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Possum: l’inquietante esordio di Matthew Holness

Il cinema non è solo semplice intrattenimento e non deve in alcun modo essere sempre accomodante. Questo è il punto di partenza per Matthew Holness durante la creazione di Possum. Possum è un film scomodo, inquietante e disturbante. Un lungometraggio d’esordio che ha lasciato un’impronta sulla cinematografia.

La trama

Philip è un problematico burattinaio per bambini che è costretto ad affrontare il suo malvagio patrigno e i segreti oscuri e surreali che lo hanno torturato per tutta la vita. Facendo i conti con il suo passato, dovrà affrontare anche Possum, l’orribile pupazzo che tiene in una custodia di pelle nera. Scoprirà suo malgrado che sfuggire alla volontà di Possum è difficile tanto quanto venire a patti con i propri demoni.

Possum

Il cast di Possum

Il cast di Posssum è estremamente ridotto, visto che per quasi l’intera durata sullo schermo ci sono solamente due personaggi: Philip e il suo patrigno. Sean Harris interpreta Philip ed è chiaro fin da subito quanto abbia interiorizzato il personaggio e lo abbia reso proprio. La sua magistrale e straziante interpretazione costringe lo spettatore a non staccare mai gli occhi dallo schermo. Indipendentemente dalla persona, risulta impossibile non identificarsi con il povero Philip. Alun Armstrong veste i panni del patrigno, Maurice, severo e per nulla empatico. Un personaggio detestabile, che assume il ruolo di nemesi in questa storia. Entrambe le interpretazioni sono così crude e reali che lo spettatore non può fare altro che provare angoscia e tormento.

Possum: un piccolo capolavoro onirico

Non è facile parlare di Possum, il lungometraggio di Matthew Holness, anche per via della sua natura criptica ed enigmatica. Ciò che fa da padrone a questa pellicola è la dimensione onirica che si respira per tutta la durata. Possum è un viaggio straniante ed angosciante nella vita e nel subconscio di Philip, un uomo tormentato dal passato e dal presente. Sembra che l’uomo non riesca a trovare pace in nulla, tormentato dalla morte dei genitori nel passato e, ancora, angosciato dalla presenza asfissiante del severo patrigno. A completare il quadro drammatico, un’inquietante pupazzo che Philip tiene in una borsa di pelle, ma al contrario di ciò che si può pensare, è il burattino a possedere l’uomo. Philip cerca più volte invano di liberarsi di lui, in un turbinio di immagini e suoni disturbanti che a fatica si può affermare siano realtà o, piuttosto, sogno.

Possum

Le immagini di Possum sono caratterizzate da una fotografia cupa e spenta, che viaggia sulle tinte del grigio, del nero e del seppia. Quasi come se i colori del mondo non esistessero più nella vita di Philip. Quello che questo film riesce a fare è riuscire a generare un senso di malessere e inquietudine senza mai effettivamente mostrare nulla di esplicito. Tutto ciò che ci viene mostrato è l’angoscia di Philip e il suo rapporto contorto e di sottomissione con il pupazzo, di cui non riesce a liberarsi. Possum è la prova cinematografica di quanto si possa fare con pochi mezzi. Un’ottima e agghiacciante colonna sonora, legata ad un montaggio serrato e alternato e, a concludere, una palette ristretta e smunta di colori. Il tutto, messo insieme, a creare un horror disturbante e malinconico che mette radici esattamente tra il reale e il sogno.

Più di un semplice horror

Holness ha creato un magnifico prodotto che viaggia su diversi sottogeneri cinematografici, poichè definirlo un semplice horror sarebbe riduttivo. Possum è molto di più, Possum affronta la malinconia e il malessere di Philip e lo fa vivere allo stesso spettatore, creando una perfetta immedesimazione. Inoltre, ci sono diversi tratti riconducibili al mistero e all’onirico. Il talento di Holness non solo nella scrittura, ma anche nella messa in scena e nella composizione musicale, emerge qui in maniera eccelsa. Guardando questo film quello che rimane è un connubio tra tristezza, per il terribile destino di Philip, rabbia per il mondo che lo circonda e orrore per la creatura che si porta dietro.

Possum

Ciò che rende Possum unico nel suo genere è che non ha paura di osare. Utilizzando la tecnica del “vedo non vedo”, si spinge a toccare temi spinosi come la pedofilia, il rapimento di bambini, la depressione e la violenza famigliare. Il tutto dicendo il meno possibile. Gli unici dialoghi che sentiamo sono tra Philip e il patrigno e sono conversazioni del tutto allucinanti. Per il resto del tempo il nostro protagonista è solo e non necessita di parole. Le immagini fanno tutto.

Conclusioni

Matthew Holness ha senz’altro creato un piccolo gioiellino. Possum è un esordio al lungometraggio che ha dell’incredibile, sia a livello di scrittura che di messa in scena e, infine, per quanto riguarda le interpretazioni. Un viaggio onirico della durata di circa un’ora e mezza, in cui vivere la vita attraverso gli occhi di Philip, in un turbinio di angoscia e tormento. Le immagini e la colonna sonora contribuiscono a creare questa sensazione di inquietudine e disturbo.

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Possum è un film criptico ed enigmatico, che è difficile rinchiudere in un solo genere. Le interpretazioni crude e reali e la regia claustrofobica e onirica, rendono la pellicola di Matthew Holness un gioiellino disturbante e inquietante.
Laura Maddalozzo
Laura Maddalozzo
Datemi uno schermo e dei popcorn e sono la persona più felice del mondo. Il mio habitat cinematografico? Un’apocalisse zombie o ovunque ci sia un’atmosfera horror

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