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Past Lives – Celine Song e gli amori inossidabili

Past Lives è il debutto pieno di dolcezza e carattere della drammaturga coreana-canadese Celine Song. Presentato alla scorsa Berlinale e al Sundance Film Festival, approdato ora nella sezione Grand Public della 18. Festa del Cinema di Roma, Past Lives è un’opera prima che riflette sulla finitezza delle possibilità di una vita rispetto alla tenuta imperitura, alla profondità e all’imponderabilità dei sentimenti umani.

Un melodramma contemporaneizzato che rielabora un’esperienza personale della regista e si sfoga in gittate verbali nel tempo e nello spazio che scavano, costruiscono, alimentano, la vivacità e la malinconia dell’amore. Quante vite bisognerebbe vivere per poter essere tutto e riuscire ad avere ogni spasimo che il cuore comanda. Specie se questo cuore si è nutrito da piccolo di certe immagini, sapori, odori, suoni e soprattutto di alcuni volti carissimi ed incancellabili.

Past Lives

Past Lives – Trama

Na Young (Greta Lee) e Hae Sung (Teo Yoo) sono migliori amici nella capitale coreana, vanno a scuola insieme, lei è brava ambiziosa ed accetta raramente una sconfitta, lui la segue, la diverte, la incoraggia, la rincuora. Quando i genitori di lei, artisti teatrali, si trasferiscono a Toronto per lavoro, il loro idillio d’infanzia si spezza.

A distanza di dodici anni lei si fa chiamare Nora e viva a New York dove tenta la carriera di sceneggiatrice; lui studia per affermarsi come ingegnere sempre a Seoul. Un messaggio sui social e i due si ritrovano, raccontandosi le rispettive vite dopo tutti gli anni, tramite lunghe, divertenti, sfiancanti chiacchierate via skype. Ma ancora una volta la vita esige il suo ritmo e Nora decide di fermare quella strana relazione ritrovata a distanza per concentrarsi sui propri obiettivi; lui ne prende atto.

Past Lives

Dodici anni dopo ancora, Nora è sposata con uno scrittore ebreo, vive nell’East end, mentre lui è un ingegnere come tanti della Seoul classista e superimpegnata, in pausa di riflessione dalla sua fidanzata cinese, in vacanza per alcuni giorni proprio a New York. È venuto per lei. Lei lo sa. Da che parte si comincia a ri-cominciare o in che modo si va avanti?

Past Lives – Recensione

In yun in coreano indica una sorta di medesima lunghezza d’onda che scatta tra due persone anche sconosciute, che in qualche modo si sono trovate insieme ed insieme si ritroveranno ancora. Sfiorarsi per caso è un atto magico e significativo: connette e predestina. Serve a sedurre le ragazze, ma forse contiene della verità.

Past Lives

Past Lives fa leva sulla suggestione implicita e praticamente universale del primo amore elevandolo a metro di giudizio non confessato del presente in cui si vive. Il ricordo non abbandona le menti che lo hanno vissuto, lo hanno idealizzato, lo continuano ad idealizzare come momento in cui si era felici come mai si sarebbe poi stati, ovvero da piccoli.

È una sfera sacra, che merita rispetto e con rispetto viene trattata dai due protagonisti e anche dal marito di Nora, Arthur (John Magaro) che sa che quell’incontro, dopo tanti anni di vita trascorsa, tra due virtuali fidanzatini di scuola, è la cosa giusta da fare.

Past Lives

L’ amore è un tempo preciso, è un presente irrealizzabile

Esiste un territorio solo coreano, solo orientale che unisce Nora-Na Young e Hae Sung, un patrimonio comune, inscalfibile, del cui peso specifico non si può non tenere conto. E l’amore è un tempo preciso, può essere il presente, il passato e lo stesso futuro, pretende spazio in quell’esatto momento, poi diventa altra materia, perché la vita ti colloca altrove. E’ una crudele presenza di coincidenze, quando, forse, inconsapevolmente, si sarebbe preferito altro svolgimento.

Il riconoscimento ogni volta del filo perduto tra i due protagonisti  è trattato con la grazia e l’impaccio di una realtà toccante e spontanea. Trasudano verità le pause, gli sguardi, i comportamenti di tutti i personaggi all’interno di un racconto sulla relatività dell’amore, sulle posizioni che esso assume all’interno di noi e della nostra memoria, e all’esterno, nello spazio e nel tempo di tutti.

Past lives ricrea l’irrinunciabile calore che le anime gemelle cercano e ricercano per darsi pace, nonché i ragionamenti ed il fatalismo che spinge, costringe, ispira a chiudere determinati capitoli.

“Se fossimo uniti da molto prima di adesso questo spiegherebbe perché ci siamo trovati io e te. E se questo nostro distacco accadesse perché è solo il prequel di un futuro insieme, sarebbe bello crederlo, la realtà è che non lo sappiamo”. Parole tratte dal film, riflessioni che accarezzano un dolore mai esibito, intravedibile, sicuramente universale.

Past Lives attraversa la sua tensione amorosa epidermica con tatto, autenticità e leggera ironia, senza sottrarsi a nessun imbarazzo o contraddizione, usando la lingua come strumento per collegare ed isolare inaspettatamente.

I dialoghi non nascondono e non rappresentano: sembrano spesso la proiezione verbale di un abbraccio fisico che manca, che non può accadere, che è “troppo tardi per”.

Past Lives – Cast

Greta Lee ha la grinta, la solidità scenica ed il sorriso di chi sostiene il tarlo di un’emozione sopita senza cedere al sentimentalismo, nonostante quei sentimenti chiedano in lei asilo troppo frequentemente.

Teo Yoo compensa la fragilità inespressa della sua cercata controparte, dando sfogo composto, poetico e sognatore a quello che vorremmo dire e non possiamo.

Si tratta di seconde occasioni, si tratta di andare a vedere che c’era o come si stava nel “mazzo che non abbiamo pescato”, si tratta di accettare il presente e dirsi che tutto è stato molto molto forte, ugualmente.

Il pianto liberatorio di lei sul finale è esattamente il punto di arrivo perfetto e la catarsi calcolata di tutto questo sentire, parlare, scappare e riapparire di cuori, funambolici, mortali, delicatamente umani. Chi può dire di non saperne qualcosa?

Trailer

PANORAMICA

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Nora e Hae Sung, fidanzatini ai tempi della scuola in Corea, si ritrovano a distanza di anni, e anche se non se lo dicono, nulla sembra essere cambiato tra loro. Tranne le rispettive vite. Un melodramma contemporaneo sulla non intaccabilità di certi amori, territori isolati, universali e semprevivi, nonostante la vita collochi altrove i cuori che li alimentano. La mancanze di coincidenze, la finitezza e la resistenza delle emozioni, l'impossibilità di tornare indietro, tra ottimi dialoghi e silenzi introspettivi, due grandi interpreti, una catarsi finale, un respiro unico.
Pyndaro
Pyndaro
Cosa so fare: osservare, immaginare, collegare, girare l’angolo  Cosa non so fare: smettere di scrivere  Cosa mangio: interpunzioni e tutta l’arte in genere  Cosa amo: i quadri che non cerchiano, e viceversa.  Cosa penso: il cinema gioca con le immagini; io con le parole. Dovevamo incontrarci prima o poi.

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