Ve ne abbiamo già parlato anche noi qui: la Lionsgate, coadiuvata dalla Blumhouse, ha in programma un reboot di The Blair Witch Project. La notizia degli ultimi giorni è che il cast originale si è scagliato contro la casa di produzione statunitense. Dietro questa presa di posizione non solo motivazioni economico, ma anche etiche.
Le richieste del cast originale di Blair Witch
I tre attori che compongono il cast originale, Joshua Leonard, Michael Williams e Heather Donaue, hanno avanzato, attraverso un comunicato, delle specifiche richieste alla Lionsgate.
La prima ha a che vedere con il pagamento di residui retroattivi per, citando direttamente le parole utilizzate dagli attori, “i servizi di recitazione resi nel BWP originale, equivalenti alla somma che sarebbe stata assegnata attraverso la SAG-AFTRA, se avessimo avuto un’adeguata rappresentanza sindacale o legale al momento della realizzazione del film.”
La seconda richiesta si fonda sulla volontà di essere consultati per qualsiasi futuro progetto che abbia a che vedere con Blair Witch. Che si tratti di possibili sequel, reboot, ma anche di merchandise, giocattoli, giostre o escape room i tre attori chiedono che il loro parere venga preso in considerazione. Joshua, Michael e Heather, rivolgendosi alla Lionsgate, si sono autodefiniti “la vostra arma segreta più grande, ma finora inutilizzata!“, non nascondendo la loro delusione per i modi in cui il film è stato più volte riproposto al cinema. The Blair Witch Project ha avuto infatti due sequel, entrambi con risvolti negativi per quanto ha riguardato gli incassi e la critica. Il primo risale al 2000 e si intitola Blair Witch 2 – Il libro delle streghe, mentre il secondo, Blair Witch, è del 2016.
La terza e ultima richiesta è pensata per promuovere artisti emergenti. In poche parole, una sovvenzione di 60.000 dollari (il budget del film originale) erogata annualmente da Lionsgate. Il contributo prenderebbe il nome di “Blair Witch Grant” e aiuterebbe un aspirante regista di genere a realizzare il suo primo lungometraggio. Si tratterebbe di una sovvenzione, non di un fondo di sviluppo, pertanto Lionsgate non deterrebbe alcun diritto sul progetto.