7 anni fa usciva nelle sale The Greatest Showman (ora su Netflix), uno dei musical originali più amati dal pubblico dell’ultimo decennio. Con la regia di Michael Gracey e un budget di 84 milioni di dollari, il film ne ha incassati circa 480 facendo conoscere la storia della creazione del circo.
The Greatest Showman – Trama
P.T. Barnum è un padre e un marito amorevole ma soprattutto è un uomo creativo costretto in un lavoro d’ufficio che non gli piace. Quando lo licenziano si reinventa andando a caccia di artisti e performer speciali (la donna barbuta, i gemelli siamesi, trapezisti, domatori…) dando vita ad uno spettacolo che non si era mai visto prima. Per portare il progetto su un livello ancora più alto Barnum entra in affari con Philip, attore teatrale, che coinvolgerà anche il pubblico più restio. Da qui tra discriminazioni, ostacoli, fallimenti e storie d’amore nascerà il circo Barnum & Bailey.
The Greatest Showman – Recensione
L’elemento vincente di questo musical non è solo la storia coinvolgente e piena di colpi di scena, ma anche (e soprattutto) la qualità della musica. Purtroppo la verità è una: di un musical devono rimanere impresse le canzoni. Ci si può non ricordare la trama o gli attori, ma se ci si ricorda anche solo una canzone di quel film allora vuol dire che ha fatto bene il suo lavoro. D’altronde le canzoni di The Greatest Showman sono state scritte da Benj Pasek e Justin Paul che avevano composto anche quelle di La La Land l’anno precedente, quindi il successo era assicurato! Inoltre queste sono sempre accompagnate da coreografie collettive e maestose o più piccole e intime di grande effetto, che fanno venir voglia di attraversare lo schermo e prenderne parte.
È vero, il musical è un genere particolare che deve piacere. Quante persone non lo apprezzano perché “i personaggi cantano immotivatamente all’improvviso”? A molte e del resto non si può dire che abbiano torto (anche se forse è proprio questo il bello). The Greatest Showman però è riuscito a convincere anche una buona parte degli scettici perché i suoi protagonisti sono immersi in un contesto specifico in cui cantare e ballare fa parte del loro lavoro (così come accade in Moulin Rouge o nel più recente Burlesque) a differenza di vecchi musical in cui cantare semplicemente sostituiva il normale parlato (come ad esempio in West Side Story).
Cast
P.T. Barnum è interpretato dal fantastico Hugh Jackman (Deadpool & Wolverine) accompagnato da Michelle Williams (Certain women) che interpreta sua moglie. Zac Efron (A Family Affair) invece veste i panni del giovane Philip che si innamora di Anne, personaggio impersonato da Zendaya. Per quest’ultima il film è stato una sorta di trampolino di lancio che ha dimostrato che, oltre al suo passato su Disney Channel, è capace di molto di più (come poi si è visto in Euphoria, Dune…). Per il ruolo infatti ha ottenuto il premio come Miglior attrice drammatica ai Teen Choice Awards aprendosi la strada per una carriera fin ora brillante. Rebecca Ferguson invece interpreta Jenny, la cantante di una delle canzoni più famose del film: Never Enough. A tal proposito, pochi sanno che a cantare la canzone non è l’attrice ma la doppiatrice originale Loren Allred.
This is me: una scena, una canzone e un messaggio che hanno lasciato il segno
La donna barbuta con una voce da usignolo, Lettie (interpretata da Keala Settle), è uno dei personaggi che colpisce di più non solo per la sua estetica prorompente ma soprattutto per il messaggio che porta con sé. È una donna con un immenso talento che subisce costantemente discriminazioni, che viene derisa ogni giorno dalle lavandaie che lavorano con lei, dalla gente per strada. È una donna che cerca di nascondersi il più possibile perché la società non la accetta. Quando Barnum per caso la trova e si innamora della sua voce deve faticare per convincerla che non sta scherzando e che non la sta prendendo in giro.
Lettie inizia a prendere confidenza con il nuovo ambiente in cui viene trascinata, un ambiente che per la prima volta la farà sentire accolta. Non tutto però è così semplice, alcune persone si divertono a vederla nello spettacolo ma ancora la umiliano e così lei, piena di un orgoglio faticosamente conquistato, risponde con la canzone This is me. Il testo, la voce della Settle, la scena sono estremamente potenti. La canzone infatti è stata candidata all’Oscar e ha vinto il Golden Globe come Miglior canzone. The Greatest Showman è un musical che si può vedere in famiglia, che appassiona i grandi e diverte i piccoli ma che soprattutto ci ricorda una cosa fondamentale: ognuno di noi è unico.
«When the sharpest words wanna cut me down
I’m gonna send a flood, gonna drown ‘em out
I am brave, I am bruised
I am who I’m meant to be, this is me.»