Tratto dal racconto biografico Robert Oppenheimer, il padre della bomba atomica. Il trionfo e la tragedia di uno scienziato, Oppenheimer è la nuova opera d’arte di Christopher Nolan. Il regista, dopo tre anni dall’uscita di Tenet, torna finalmente ad illuminare le sale cinematografiche con il suo inconfondibile cinema, un cinema che è sempre riuscito a bilanciare elementi pensati per il grande pubblico e un autorialità nella forma e nei contenuti che lo ha sempre contraddistinto.
Oppenheimer debutterà nelle sale italiane, distribuito dalla Universal Pictures, il 23 Agosto.
Oppenheimer: trama
Il fisico J. Robert Oppenheimer (Cillian Murphy) viene incaricato dal governo statunitense di prendere parte, in qualità di capo direttore, al progetto Manhattan, nel laboratorio di Los Alamos. Lo scopo della ricerca è quello di contrastare i tedeschi nella corsa agli armamenti, creando l’arma bellica più devastante che si sia mai vista: la bomba atomica.
Oppenheimer: recensione
Robert J. Oppenheimer, l’uomo divenuto scienziato, lo scienziato tramutatosi in un dio, un dio talmente grande da forgiare l’arma più potente che l’uomo abbia mai maneggiato, capace di riportare il mondo alla sua più elementare origine. Con queste premesse, Christopher Nolan ricostruisce gli anni del progetto Manhattan e della mente che ne stava a capo. Una ricostruzione più che dettagliata, un biopic minuzioso nella sua progressione e nel mostrare l’animo di un uomo che, troppo tardi, ha compreso la grandezza distruttiva del suo lavoro, e le conseguenze che questo potrebbe portare.
Oppenheimer mostra l’ascesa di un uomo che, partito dalle cattedre delle più illustri università, si è messo un luce fino ad essere scelto come capo del più grande progetto scientifico-militare mai messo in piedi. Ma la gloria non dura però per sempre e i terribili sensi di colpa e l’avidità umana possono far cadere dal trono anche il più grande degli dei. Ma Robert Oppenhaimer era un dio distruttore? Non proprio, Nolan mostra infatti anche l’altra faccia della medaglia, sviscerando il personaggio e mostrando quanto dietro la sua apparente onnipotenza si nasconda il tormento e la devastazione per quanto portato a termine. Del resto, i sensi di colpa, le insicurezze, la paura di perdere il controllo e il dolore, non sono certo cose che si addicono a un dio vero e proprio, ma piuttosto a un genio umano, capace però di creare e distruggere in maniera biblica.
Oppenheimer: cast
Buttandoci in un parallelismo calcistico, se Nolan è l’allenatore e Cillian Murphy è il capitano della squadra, gli altri componenti del cast sono come i dieci giocatori messi in campo. Ognuno con un suo ruolo, ognuno con le sue capacità atletiche specifiche, ma tutti essenziali ai fini della vittoria della partita e anzi, a volte il giocatore meno atteso e proprio quello che segna la rete decisiva. In questo caso il bomber ha il nome di Robert Downey Jr., che qui, salvo eventi inaspettati, può far già spazio nella parete principale del suo soggiorno per appendere la propria candidatura ai premi Oscar 2024.
Matt Damon, Emily Blunt, Florence Pugh e via dicendo, sono tutti perfetti nei loro rispettivi ruoli, ma Murphy e Downey Jr. sono più che perfetti. Al confronto tra Oppenheimer e Lewis Strauss (Downey Jr.) nelle aule e stanze giudiziarie è dedicata gran parte del film. I due però, grazie alla sapiente mano di Nolan che, non solo tiene la macchina da presa ma firma anche la sceneggiatura, ci addentrano in maniera coinvolgente in quelli che sono stati i risvolti politici e scientifici che lo sgancio su Hiroshima ha scatenato.
Oppenheimer: tecnica allo stato puro
Per questa sua nuova trasposizione, Nolan decide di girare in IMAX su pellicola, non seguendo l’esempio dei molti suoi colleghi che già da diversi anni sono passati al digitale. Ma come spesso accade, il genio non segue chi non sta al suo passo. Oppenheimer è una sinfonia visiva che raramente si ha la possibilità di ammirare. La regia è estremamente pulita ma allo stesso tempo complessa per la sua capacità di creare immagini evocative e da pelle d’oca. Ugual sentenza per quanto riguarda il montaggio, meno intricato rispetto alle precedenti opere dell’autore, ma che allo stesso tempo porta la firma dello stesso. Fotografia a colori e in bianco e nero, sonoro e colonna sonora, tutto è assemblato in maniera perfetta.
Il risultato è un film dalla tecnica sopraffina, essenzialmente esente da qualsiasi tipo di critica, che, si spera, potrà finalmente mettere d’accordo tutti sulla grandezza e importanza di Christopher Nolan sulla cinematografia moderna.
In conclusione
Contate sul calendario i giorni che mancano al 23 Agosto, e appena arriverà quel momento, il consiglio è quello di fiondarsi nella miglior sala a disposizione nella propria zona, per godersi al meglio questo Oppenheimer, un film splendido ed emozionante come pochi. Un inno alla scienza e all’arte cinematografica.