Robert De Niro è da poco protagonista di un altro (l’ennesimo) capolavoro d’autore. Killers of the Flower Moon è finalmente nelle sale e ancora una volta si assiste a una meravigliosa e naturale collaborazione tra lui e l’intramontabile Martin Scorsese.
Purtroppo per De Niro, non è l’unico frangente in cui lo si può vedere protagonista. Prima le voci di un litigio sul set con Leonardo Di Caprio, poi i guai in tribunale.
Da pochi giorni è infatti iniziato il processo che vede contrapporti lui e la sua ex assistente, la giovane Graham Chase Robinson. Le cronache americane stanno contendendosi l’ultima notizia in merito a un caso che ha molto della soap opera (a detta di chi lo sta seguendo passo per passo).
Tornando un attimo al 2019 si può tracciare un quadro della situazione, per chi non avesse colto gli ultimi aggiornamenti. La casa di produzione di Robert De Niro (la Canal Production) avrebbe deciso di fare causa alla Robinson per uso improprio di fondi aziendali (spese personali, per farla breve).
La ragazza avrebbe contrattaccato dichiarando di aver subito una condotta lavorativa tossica come contraltare alle dichiarazioni di De Niro (contrastate a questo punto in tutto e per tutto). La Robinson ha fatto esplicito riferimento a chiare situazioni di prevaricazione emotiva, discriminazione di genere e ritorsioni belle e buone.
Robert De Niro, da poco ascoltato in aula, ha chiesto di riavere indietro sei milioni di dollari come risarcimento per le spese in miglia aeree di Graham Robinson. Quest’ultima ha invece avanzato la proposta di dodici milioni di risarcimento economico e morale per le offese subite.
Il processo sta portando a galla dettagli che prima erano sottaciuti. Innanzitutto sappiamo che la Robinson entrò nella società di De Niro a venticinque anni e che dopo un iter di crescita arrivò ad essere, non solo assistente personale dell’attore, ma anche vice-presidentessa della società.
Si è dunque difesa, una volta che la Canal Production le fece causa quattro anni fa, sostenendo che il suo lavoro richiedeva una reperibilità di 24 ore su 24. Pertanto i viaggi e gli spostamenti erano necessari (e chiaramente a carico dell’azienda).
Il processo De Niro-Robinson è degenerato nel momento in cui non erano più soltanto prove di carattere monetario ad essere questionate. Si è passati fin da subito ad accuse di dubbio gusto e di utilità spiazzante.
De Niro è stato accusato anche di aver chiamato la sua assistente mentre orinava. Trattasi di uno scherzo di cattivo gusto? I giudizi avranno molto da lavorare, questo è certo.
Fatto sta che Robert De Niro gode di un indice di gradimento in ribasso. Prima il caso di Caprio, poi la separazione milionaria dalla moglie (Tiffany Chen). Adesso questo processo a suon di accuse ridicole e ridicolizzanti.
Un periodo dolce amaro per uno degli artisti americani più amati di sempre.