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Radio days – La commedia nostalgica di Woody Allen

Corre l’anno 1987 quando il già affermato Woody Allen si dedica alla regia del suo diciottesimo lungometraggio. Emblema e incarnazione di un nuovo cinema dall’ironico e intellettuale pessimismo newyorchese, nel suo nuovo progetto il regista si abbandona ad una vena velatamente più nostalgica. Forte del successo di perle quali Io e Annie, Manhattan, Zelig e Hannah e le sue sorelle, Allen firma così in quell’anno Radio days. Con la sua esile durata di quasi novanta minuti – coerente con le tempistiche dei progetti filmici che fondamentalmente  segnano tutta la carriera dell’autore – la trama segue un andamento aneddotico. Ripercorrendo infatti le sue memorie legate alla presenza costante ma variegata della radio, lo sceneggiatore e regista ricostruisce uno scenario familiare corale che procede sviluppandosi nel corso dei decenni. Prodotto da Orion Pictures, il film fu presentato fuori concorso al 40º Festival di Cannes. Attualmente fa parte del catalogo Amazon Prime Video

Radio days

La trama del film

In Radio days piccolo Joe (Seth Green) è persona vicaria della voce narrante di Woody Allen. Questa narra le esperienze della sua famiglia in relazione al fil rouge dellelemento radiofonico nella prima metà del Novecento. Ancora bambino, Joe vive le sue prime esperienze di vita relazionandole a programmi radiofonici e collegandole alle preferenze musicali dei numerosi familiari che gli sono attorno. Così, la disavventura amorosa della zia Bea (Dianne Wiest) viene raccontata alla luce della trasmissione di Orson Welles passata alla storia, relativa ad un’invasione aliena. Allo stesso modo, la vita di coppia dei genitori (Julie Kavner e Michael Tucker), misteriosa ma affascinante ai suoi occhi di bambino, assume le forme dei talk radiofonici di dibattito che tanto animatamente i due seguivano. 

I gusti musicali di zie e cugine fanno da collante per la narrazione delle varie vicissitudini familiari. I celeberrimi programmi radiofonici che sono passati alla storia diventano tappe che punteggiano la narrazione aneddotica di Allen. E, sullo sfondo, l’immagine di uno Stato che cambia, evolve e affronta drammi. Si intrecciano così alla componente radiofonica memorie personali e storiche: le scorribande e l’arrivo del comunismo, la scuola ebraica e l’avvento del nazismo, la scoperta del corpo femminile e Pearl Harbor. Punteggia infine l’andamento della narrazione la sottotrama episodica delle disavventure di Sally (Mia Farrow), aspirante starlette del panorama radiofonico che tenta di sbarcare il lunario e costruirsi una carriera nonostante il destino avverso. 

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Radio days – La recensione del film

Da un lato, il film conferma alcuni di quegli elementi che già negli anni Ottanta permettevano, a quasi un ventennio dal suo esordio, il delinearsi di un marchio Woody Allen. Dall’altro, però, la pellicola in questione si distacca in quanto a natura dalle precedenti esperienze filmiche del regista e autore. Radio days infatti è del tutto peculiare rispetto ai film alleniani che l’anno preceduto. Questo a causa del (o grazie al) suo tono marcatamente nostalgico che tradisce una certa nota sensibile. Qui, l’ironia situazionale non è più solo pungente e fine a se stessa, al solo scopo comico. Si fa, invece, morbido sorriso di comprensione affettuosa rivolto ad un passato ormai lontano ma sempre caro. Lelemento radiofonico altro non fa che rafforzare questo aspetto rendendolo nostalgia collettiva, verso programmi, musiche e in definitiva anni amati e coccolati da un’intera nazione. 

Al netto di questa vena emotiva sicuramente innovativa rispetto alla produzione filmica precedente, ciò che resta del film va pienamente a confermare lo stile autoriale che Woody Allen stava impostando già in quegli anni. Un tenero pessimismo soggiace nelle prospettive dei personaggi, lo stesso pessimismo che strizza l’occhio a quello dei grandi protagonisti alleniani (e quindi a quello di gran parte dei ruoli interpretati dal regista stesso). La vena tipicamente malinconica dell’autore in Radio days non sta nel tono generale quanto nei dettagli, nelle battute taglienti. Quando il protagonista si sente dire dalla madre che deve concentrarsi più sulla scuola e meno sulla radio per migliorare la propria vita, le risponde che sono loro genitori i primi a trascorrere intere giornate con l’orecchio teso verso l’apparecchio. La donna commenta con nonchalance, in pieno stile Allen: “È diverso, le nostre vite sono già rovinate”.

Radio days

Radio days – Commedia di contesto e toni surreali

In Radio days permane inoltre, rispetto ai film precedenti e successivi, una vena comica personalissima. Quella che negli anni si è affermata come comicità à la Woody Allen è risapuntamente leggera, studiata, sapientemente costruita. La sua è commedia situazionale, dellassurdo ma sofisticata, impostata a partire da un contesto che evolve senza freni sino a soluzioni surreali, insperate. Esemplare in questo senso è la scena iniziale: nel bel mezzo di una rapina in appartamento, due ladri rispondono al telefono per un quiz radiofonico. Interrompono momentaneamente il colpo, tanta è la smania di vincere il premio in palio (elettrodomestici e oggetti per la casa). Quando riescono a vincere il grande jackpot riprendono la rapina e svaligiano l’a casa’appartamento. Il risultato è efficacissimo in termini di commedia: i proprietari tornano a casa la sera e la trovano svaligiata, vuota, per poi trovarla nuovamente riempita l’indomani all’arrivo del ricco premio. 

In questo film del regista si confermano infatti alcuni dei pilastri narrativi e tonali su cui si basa la sua intera filmografia. La comicità, elegante e surreale, trova spazio nei contesti, nel margine situazionale. Ma si inserisce anche nel continuo gioco di rimonte, semine e raccolte disseminate nei dialoghi. I personaggi vivono queste situazioni surreali in un quasi totale stato di passività, malinconici e spesso pessimisti. E soprattutto, formalmente, vengono accompagnati da una presentissima voce narrante. Questa, che già si impone in apertura a Radio days, introduce i protagonisti, i capitoli, le sequenze e gli aneddoti, fa da contrappunto sentimentale e nostalgico agli eventi narranti. In definitiva, fa da collante ai molteplici elementi che compongono la pellicola. Il risultato è un film gradevole, sentito e divertito, insieme peculiare e caratteristico se messo in relazione al corpo cinematografico di Allen. 

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Radio days si inserisce coerentemente rispetto ai film di Woody Allen che l'hanno preceduto in quanto a costruzione della comicità, toni malinconici e uso della voce narrante. Tuttavia, fa propria una patina nostalgica che tradisce un'affetto e un'emotività nuovi per la produzione del regista.
Eleonora Noto
Eleonora Noto
Laureata in DAMS, sono appassionata di tutte le arti ma del cinema in particolare. Mi piace giocare con le parole e studiare le sceneggiature, ogni tanto provo a scriverle. Impazzisco per le produzioni hollywoodiane di qualsiasi decennio, ma amo anche un buon thriller o il cinema d’autore.

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