Diretto dall’immenso James Cameron, noto per aver dato vita al visionario Avatar e al colossal romantico Titanic, Terminator 2 – Il giorno del giudizio è il sequel del film Terminator del 1984 dello stesso regista, che ha dato origine a una saga ideata per denunciare la tendenza degli esseri umani a diventare brutali macchine senza compassione. Ed è proprio da questa riflessione, più che mai attuale, che deriva l’inarrestabile successo del secondo capitolo rilasciato nel 1991.
Terminator 2 – Il giorno del giudizio: trama
Una fila interminabile di veicoli a quattro ruote scorrazza nel traffico cittadino, alcuni pedoni attraversano la strada immersi nei propri pensieri. Un paio di ragazzini si divertono su un’altalena, poi un lampo accecante, seguito dalla desolazione delle rovine di una metropoli. Così James Cameron proietta lo spettatore nella storia che vuole raccontare, mettendolo di fronte alle conseguenze di un conflitto nucleare iniziato dall’uomo stesso, o meglio dall’intelligenza artificiale chiamata Skynet.
Nel 2029, robot senz’anima progettati da Skynet imbracciano armi futuristiche micidiali, costringendo i superstiti della catastrofe a fronteggiare la nuova minaccia delle macchine che camminano tra gli uomini. È il 1995 e Sarah Connor, madre del leader John Connor (Edward Furlong) che guiderà i superstiti della catastrofe contro la spietata intelligenza artificiale, è consapevole che l’olocausto nucleare annunciato dal defunto Kyle Reese si verificherà il 29 agosto del 1997, portando infine allo scenario di guerra tra umani e robot di cui sopra.
Dopo il primo tentativo di eliminare Sarah prima ancora della nascita di John, Skynet invia nel passato una nuova minaccia, un Terminator ancor più letale del precedente, ma anche la resistenza stavolta ha il suo robot da mandare in campo, pronto a difendere il leader in erba con ogni mezzo.
Arnold Schwarzenegger, un Terminator umano
Di Arnold Schwarzenegger attore si è detto tanto nel corso degli anni, ma della sua interpretazione del T-800 in Terminator 2 – Il giorno del giudizio anche di più. Supportato da una scrittura intelligente e audace, Arnold mette in scena un protagonista robotico che apprende gradualmente gli usi e i costumi del genere umano, e quest’evoluzione prevista da sceneggiatura si riflette palesemente in ogni dettaglio della sua interpretazione, determinando variazioni nei toni e nei movimenti nel corso del film, un po’ come se attore e personaggio crescessero insieme a braccetto.
Schwarzenegger è un Terminator umano, più degli umani stessi che porteranno alla rovina il pianeta progettando Skynet.
A detta della stessa co-protagonista Sarah Connor, il Terminator diventa il padre che John non ha mai avuto, affiancandolo e proteggendolo ad ogni passo del lungo e tortuoso viaggio verso la futura leadership della resistenza. Schwarzenegger dimostra la sua abilità di saper scegliere i propri ruoli in modo da trarne fuori il meglio possibile, tutto ciò però senza sminuire la capacità di tradurre in vere emozioni per il pubblico alcune tra le più iconiche scene del film.
Ad esempio, il momento in cui il T-800 chiede a John Connor cosa porta gli umani a piangere riesce a toccare più corde di quanto ci si possa aspettare da un semplice Action Sci-fi, portando gli spettatori a riflettere sul significato di gioia e dolore e su come questi influiscono sulla nostra esistenza.
Memorabile anche l’interpretazione di Robert Patrick nei panni del Terminator antagonista T-1000, che rappresenta l’esatto contrario del suo avversario: freddo, senza emozioni e noncurante delle numerose vittime che si lascia dietro. Patrick sfodera ad ogni messa a fuoco lo sguardo di ghiaccio di chi ha soltanto metallo nell’anima.
Linda Hamilton, un’antieroina d’eccellenza
Linda Hamilton in Terminator 2 – Il giorno del giudizio coglie in pieno la portata drammatica della condizione della protagonista femminile: un’antieroina determinata a proteggere suo figlio, e ciò è evidente già dalla prima volta in cui viene inquadrata dalla cinepresa. In anni di reclusione non si è mai rassegnata, ha continuato ad allenarsi fisicamente e mentalmente per essere pronta a fronteggiare la catastrofe che incombe.
In realtà, non è soltanto un’instancabile sostenitrice della futura resistenza, ma è soprattutto una donna forte, una madre che cerca disperatamente di proteggere suo figlio, ad ogni costo. Per riuscirci, Sarah dedica la propria esistenza a preparare John a diventare futura guida dell’umanità in guerra con i robot. Da qui si denota la volontà del regista di mostrare al pubblico una Sarah che non ha bisogno di niente e nessuno se non di sé stessa per cavarsela, fatta eccezione per l’amore di suo figlio.
Quella di Linda Hamilton è dunque un’interpretazione meritevole di un più ampio riconoscimento (non è stata neanche nominata agli Oscar di quegli anni), ma che nulla comunque avrebbe potuto al confronto con le prove attoriali di protagoniste quali Susan Sarandon in Thelma & Louise e Jodie Foster ne Il silenzio degli innocenti.
Terminator 2: l’ispirazione di James Cameron per il film
Forse non tutti sapranno che il prequel del 1984 con protagonista Arnold Schwarzenegger prende ispirazione da un incubo avuto da Cameron durante i giorni della presentazione del film Piraña paura nella capitale d’Italia: un torso metallico sfuggito a un’esplosione, che avanza, minaccioso, impugnando coltelli da cucina.
E proprio come accaduto per il primo capitolo, frutto di un sogno terrificante del regista, anche l’idea alla base di Terminator 2 – Il giorno del giudizio ha origini quasi leggendarie. James Cameron ha infatti rivelato, in occasione del trentesimo anniversario della pellicola, di aver tratto ispirazione per la trama da una canzone di Sting intitolata Russians, in cui il cantante si dichiara fermamente contrario all’utilizzo di ordigni nucleari in guerra, poiché gli uomini hanno la stessa biologia, anche se diversa ideologia, e dunque non devono distruggersi a vicenda con armi il cui uso è così contrario al concetto di vita stesso.
Proprio da questo pensiero è nato Terminator 2 – Il giorno del giudizio. E l’origine del film non sorprende affatto, considerando la critica insita agli esseri umani, a volte troppo presi dalla sete di potere e dalla diffidenza per accorgersi del male che fanno.
Terminator 2: i riconoscimenti del film di James Cameron
Terminator 2 – Il giorno del giudizio rappresenta ancora oggi una pietra miliare del cinema di fantascienza con cui ogni opera cinematografica dello stesso genere deve inevitabilmente confrontarsi. La qualità dimostrata dal lavoro di Cameron e compagni è anche testimoniata dai numerosi riconoscimenti ottenuti: ben quattro Premi Oscar di cui miglior trucco, miglior sonoro, miglior montaggio sonoro e migliori effetti speciali.
Complice anche un budget prima di allora mai così alto (più di 90 milioni di dollari), gli addetti ai lavori hanno potuto fare un utilizzo massiccio della CGI, raggiungendo grandi livelli qualitativi per l’epoca, soprattutto nella resa grafica dei due Terminator rivali.
In gran parte, i memorabili effetti speciali derivano dal lavoro della Industrial Light & Magic per la CGI e da Stan Winston (insignito dell’Oscar al miglior trucco) per gli effetti pratici (a lui dobbiamo la straordinaria resa dello scheletro metallico del T-800), e la spesa in effetti visivi fu di 5 milioni di dollari. Un gruppo di 35 persone tra informatici, tecnici, animatori e artisti del settore lavorò senza sosta, per dieci mesi di produzione (nonostante i cinque minuti di film realizzati in totale), per ottenere lo spettacolare risultato finale.
Da menzionare anche la risonanza culturale della colonna sonora del film, realizzata dal compositore statunitense Brad Fiedel e incisa su un album rimasto per sei settimane sulla Billboard 200.
In conclusione
Terminator 2 – Il giorno del giudizio è un riferimento imprescindibile per qualunque regista voglia cimentarsi nello Sci-fi, ma è anche e più di ogni altra cosa un lavoro di introspezione del regista, che mette a nudo le contraddizioni alla base di qualsiasi guerra, ne denuncia le bassezze e l’insensatezza, invitando infine lo spettatore a riuscire nell’impresa titanica del T-800: trovare la propria umanità, e tenersela stretta, imparando gli uni dagli altri, così com’è stato per l’inizialmente impacciato Terminator di Arnold e il ribelle John Connor.