Tornerà nelle sale italiane per tre giorni dall’8 al 10 aprile il classico di Brian De Palma, “Scarface“, con un indimenticabile Al Pacino. Distribuito da Lucky Red e restaurato in 4k, “Scarface” fa parte di quei pochi film che hanno lasciato un’impronta indelebile nel vasto panorama del cinema americano, soprattutto quello che racconta di torbide ascese criminali.
Datato 1983, “Scarface” si distingue per la sua brutalità e la sua crudele sincerità, unita ad un’irresistibile carica di energia. Al Pacino ha lasciato nell’immaginario collettivo un’interpretazione leggendaria nei panni di Tony Montana. Il film si insinua nelle pieghe oscure dell’animo umano, mettendo in scena una tragica epopea di ambizione, potere e autodistruzione.
Scarface: il cast
Diretto da Brian De Palma, su una tesa sceneggiatura di Oliver Stone. “Scarface” è interpretato da Al Pacino nei panni iconici del delinquente cubano Tony Montana, mentre Steven Bauer è il suo amico fraterno e compagno nella sua scalata criminale, Manny Ribera. Michelle Pfeiffer invece è Elvira, la futura donna del gangster, e in precedenza moglie del boss Frank Lopez, interpretato da Robert Loggia. Mentre Mary Elizabeth Mastrantonio è Gina, l’amatissima sorella di Tony. Paul Shenar invece è Alejandro Sosa, prima alleato e poi nemico spietato dello stesso Montana.
Scarface: trama e recensione
La trama di “Scarface” segue il percorso di Tony Montana, un immigrato cubano che con l’esodo di Mariel arriva a Miami negli anni ’80 con un’elevata ambizione. Determinato a scalare le gerarchie del crimine, Tony si immerge nel mondo del traffico di droga, riuscendo a costruire rapidamente il suo impero. Tuttavia, la sua sete insaziabile di potere e ricchezza lo condurrà su una strada di autodistruzione, trasformandolo da uomo spavaldamente ambizioso in un mostro senza scrupoli.
Piste e montagne infinite di cocaina in questo classico firmato Brian De Palma, dove l’ambizione smisurata per il potere arriva a consumare la vita di un uomo. Dalla soggezione forzata per il comunismo castrista, all’ascesa malavitosa presso la delinquenza di Miami. Montana è un uomo sfregiato non solo sopra il suo occhio sinistro, ma soprattutto nella sua anima scissa, dove la psicosi è sempre pronta ad esplodere.
Una delle caratteristiche più distintive di “Scarface” è la sua capacità di trasportare lo spettatore in un mondo oscuro e decadente. De Palma cattura magistralmente l’atmosfera torrida di Miami degli anni ’80, con le sue luci al neon, le sue spiagge soleggiate e il suo sottobosco criminale inquietante. L’uso sapiente della fotografia e della colonna sonora contribuiscono a creare un’atmosfera avvolgente e claustrofobica, immergendo lo spettatore in un vortice di violenza e corruzione.
La leggendaria performance di Al Pacino
Al centro di tutto questo c’è la performance iconica di Al Pacino nel ruolo di Tony Montana. L’attore offre un’interpretazione straordinaria, incarnando perfettamente la complessità del personaggio. Da un lato, Tony è un uomo di forte determinazione e ambizione, pronto a tutto pur di raggiungere i suoi obiettivi. “Questa cicatrice me la sono fatta giocando a soldatini” risponde l’uomo allo scherno degli agenti dell’immigrazione
Dall’altro, è anche un individuo tormentato da demoni interiori, consumato dalla sua stessa brama di potere e dalla sua incapacità di trovare la felicità. Pacino porta una profondità emotiva e una intensità fisica al personaggio che è difficile da dimenticare, rendendo Tony Montana uno dei più memorabili antieroi della storia del cinema.
L’ impatto nella cultura popolare di “Scarface”
Ma “Scarface” non è solo un’esaltazione della bravura di Pacino, ma anche un trionfo di regia da parte di Brian De Palma. Con la sua abilità nell’uso della macchina da presa e nella composizione delle scene, De Palma crea un’esperienza viscerale che cattura l’attenzione dello spettatore dall’inizio alla fine.
Le sequenze d’azione sono impeccabilmente coreografate, in particolare l’assalto finale alla villa/regno di Montana. Mentre i momenti più intimi sono resi con una sensibilità e una profondità sorprendenti. De Palma dimostra di essere un maestro nel creare tensione e suspense, mantenendo lo spettatore incollato alla sedia fino all’ultima inquadratura.
Tuttavia, ciò che distingue veramente “Scarface” è il suo impatto duraturo sulla cultura popolare. Nel corso degli anni, il film è diventato un oggetto di culto, un vero capolavoro citato e omaggiato innumerevoli volte in televisione, musica e altri film, ma anche videogames. La sua influenza si estende anche oltre il mondo dell’intrattenimento, ispirando discussioni accese su temi come l’immigrazione, il sogno americano e la violenza nella società. In questo senso, “Scarface” va oltre il suo status di semplice film d’azione per diventare un ritratto affascinante e controverso dell’animo umano.
Curiosità
In realtà lo “Scarface” firmato Brian De Palma è già un remake dell’omonimo film del 1932 firmato da Howard Hawks. Una delle tante differenze è nell’ambientazione: quello di Hawks era ambientato a Chicago, mentre quello di De Palma a Miami. Ma anche se la Florida è la location principale, la pellicola fu girata per la maggior parte a Los Angeles, proprio perchè si volevano evitare ripercussioni negative sul turismo.
Ciò era dovuto al fatto che non si voleva dare l’idea dei cubani a Miami come tutti gangster o feroci criminali. La sceneggiatura è stata scritta da Oliver Stone, che all’epoca cercava di disintossicarsi dalla cocaina, e per questo scelse di terminare la fase di scrittura a Parigi, dove sarebbe stato lontano e sobrio dal mondo della droga. L’ispirazione per il nome del protagonista principale venne a Stone pensando al suo giocatore di football preferito, ovvero Joe Montana.
Robert De Niro fu il primo attore contattato per il ruolo di Tony Montana, ma dovette declinare perchè impegnato sul set di “Re per una notte” di Martin Scorsese. Allo stesso tempo Brian De Palma era impegnato con “Flashdance”, ma abbandonò la produzione per divergenze creative. Ma soprattutto lo fece, dopo aver preferito di gran lunga lo script di Oliver Stone. Infatti “Scarface” stava per essere all’inizio diretto da Sidney Lumet.
Al Pacino voleva Glenn Close nei panni di Elvira, ma non era ritenuta abbastanza sexy dalla produzione, che alla fine optò per Michelle Pfeiffer. Mentre se all’inizio John Travolta fu considerato per il ruolo di Manny, alla fine si decise, con il produttore Martin Bergman e Brian De Palma concordi, di avere un vero cubano, ovvero Steven Bauer.
Steven Spielberg, che è sempre stato molto amico di De Palma, fin dai loro esordi cinematografici negli anni 70′, visitò il set di “Scarface”. A quel punto fu permesso al regista de “Lo squalo” di dirigere una delle prime scene relative all’assalto finale dei colombiani di Sosa alla villa di Montana. Spielberg, malgrado questo piccolo favore, chiese comunque di non venire accreditato nei titoli finali del film.
Conclusioni
In conclusione, “Scarface” di Brian De Palma è molto più di un semplice film gangsteristico nel solco di opere stile “Il Padrino” e “Carlito’s Way” (quest’ultimo sempre diretto da De Palma). Ma è un’epica del crimine che continua a catturare l’immaginazione degli spettatori oltre tre decenni dopo la sua uscita.
Con una trama avvincente, una regia magistrale e una performance indimenticabile da parte di Al Pacino, il film rimane un capolavoro senza tempo del cinema americano. Sebbene possa essere definito controverso e polarizzante, non c’è dubbio che “Scarface” abbia lasciato un’impronta indelebile nella storia del cinema e continuerà a farlo per generazioni a venire.