HomeRecensioni FilmOmicidio al Cairo, il thriller politico di Tarik Saleh

Omicidio al Cairo, il thriller politico di Tarik Saleh

“Sapevo che quando ho scritto The Nile Hilton Incident stavo cercando guai. È un po’ come uscire con un serial killer”.

Il regista svedese di origine egiziana Tarik Saleh commenta così la sua decisione di realizzare Omicidio al Cairo, titolo originale The Nile Hilton Incident, disponibile su Amazon Prime Video.

Un thriller politico rischioso in quanto ispirato a una storia vera avvenuta nel 2008 relativa all’assassinio di una giovane cantante libanese e al coinvolgimento di un parlamentare legato alla famiglia dell’ex presidente egiziano Mubarak. Il regista ha infatti affrontato non poche difficoltà a mettere in piedi questo progetto: basti pensare che pochi giorni prima del ciak di inizio, il servizio di sicurezza dello Stato egiziano ha impedito a Saleh di girare la pellicola al Cairo, costringendolo a spostare le riprese a Casablanca. Inoltre, dopo l’uscita di Omicidio al Cairo nel 2017 Saleh è stato bandito dall’Egitto e pertanto ha dovuto girare altrove il suo nuovo film, Cospirazione del Cairo (2022).

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Cast e premi

Sarà forse perché la fortuna aiuta gli audaci che il regista non solo riesce nel suo intento di portare questa triste vicenda sul grande schermo, ma raggiunge anche un grande successo di pubblico. Nel 2017 Omicidio al Cairo ottiene il World Cinema Grand Jury Prize al Sundance Film Festival e nel 2018 cinque importanti premi Guldbagge tra cui quello di miglior film.

Nel cast spicca l’interpretazione magistrale di Fares Fares nel ruolo di protagonista, attore svedese di origine araba che ha ricoperto ruoli importanti anche in Safe houseNessuno è al sicuro e in Zero Dark Thirty. Tra gli interpreti principali ricordiamo anche Hania Amar, Slimane Dazi e Mari Malek.

Omicidio al Cairo

Omicidio al Cairo – Trama

Il Cairo, gennaio 2011. All’alba della rivoluzione egiziana, nel contesto storico della cosiddetta “Primavera araba”, in una suite del Nile Hilton Hotel, una famosa cantante viene uccisa brutalmente. L’unica testimone del delitto è una cameriera sudanese che viene ricercata dalla polizia e dall’assassino. Inizialmente si ipotizza un delitto passionale, ma le indagini del detective Noredin Mostafa porteranno ad un’altra verità e alla scoperta di un giro di affari in cui sono coinvolti anche importanti esponenti della politica.

Un caso delicato

Noredin è un semplice poliziotto di quartiere che cerca di sopravvivere a una vita squallida e poco stimolante. Di tanto in tanto si lascia corrompere in cambio di qualche favore, contribuendo ad accrescere il tasso di corruzione del paese. Sebbene la sua condotta non sia integra e i suoi modi risultino spesso burberi, Noredin possiede un animo buono e generoso. Dopo la scomparsa della moglie si è gettato a capofitto nel lavoro, forse l’unico strumento che gli permette di colmare in parte quella perdita. Ed è proprio a lui che viene affidato il caso di Lalena, la cantante assassinata. Sin da subito risulta evidente che si tratta di una situazione delicata. Infatti Noredin entra in possesso di alcune foto che rivelano l’esistenza di rapporti piuttosto intimi tra la vittima e un esponente del parlamento.

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Omicidio al Cairo

La ricerca della verità

Le cose si complicano ancora di più quando nel corso delle indagini il procuratore decide di archiviare il caso. Noredin tuttavia è ormai inarrestabile nella sua ricerca della verità. La sua storia procede parallelamente a quella di Salwa, l’unica testimone del delitto. Inseguita da tutti, la ragazza prova a nascondersi consapevole che la fuga è l’unico modo per salvare la pelle e che non ci si può fidare di nessuno. La sua storia in qualche modo è speculare a quella del protagonista: entrambi inseguono la verità, anche se in modi diversi, ma nessuno di loro riesce a comprendere fino in fondo in quale labirinto perverso sia capitato.

Omicidio al Cairo – Un giallo noir

“La dignità non è una cosa che si può comprare” sono le parole del padre di Noredin rivolte al figlio. La dignità no, ma forse tutto il resto sì. Ed è quello che accade nella società rappresentata dal regista, corrotta e ingiusta, in cui ogni cosa può essere comprata con il denaro, persino la vita delle persone. Su uno sfondo storico deprimente, funestato dalle proteste della primavera araba, il regista costruisce quindi un giallo noir in cui tutti sono vittime e al contempo artefici di un sistema degenerato. L’omicidio diventa così per Saleh il pretesto per denunciare un quadro politico e sociale in cui chi detiene il potere ne abusa impunemente, commettendo ogni tipi di sopruso ai danni dei più deboli.

Omicidio al Cairo

In conclusione

Omicidio al Cairo rientra pienamente nel filone cinematografico dedicato all’impegno civile, in cui la voce del regista si diffonde come un grido di libertà e di ribellione alle ingiustizie. Tra servizi segreti egiziani intenti a collaborare con la politica e poliziotti corrotti, Saleh porta avanti la sua coraggiosa indagine sul lato oscuro dei poteri forti in un thriller politico dal ritmo incalzante. In questo quadro a tinte fosche, si intravede tuttavia un barlume di speranza nel tentativo sempre più convinto del protagonista di sfidare il sistema legale e politico vigente. Noredin è l’uomo prescelto da Saleh, colui che affronterà il gigante invincibile in una lotta sanguinosa con l’unica arma a sua disposizione, la sua sete di giustizia. Uno scontro però caratterizzato da un epilogo imprevedibile e incerto, che non ammette né vinti né vincitori, perché chi trionfa sugli altri con la prevaricazione ha perso moralmente contro sé stesso.

Omicidio al Cairo

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Tarik Saleh dirige un thriller avvincente ambientato in Egitto al tempo delle proteste della Primavera araba, inducendo lo spettatore a riflettere sui fatti di allora e sulle ingiuste subite dal popolo egiziano.
Alessia Pennino
Alessia Pennino
Il cinema ha sempre rappresentato per me il rifugio perfetto dalle vicissitudini quotidiane, un porto sicuro dalla realtà, ma anche la dimensione ideale in cui sogni e desideri prendono forma. Ho sempre coltivato un interesse profondo per quest'espressione artistica, immaginandomi un giorno di scrivere recensioni per poter esprimere il mio punto di vista.

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