Le feste Natalizie sono un periodo dell’anno in cui si vuole stare in casa sotto una coperta a guardare film teneri e poco impegnativi. Il simpatico orsetto di Paddington rientra perfettamente in questo periodo di coccole e calore ed è particolarmente adatto a una serata in famiglia.
Paddington è una produzione inglese di David Heyman, lo stesso produttore della saga di Harry Potter e come questa condivide un target giovanile. Infatti, il film è tratto dalla serie dei libri dell’Orso Paddington scritta da Micheal Bond, scrittore inglese che introdusse le storie del piccolo orsetto nel 1958, quando la casa editrice William Collins and Sons (ora Harper Collins) lo pubblicò con le illustrazioni di Penny Fortnum. Da allora Paddington è diventato un simbolo della letteratura per ragazzi britannica e gli è stata anche dedicata una statua a Paddington Station, da cui il personaggio prende il nome. Infatti il primo libro A bear called Paddington (pubblicato in italiano da Vallecchi quattro anni dopo con il titolo L’orso del Perù) inizia con le parole «Mr. and Mrs. Brown first meet Paddington on a railway platform».
Il film invece inizia dal principio, quando Paddington non si chiama ancora Paddington. Siamo in Perù, e un esploratore londinese insegna la cultura inglese a due orsi della foresta amazzonica. Questi, molti anni dopo la insegnano al nipotino, che, quando la sua casa sarà distrutta da un terremoto, deciderà di andare a Londra a cercare l’esploratore che ha insegnato le buone maniere e la parola ai suoi zii. Il cucciolo di orso arriva alla stazione di Paddington e riscontra sconsolato che i londinesi non sono come si aspettava: nessuno saluta, ha il cappello, o parla del tempo. Aspetta seduto che qualcuno lo accolga, finché la Signora Brown (Sally Hawkins) non lo nota. Intenerita, convince il marito (Hugh Bonneville), pauroso statista, a portarlo a casa. All’inizio però solo la Signora Brown ha fiducia nel piccolo orsetto, che chiama Paddington, ma poi la sua onestà e le sue buone maniere conquisteranno tutta la famiglia. Tuttavia, una spietata imbalsamatrice (Nicole Kidman) vuole Paddington per includerlo nella sua collezione.
Il film riassume i libri di Bond e li ambienta ai nostri tempi. Anche la morale finale, tipica dei classici film per ragazzi, è aggiornata ai nostri tempi. Il film infatti sembra una velata critica al recente indurimento del cuore degli inglesi verso i bisognosi. E soprattutto verso gli stranieri. Paddington infatti viene dal misterioso Perù, ha modi e anche linguaggi diversi e non conosce la cultura umana nella sua totalità. Nonostante ciò, ha un cuore puro e sono invece gli inglesi, incarnati nella villain imbalsamatrice, a essere degli incivili. Tuttavia è impossibile non riconoscere un pizzico di orgoglio colonialista, in quanto le buone maniere e il senso di civiltà di Paddington che lo fanno amare dalla famiglia Brown sono proprio frutto di una educazione all’inglese.
Ma queste però sono sfumature di un film principalmente per bambini, che non si preoccupa di molto altro che non intenerire e intrattenere. Ed è efficace nel primo intento anche con un pubblico adulto. Infatti, se la trama e alcune peripezie sono chiaramente indirizzate a un pubblico infantile e possono risultare puerili per un pubblico adulto, il piccolo orsetto in cappotto blu Montgomery è un batuffolo in CGI di tenerezza, che riesce ad addolcire chiunque con il suo panino alla marmellata, tenuto rigorosamente nel cappello “per le emergenze”. E non possono passare inosservate le tante idee visive che costellano la pellicola, dall’inizio in bianco e nero, ai diversi cambi di formato a seconda del personaggio o della situazione, alle suggestive transizioni temporali o di stato d’animo, come quella dell’albero dipinto nella casa, che perde le foglie quando Paddington va via.
Un film estremamente godibile, che non sorprende sia arricchito da un cast eccellente, vista la notorietà del personaggio peloso nel Regno Unito. E quindi tra i doppiatori troviamo Ben Whishaw per Paddington, Imelda Staunton per Zia Lucy, e Micheal Gambon per lo zio Pastuzo. Tra i volti umani invece alcune istituzioni come Jim Broadbent e Julie Walters, e tra le protagoniste femminili Sally Hawkins e Nicole Kidman. Gustoso inoltre qualche tocco di colore inglese, come per esempio la guardia reale che segue lo stesso motto di Paddington di tenere il panino (e il thermos del thè) sotto al cappello.
Alla regia troviamo Paul King, che ha scritto e diretto anche il suo seguito, uscito nel 2017, di cui trovate la recensione qui. Piccola curiosità: l’orsetto peruviano doveva essere doppiato da Colin Firth, il quale si ritirò per non aver saputo trovare il modo adatto di dare la voce all’orso.
Voto Autore: [usr 2,5]