Sound of Metal è un film del 2019, disponibile su Amazon Prime Video da inizio dicembre 2020, diretto da Darius Marder e scritto insieme a Derek Cianfrance. Il lungometraggio è un’opera che va soprattutto ascoltata, piuttosto che osservata. Nel film, il vero protagonista è uno dei nostri cinque sensi: l’udito. Ciò che Marder fa, in maniera magistrale, è quello di riuscire a descrivere e trasmettere l’importanza di una sensazione. Attribuiamo ai sensi e alle nostre capacità, una rilevanza quasi sempre scontata, data dalla nostra abitudine, non si è mai pronti a mettesi in discussione, a ri-abituarsi e rientrare in contatto con un nostro corpo, diverso. Questo è ciò che si trova ad affrontare Ruben (Riz Ahmed) in Sound of Metal, che insieme alla fidanzata Lou (Olivia Cooke), vive la propria vita per la musica.
Come si fa a trasmettere una sensazione? Come si fa a scrivere e raccontare le paure, le angosce e le difficoltà interne di chi sta vivendo una mutazione permanente, come la perdita delle funzionalità dell’apparato uditivo? L’udito, è il primo dei cinque sensi che si sviluppa nel feto, quindi: il primo contatto percettivo con il mondo esterno prima della nascita. Nell’opera, la mutazione e l’accettazione del cambiamento, sono gli elementi più importanti della sceneggiatura. La crescita spirituale interiore, il conflitto causato da un mutamento che ha il potere, di portare via tutto ciò per cui si stava vivendo fino a quel momento. Marder riesce a raccontare le emozioni fisiche e psicologiche di Ruben, grazie soprattutto alla collaborazione con Nicolas Becker, iniziata un anno prima rispetto al resto della crew. Il sound designer francese, che tra i suoi lavori vede grandi opere come Arrival e Gravity, costruisce una narrazione sonora penetrante, che pone in contrasto le sensazioni del protagonista con l’ambiente sonoro circostante. La distorsione, il suono ovattato, poi di colpo di nuovo il suono pulito e poi il silenzio.
Per fare questo Becker cerca di registrare il suono più al naturale possibile. Non solo il suono esterno, ma anche i suoi che si generano all’interno del corpo di Ruben, grazie a dei piccoli microfoni che costruisce appositamente. La sensazione del suono interno ricostruito dal cervello, è una sensazione, che come dice il sound designer, abbiamo in qualche modo provato tutti, per esempio quando ci spingiamo sott’acqua e il suono diviene ovattato e veicolato dal nostro corpo. Becker e Marder si confrontano direttamente con delle persone che hanno vissuto in prima persona questo cambiamento, cercando così di ricostruire il suono il più simile possibile, sia nella mutazione fisica e sensoriale, sia per ciò che concerne l’impianto.
Per entrare più nello specifico della narrazione, Ruben e Lou, sono due ragazzi che hanno deciso di dedicare la propria vita alla musica. Hanno una loro band, dove Lou canta e suona la chitarra e Ruben la batteria. Vivono in un van e hanno un tour da seguire, per poter portare al pubblico la propria musica e farsi conoscere. Negli sguardi e nelle emozioni che trapelano dai corpi dei ragazzi sul palcoscenico, emerge tutta l’adrenalina e la potenza che accompagna questa passione, hanno scelto di dedicarsi completamente a questo perché è ciò che più li soddisfa come nient’altro. Proprio in una di queste serate, Ruben si accorge di quello che sta cambiando in lui, di ciò che sta perdendo e l’incredulità di dover affrontare qualcosa che potrebbe davvero portargli via tutto ciò che sta cercando di costruire.
Inizialmente Lou non viene coinvolta da Ruben in ciò che sta accedendo, probabilmente per paura proprio della reazione comprensibile, che lui non vorrebbe affrontare. Quando non vi è più la possibilità di nasconderlo, Ruben racconta tutto. Lou vuole assolutamente che Ruben si curi, che si faccia aiutare da qualcuno, per questo lo accompagna in una comunità di non udenti, per poter avere un supporto in questo momento difficile. In seguito a un rifiuto, Ruben entra in questo luogo, dove l’accettazione del sé è un processo interiore spirituale, dove si cerca di comprendere come convivere con la propria condizione, senza vederla come un problema, tutto ciò sotto la guida di Joe (Paul Raci). Significa imparare una nuova lingua, imparare un nuovo approccio al mondo e Ruben condivide questi momenti anche con dei bambini non udenti, che riescono sicuramente a insegnare molto al ragazzo.
Il protagonista vive effettivamente un cambiamento, che lo aiuta a uno sviluppo interiore profondo, ma non è così semplice distaccarsi dalla propria vita precedente. Ruben sembra comprendere i principi su cui si fonda la comunità, ma non riesce a viverseli appieno. Decide di fare l’operazione dell’impianto uditivo, che permette di riacquisire leggermente la facoltà di percepire i suoni, ma una volta presa questa decisione, tutto non sarà più davvero come prima. Lou non è più la stessa di prima, ciò che aveva, è stato venduto per raccogliere la somma di denaro necessaria all’intervento, nella comunità non può più stare perché ne ha violato i principi, tutto ciò che rimane è il silenzio. Un silenzio interiore ed esteriore, ventre della ricerca di sé stesso e di un luogo nel mondo.
Sound of metal è stato presentato al Toronto International Film Festival il 6 settembre 2019, dopo il quale Amazon ne ha acquistato i diritti di distribuzione. Ha vinto il Golden Eye come miglior film per la categoria International Feature Film Copetition alla quindicesima edizione dello Zurich Film Festival e una nomination come miglior attore per Riz Ahmed ai Gotham Independent Film Awards del 2021.