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Searching for Sugar Man – recensione del documentario sul cantautore Rodriguez

Searching for Sugar Man” è un documentario del 2012 incentrato sulla figura del cantante americano conosciuto come Rodriguez. Diretto da Malik Bendjelloul, regista svedese suicidatosi l’anno successivo per depressione. Il film vince il premio Oscar al miglior documentario nel 2013 ed ottiene un buon successo al botteghino, classificandosi tra i prodotti non di finzione più venduti dell’anno. Con il passare del tempo l’opera diventa un cult e diffonde la musica di Rodriguez nel mondo, dopo un intero periodo di bassa visibilità.

Searching for Sugar Man – trama

Il documentario racconta la vita di Sixto Rodriguez, cantante figlio di un messicano, che ha vissuto la sua vita a Detroit, lavorando come semplice operaio. La sua passione per la musica lo ha portato ad esibirsi in alcuni piccoli locali della città dove è stato notato da alcuni discografici. I testi, in particolare, incentrati sulle condizioni sociali del proletariato di Detroit rivelano una sensibilità artistica unica ed esclusiva. Il successo però non arriva e gli unici due album pubblicati divengono un flop commerciale. Sarà quindi costretto a tornare alla vita di tutti i giorni. Il destino vuole però che le sue canzoni trovino un largo consenso in Sud africa. Senza avere la minima idea di quello che dall’altra parte dell’oceano stava accadendo, Rodriguez viene contattato negli anni 90 da un gruppo di ammiratori che hanno incominciato una ricerca impossibile per scoprirne la vera identità.

Rodriguez

Searching for Sugar Man – recensione

Searching for Sugar Man è un imperdibile documentario, che rivela al mondo la figura di Sixto Rodriguez, una leggenda metropolitana nascosta per troppo tempo nei vicoli di Detroit. Una storia surreale e inspiegabile, che ha interessato un cantautore folk rock dal grande talento. L’interesse del pubblico nei suoi confronti cresce a dismisura dopo la distribuzione nelle sale. Adesso la gente sembra aver preso coscienza dell’artista sconosciuto, interessandosi alle sue canzoni, oggi intramontabili pezzi rock.

Si cerca di fare chiarezza sull’uomo che si nasconde dietro la figura della giovane promessa americana, celando, attraverso un’intervista fatta direttamente dal regista, l’identità segreta. Una persona seria e poco incline ai riflettori, preoccupata dalla politica del suo paese e sempre attento alle esigenze degli abitanti della sua città. Un uomo buono, che ha lottato sia attraverso la musica, che partecipando alla vita collettiva, per l’ottenimento dei diritti dei lavoratori, appartenenti alle classi inferiori. Un carattere attento ed estremamente sensibile, che è emerso con chiarezza anche nel breve periodo musicale.

È bastato giusto un biennio al giovane Sixto, per imporsi tra i più apprezzati cantautori della sua generazione, almeno in Sud Africa, considerato l’insuccesso gigantesco avvenuto in patria. A dimostrazione di come alla fine di tutto, quando un’artista ha veramente qualcosa da dire, verrà ricompensato per il bene dispensiato con la sua arte. È una storia unica la sua, che difficilmente sarà possibile ripetersi per un qualsiasi altro cantante.

Rodriguez

Il grande focus su cui infatti il documentario vuole fare enfasi, è lo straordinario fenomeno avvenuto in Sud Africa, dove Sixto avrebbe venduto quasi un milione di copie. La sua musica ha avuto estremamente importanza nel periodo violento dell’Apartheid. Un uomo semplice, figlio di immigrati, che diviene un portabandiera a sua insaputa, della lotta ai diritti civili. I testi delle proprie canzoni fanno acquisire consapevolezza agli abitanti del più basso paese africano. La poetica e la bellezza di quei brani servono quindi a trovare il coraggio per alzare la testa e a dare forza alle azioni di disobbedienza civile.

Il suo peso sulla cultura di massa sudafricana si rivela perciò imprescindibile. La gioia che emanano i soggetti intervistati, provenienti dalla città di Johannesburg, dimostrano l’enorme impatto mediatico, che ha suscitato sulla popolazione del luogo. La sua influenza sembra quasi benzina per gli attivisti sociali, pronti a dichiarare guerra al governo razzista. In questo quadro storico, la storia di Rodriguez ha dell’incredibile, poiché senza esserne a conoscenza, schiarisce l’appannaggio propagandistico di uno Stato.

Rodriguez

L’opera di Malik Bendjelloul si concentra quindi sull’intervista di giornalisti e fan di Rodriguez, che raccontano il loro periodo di indagine sulle vere tracce del cantante americano, avvenuta nella metà degli anni 90. Pare infatti, per complesse e inspiegabili ragioni, non solo l’artista non era a conoscenza dell’episodio, ma che anche i suoi ascoltatori non avessero la possibilità e il modo di scoprire maggiormente la vera origine di quella mistica figura. Le uniche informazioni a riguardo erano i due unici vinili pubblicati, poi copiati illegalmente, a causa del successo, da una serie di case discografiche del posto.

Una vicenda sbalorditiva e irripetibile, che vede connettersi un apparente hippy americano, dedito al lavoro e alle rivendicazioni di diritti degli operai, delle industrie di Detroit, e un intero popolo soppresso da una censura impressionante, a migliaia di kilometri di distanza. La forza della musica permette l’abbattimento di barriere e un avvicinamento tra le persone particolarmente sensibile e commovente, mosse tutte da identici fini di libertà.

Rodriguez

Conclusione

Il regista racconta questa piccola perla della musica rock, attraverso uno sguardo indubbiamente introspettivo. Emozionante è vedere il singolo personaggio di Rodriguez, al quale viene riconosciuto quella gloria che gli è mancata da sempre. Un film che ripercorre il passato, il presente e il futuro di un cantautore con fin troppi misteri. Una buonissima regia e un’efficace struttura narrativa fanno da base portante. Potrebbe essere articolato in due sezioni, la prima quando viene ripercorsa la biografia senza il protagonista, in cui sale un crescendo di tensione. La seconda in cui compare sullo schermo e dove l’emozione accumulata dall’inizio del racconto fuoriesce come in un’esplosione. Un gioco di astuzia per far combaciare simbolicamente la trepidazione dello spettatore, con il momento della storia in cui finalmente i sudafricani conoscono dal vivo il musicista straniero.

PANORAMICA

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Un ottimo documentario che punta a divulgare la figura di un cantautore di nome Sixto Rodriguez, per troppo tempo sconosciuto ai più, se non dalla gente sudafricana, che da sempre lo ha supportato e amato con tutto il cuore. Una storia incredibile che non poteva non passare inosservata.
Giovanni Veverga
Giovanni Veverga
Amo gli autori che vogliono e sanno come raccontare una storia in grado di affascinare lo spettatore.

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