Tredicesima pellicola del DC Extended Universe, e già questo non era un buon segno, The Flash è il primo stand-alone cinematografico del personaggio The Scarlet Speedster (Flash), nato nel lontanissimo 1940 e frutto del lavoro dei fumettisti Gardner Fox e Harry Lampert. Il film è diretto da Andy Muschietti, regista noto per i successi al box office di It e It – Capitolo II, e che qui per la prima volta si cimenta con un opera di genere cinecomic.
Dopo i grandi elogi da parte di personalità illustri del mondo cinematografico, come James Gunn e Tom Cruise, e le molte dichiarazioni che descrivevano The Flash come “il miglior film sui supereroi di tutti i tempi” l’attesa e le aspettative per il film erano davvero alte, e la speranza che anche il DCEU potesse finalmente “prendere il volo” erano ormai nell’aria. Non è però stato così.
The Flash, trama
Dopo aver compiuto un importante missione al fianco di Batman (Ben Affleck) e Wonder Woman (Gal Gadot), Barry Allen/Flash (Ezra Miller) decide di far visita alla sua vecchia casa d’infanzia, un luogo a lui carissimo, ma che gli riporta alla mente anche tragici ricordi. Quella dolce dimora è stata infatti teatro dell’assassinio della madre di Barry, e del conseguente arresto del padre, ingiustamente accusato dell’omicidio li avvenuto.
In modo accidentale, grazie alla sua velocità, Barry scopre di possedere le capacità per tornare indietro nel tempo e cambiare così il corso degli eventi. Il ragazzo decide quindi di tornare al giorno della morte della madre, per impedirne il compimento e rivivere la gioia di stare insieme alla sua famiglia. Ovviamente questa scelta avrà però importanti ripercussioni su tutto l’universo.
The Flash: una storia che non si capisce dove vada a parare
In un annata in cui, con Spider-Man: Across the Spider-Verse, abbiamo toccato uno dei maggiori apici di adattamenti fumettistici, un opera come The Flash era l’ultima cosa di cui avevamo bisogno. Multiversi, versioni alternative, easter egg improbabili non bastano a salvare un film che minuto dopo minuto, atto dopo atto traghetta inesorabilmente verso una meta davvero poco chiara e poco definita.
Tutta la storia dell’opera in questione ha come suo inizio la scelta di Flash di alterare il corso degli eventi passati per salvare la vita e il destino dei suoi genitori. Non bastano i consigli di uno (stranamente) saggio Batman a fermare un idea tanto assurda quanto deleteria per il mondo intero. Ma in fondo, Flash è soltanto un medico forense dotato di poteri straordinari, e Bruce Wayne è forse una delle persone più intelligenti del mondo intero, quindi perchè dargli ascolto?
Come se questo non fosse già abbastanza, la stupidità del personaggio di Barry Allen fa staffetta con la sua velocità, e il finale del film va letteralmente contro a tutto quello che si è visto nei 140 minuti precedenti, cozzando e riportando il tutto ad un nulla di fatto. Ezra Miller fa sì una buona performance, ma questa viene in parte annullata dalla pessima scrittura dei personaggi da lui interpretati.
Eroi allo sbaraglio
Sorvolando questi deficit iniziali, le cose non migliorano affatto. Il Flash della timeline principale si scontra con il sé stesso del 2013 di una realtà alternativa e, dopo varie battutine pubblicitarie poco divertenti, i due collaborano per sistemare i danni creati. Ad accompagnarli in questa avventura Il Batman dei cari tempi andati interpretato da Michael Keaton e Supergirl (Sasha Calle).
Quanto appena raccontato non dovrebbe essere un cattivo presagio, peccato che l’uomo pipistrello burtoniano è irriconoscibile, e la cugina di Superman è un personaggio utile quanto un secchiello di sabbia nelle vaste dune del Sahara. Stendiamo poi un velo pietoso sul generale Zod (Michael Shannon), anch’egli sprecato e con le stesse criticità di 10 anni fa, quando apparve come antagonista nel film di Snyder L’uomo d’acciaio.
CGI e regia da strapparsi i capelli
Guardando questo film è più che lecito che lo spettatore stesso si chieda se non sia egli stesso stato catapultato in epoche passate a causa dei glitch temporali causati dall’eroe Flash. Se infatti si pone l’occhio sugli effetti speciali/visivi e il livello di credibilità di questi ultimi sembra che l’evoluzione tecnologica nel campo della CGI si sia fermata anni addietro, ben prima di quanto visto in The Avengers (2012), che accostato a questo film assume quasi le vesti di capolavoro.
Movimenti macchinosi, sfondi e paesaggi realisticamente pari allo zero e una regia priva di qualsiasi guizzo. Scagionato da ogni colpa il budget, che per questo progetto ammontava a circa 220 milioni di dollari. Una cifra non inferiore ai suoi recenti “colleghi” Doctor Strange nel Multiverso della Follia e The Batman, tecnicamente superiori anni luce a questo film.
In conclusione
Questo The Flash di Muschietti è un disastro sotto molti; anzi, troppi punti di vista. Non bastano una buona interpretazione del protagonista e l’iconico “Io sono Batman” di Michael Keaton a salvare un film che manca di troppi punti d’appoggio: trama, personaggi, villain, stupore visivo, questi sono alcuni degli elementi fondamentali per un cinecomic, un genere che vive di emozioni e di scene d’azione spettacolari che, in questo The Flash, non si riescono mai a percepire. Un occasione sprecata, un film che crolla nelle sue lacune.