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Shantaram: fine prematura per la serie Apple Tv+

Shantaram, non ci saranno altre stagioni

Shantaram, la serie tv basata sull’omonimo libro di Gregory David Roberts, si ferma ad una prima ed unica stagione. Apple tv + ha già diffuso il 16 dicembre l’episodio finale.

In onda dal 14 ottobre 2022, Shantaram ha come protagonista Lin Ford, interpretato da Charlie Hunnam. L’ uomo è un fuggitivo che cerca di sopravvivere in India, nella caotica e pericolosa Bombay degli anni Ottanta. Nel tentativo di far perdere le proprie tracce, l’uomo si innamora di Karla, una donna attraente e misteriosa, interpretata da Antonia Desplat. L’ amore con tutte le sue complicazioni, rischia di vanificare la sua libertà.

Il resto del cast è composto da Vincent Perez (Didier) e Alexander Siddig (Khader Khan)

Insieme a Mosquito Coast e Ted Lasso , Shantaram doveva rappresentare uno dei prodotti di punta di Apple Tv +. Lo scoppio della pandemia ad inizio 2020 ha rallentato la produzione dopo le riprese di due soli episodi. A maggio 2021, le riprese dei restanti episodi sono ripartite in India, seppur con gli onnipresenti rischi sanitari.

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Il film mai nato di Shantaram

Nonostante il fascino della storia, le vicende di Lin Ford non hanno fatto breccia nel cuore degli spettatori, almeno secondo i produttori. Tuttavia, la sfortuna di Shantaram ha origini lontane. Nel 2008, il progetto di adattamento doveva essere quello di un film con inizio riprese fissate alla fine di quell’anno. Nonostante la presenza nel cast di Johnny Depp in veste sia di attore che di produttore, lo Shantaram cinematografico non è mai decollato veramente.

Il dodicesimo e ultimo episodio della serie è intitolato “Tutta questa strada solo per arrivare fino a qui”. La fuga di Lin può essere il modo giusto per salutare gli spettatori. Anche se il mondo creato da Roberts, prevedeva un’espansione della storia. Per ora l’ipotesi di un proseguimento, sembra essere definitivamente tramontata.

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Francesco Maggiore
Francesco Maggiore
Cinefilo, sognatore e al tempo stesso pragmatico, ironico e poliedrico verso la settima arte, ma non debordante. Insofferente, ma comunque attento e resistente alla serialità imperante, e avulso dai filtri dall'allineamento critico generale. Il cinema arthouse è la mia religione, ma non la mia prigione.

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