesce a replicare quanto fatto da Levinson nel suo lavoro precedente.
Ad una ricercatezza di immagini sorprendente si affianca una sceneggiatura che concentra eccessivamente l’attenzione sulle figure principali, dimenticandosi completamente dei personaggi secondari. Pur presentando numerosi problemi, The Idol è un prodotto godibile, che grazie a musica e fotografia compone alcuni fotogrammi difficili da dimenticare.
Allo stesso tempo, però, la mancanza di coerenza e linearità distolgono l’attenzione dalle immagini e la rivolgono verso le lacune insite nella serie. Al di là della possibilità di vedere una seconda stagione, appare più come un’occasione persa che come la prima pietra di qualcosa di grande.
The Idol Cast
Il cast della serie The Idol è composto da Abel Tesfaye (Tedros), Lily-Rose Depp (Jocelyn), Suzanna Son (Chloe), Troye Sivan (Xander), Jane Adams (Nikki Katz), Jennie Ruby Jane (Dyanne), Rachel Sennott (Leia), Hari Nef (Talia Hirsch), Moses Sumney (Izaak), Da’Vine Joy Randolph (Destiny), Eli Roth (Andrew Finkelstein), Hank Azaria (Chaim), Karl Glusman (Rob).
The Idol Trama
Jocelyn è una popstar che sta attraversando un momento difficile, anche a causa della morte della madre. Poco prima dell’uscita del suo ultimo singolo e dell’inizio del tour, la cantante incontra Tedros, il proprietario di un club di Los Angeles, con cui inizia una relazione che porterà a scenari inattesi.
The Idol Recensione
What if? Risulta obbligata la domanda. Cosa sarebbe successo se la serie non fosse finita con il quinto episodio? Cosa sarebbe successo se la serie non fosse stata limitata da tagli al copione? E cosa sarebbe successo se la mente di Sam Levinson avesse avuto la libertà di concludere la narrazione come avrebbe voluto e nei tempi che richiedeva?
La curiosità porta necessariamente a porsi queste domande. La serie The Idol, infatti, a conti fatti, appare come la vittima di tutte le vicende che, dietro le quinte, hanno impedito di mostrarla per ciò che sarebbe dovuta essere.
Il prodotto di Sam Levinson inizia il suo cammino in modo scorretto, scandaloso, magari anche eccessivo, ma sicuramente originale, limpido, pervaso di immagini e fotogrammi composti ad arte, risultati di un’attenzione al dettaglio che il regista aveva già mostrato nella serie Euphoria.
The Idol: il giorno e la notte
Nelle prime puntate, infatti, l’industria musicale viene mostrata, naturalmente estremizzata, in tutta la sua magnificenza e contemporanea caducità. Una folla di manager, coreografi, ballerini e fotografi concorrono al successo della star, Jocelyn, interpretata da Lily-Rose Depp.
Questa sinfonia superficiale di figure che alla luce del giorno sembrano aiutare Jocelyn, avendo in mente altro, viene soppiantata dalla buia e oscura figura di Tedros, interpretato da Abel Tesfaye (The Weeknd). Con l’entrata in scena del personaggio, infatti, il registro stilistico dell’opera cambia, portando la caotica follia diurna alla perversa tranquillità notturna.
Andando avanti con la narrazione, però, la serie non conferma le aspettative dei primi episodi. Il contrasto di questi, infatti, è seguito da una confusa commistione dei due volti. Personaggi che nei primi episodi sembrano necessari e indispensabili svaniscono, questioni che inzialmente sembravano fondamentali ai fini della narrazione non vengono più sviluppate.
La sceneggiatura e un confuso capovolgimento
Sembra chiaro, quindi, che la serie abbia risentito enormemente dei problemi che hanno portato alla conclusione nella quinta puntata. La sceneggiatura, infatti, dal terzo episodio in poi, non presenta più la linearità e lucidità vista fino a quel punto.
La narrazione procede così velocemente che lo spettatore si ritrova, ad un certo punto della narrazione, in un contesto totalmente rovesciato. Le vittime che egli aveva compatito fino a quel momento diventano carnefici, chi aveva avuto in mano la situazione in precedenza, invece, diventa vittima.
Il capovolgimento della situazione, però, avviene in maniera eccessivamente sbrigativa e superficiale, portando la narrazione su un binario poco chiaro ed esaustivo. La serie sembra, infatti, voler sciogliere ogni intreccio per arrivare al finale, senza, però, avere il tempo effettivo per effettuare ciò.
La scelta, quindi, di arrivare a tale capovolgimento, appare in questo modo poco sensata e coerente con quanto visto in tutta la serie. In questo cambio di registro, però, l’unica questione che risulta chiara è la centralità del personaggio interpretato da Lily-Rose Depp.
The Idol: Jocelyn e Tedros
L’attrice, infatti, durante tutta la serie, si dimostra estremamente capace di mantenere il carisma necessario per l’interpretazione di un personaggio di questo calibro. Poiché, anche se Jocelyn sembra costantemente sul punto di crollare, almeno all’apparenza, il suo fascino e la sua sontuosità non vengono mai intaccati da tutti gli ostacoli che la ragazza incontra.
A questa figura si contrappone quella di Tedros, all’apparenza estremamente capace di gestire tutto ciò che gli sta intorno. Il personaggio interpretato da The Weeknd, invece, finisce per essere la vera vittima del piano architettato da Joss, colui che da oppressore diventa oppresso. Anche la sua evoluzione, d’altronde, viene limitata dai problemi di sceneggiatura di cui abbiamo parlato prima.
Il personaggio, infatti, in questo modo appare deprivato di uno scheletro, derubato di una coerente e chiara definizione. Se, infatti, il capovolgimento di situazione appare, almeno teoricamente, una scelta narrativa interessante, lo stesso non si può dire del rovesciamento che subisce il personaggio di Tedros. Tornando al discorso iniziale, cosa sarebbe successo al personaggio di Tedros se la serie non fosse finita in cinque episodi?
The Idol e i personaggi secondari
A questi due personaggi principali si affiancano altre figure, molto diverse tra loro, quasi tutte, però, accomunate dalla mancanza di caratterizzazione e spessore. A partire dal primo episodio, infatti, gli unici personaggi secondari che sembrano vivere di vita propria sono Leia e Xander, rispettivamente interpretati da Rachel Sennott e Troye Sivan.
Tutti gli altri, invece, risultano vuoti di profondità e personalità e vittime del divenire del tempo. Non sarebbe, del resto, corretto derubricare questa mancanza di caratterizzazione dei personaggi secondari ad una problematica relativa alla breve durata della serie, poiché fin dal primo episodio questi mancano di specifiche e lineamenti, problema che sembra maggiormente dovuto a lacune narrative che alla volontà di concentrare l’intera rappresentazione sul personaggio di Jocelyn.
Tutto quanto detto fino ad ora ci farebbe pensare ad un esito abbastanza disastroso della serie di Sam Levinson. Le aspettative, infatti, dopo il caso Euphoria, erano altissime.
La produzione di The Idol, però, va probabilmente derubricata come un’occasione persa, un’opera che, partendo da ottimi ed interessanti presupposti, si è persa, complice una sceneggiatura confusa e sbrigativa, che non è riuscita a delineare al meglio il profilo di ogni personaggio.
Al di là dei rumors riguardanti possibili nuove stagioni, tutte queste lacune che la serie presenta portano l’attenzione mediatica a concentrarsi solo sugli aspetti negativi e sugli eccessi che la serie presenta, dimenticandosi delle buone interpretazioni attoriali, dell’ottima fotografia e della musica ipnotica e seducente che accompagna lo spettatore lungo tutta la serie.
Sam Levinson questa volta inciampa, ma non cade, poiché anche se i problemi della serie sono molteplici, dopo prodotti quali Euphoria, Malcolm & Marie, con The Idol dimostra nuovamente di possedere delle doti registiche e stilistiche non indifferenti. Semplicemente, un’occasione persa.