A primo impatto sembra di guardare un prodotto dell’universo kinghiano. “Strange Things” ha le stesse atmosfere di “It” o dello splendido “Stand by me” e sicuramente gli autori un po’ d’ispirazione, dal maestro dell’horror letterario, l’hanno presa.
Bastano pochi minuti della prima puntata per capire però che siamo davanti ad un prodotto molto più complesso. I protagonisti sono sempre dei ragazzini che vanno alla ricerca di qualcuno che è scomparso, ma chi è scomparso trova sempre un modo per comunicare, un modo che loro, insieme alla madre interpretata da Wynona Rider, dovranno decifrare. Ma dove è finito il ragazzino scomparso? In una realtà alternativa alquanto infernale, “il sottosopra”.
I ragazzi verranno affiancati da Undici, una ragazzina dai capelli rasati che ha poteri paranormali, perchè cresciuta in un laboratorio. Insomma ci sono tutti gli ingredienti per raccontare una storia capace di tenere lo spettatore incollato al divano.
Un tratto fondamentale della serie è l’ambientazione; la prima stagione inizia in un fittizio paese dell’Indiana nell’anno 1983 e quindi, chi ha vissuto quel periodo, potrà ritrovare oggetti e canzoni che faranno effetto madeleine di Proust. I richiami e gli omaggi a film dell’epoca sono divertenti e non disturbano la visione del telefilm, anzi!
Mike, Dustin e Lucas dovranno sfidare, insieme a Undici, Steve, Nancy e Jonathan, le inquietanti creature del sottosopra, pronte a conquistare il mondo.
Mano a mano che la serie prosegue (Stranger Things è alla terza e penultima stagione) i personaggi si evolveranno e arricchiranno questo piccolo capolavoro prodotto da Netflix. Il rischio di girare serie tv con dei bambini è quello di dover fare dei salti temporali per giustificare la rapida crescita dei pargoli attori; in questo senso anche “Strange Things” ha dovuto adeguarsi al tempo che passa ma, oltre che fisicamente, i personaggi si sono evoluti insieme alla storia. Qualche personaggio verrà ucciso (quindi preparate anche qualche fazzoletto), ma la cosa fondamentale è che i fratelli Duffer, registi e ideatori della serie, mantengono alta l’asticella dell’interesse, introducendo nuovi personaggi e giocando con gli spettatori sul prossimo che verrà sacrificato. I due registi tengono al loro pubblico e i personaggi più apprezzati rimangono in vita, dando questo potere a chi guarda; ad esempio Undici e Steve dovevano morire nella prima stagione, ma il pubblico ha apprezzato talmente i due personaggi che in fase di scrittura sono stati risparmiati dalla crudele fine che li aspettava.
I registi hanno girato con una telecamera speciale, per far sembrare che la serie fosse stata girata a quei tempi.
Le riprese sono state effettuate in Georgia, precisamente a Jackson e ad Atlanta nel campus dell’università Emory.
Cosa dire della colonna sonora? Semplicemente magistrale! Innanzitutto perché è una raccolta di canzoni anni ‘80 che rimangono sempre nel cuore e nella mente di chi le ascolta e poi perchè le musiche inedite, anche se sono contemporanee, hanno un qualcosa di retrò che le rende perfette. Infatti il rischio è sempre quello di snaturare l’ambientazione con musiche inappropriate, ma i due musicisti (Kyle Dixon e Michael Stein) sono riusciti a fare un lavoro eccellente, in condizioni non sempre facili.
Chi avesse finito di vedere anche la terza stagione di Stranger Things e si sentisse orfano di tali emozioni, può dirottare il tutto guardando qualche film che ha sicuramente influenzato la produzione: E.T. di Spielberg, Super 8 di J.J. Abrams, Stand by me di R.Reiner, I Goonies di R. Donner, I Gremlins di J. Dante, It di T.L.Wallace e Fenomeni paranormali incontrollabili di M.L.Lester. I titoli non mancano, sia per rievocare gli anni ’80, che per trovarsi davanti una creatura che vuole a tutti i costi conquistare la Terra.
Il fenomeno “Stranger Things” è oramai a livello planetario (40,7 milioni di utenti Netflix ha guardato il programma) quindi i produttori ne approfittano, invadendo il mercato con i gadget della serie. Tra i più curiosi possiamo trovare:
– Il gioco di carte Eggo, dove le carte sono a forma di waffle
– Il monopoli di Stranger Things
– La polaroid con il logo della serie
– Un libro di ricette ispirate
Ma se fate un giro in rete troverete una miriade di materiali, quindi non vi resta che digitare Stranger Things su google e navigare nei meandri di un mercato che è sempre più in espansione, il mercato dei nerd, perché diciamocelo, davanti a una serie del genere diventiamo tutti un po’ nerd.
Jackson : https://goo.gl/maps/c9zm2Rof3SsSQw6L7
Campus università Emory: https://goo.gl/maps/7bRru2JHNYrBGUB37