La scorsa settimana sono andate in onda le prime puntate di Noi, una serie Rai che è il remake di This Is Us. Fin da quando è stata annunciata l’uscita della serie, il pubblico fedele al prodotto originale aveva già deciso: un no secco. Vuoi perché This Is Us è una delle serie più popolari degli ultimi anni, vuoi perché il pregiudizio per il prodotto italiano è sempre vivo.
Entrambe le serie (la trama è finora perfettamente ricalcata) trattano di due novelli sposi, Rebecca e Pietro che aspettano tre gemelli. Uno dei tre non sopravvive, ma poiché un bambino nero è stato appena abbandonato, decidono di adottarlo per fare del limone più aspro della vita una limonata. Come suggerisce loro il proprio medico. La storia viene raccontata su diversi tempi narrativi: vediamo momento del parto e dei neonati, i ragazzini cresciuti che vivono con i genitori, e poi li vediamo adulti.
Il cast ha come protagonisti Aurora Ruffino e Lino Guanciale, che avevano già lavorato insieme in serie come Non dirlo al mio capo. Sicuramente Aurora Ruffino è maturata tantissimo, mentre Guanciale riconferma un suo oggettivo talento. Ma Noi è una serie che regge il confronto con l’originale? E soprattutto, non facendo tale confronto, si può guardare e godere davvero?
Noi non funziona, ma non perché è italiana
I remake sicuramente sono sempre controversi, anche se non è la prima volta che in Italia nella serialità si tenta questa strada. Pensiamo a Non mentire, con Alessandro Preziosi nei panni dell’antagonista, serie remake di Liar – L’amore bugiardo, un prodotto straniero. Oppure In Treatment, uscita in Italia con lo stesso titolo con protagonista Sergio Castellitto. Quest’ultimo prodotto è probabilmente uno dei remake di una serie più riusciti in Italia, grazie anche all’interpretazione di Castellitto che nei panni di uno psicoanalista riesce a dare il meglio di sé.
Tuttavia, bisogna dire che i remake finora elencati prendevano spunto da serie di discreto successo, non da un prodotto così inflazionato come This Is Us. Soprattutto si tratta di una serie che può appassionare persone di qualsiasi età, per cui la sempre verde giustificazione del destinatario pubblico Rai non regge. L‘errore più grande in cui si incorre, però, è quello di condannare Noi ancora prima di vederla non in quanto remake di una storia a cui si è affezionati, ma in quanto italiana.
Bisogna uscire fuori da questo luogo comune. Le serie italiane non sono quelle con Gabriel Garko – senza voler offendere nessuno -, in Italia sono usciti prodotti come Boris e Romanzo criminale e ci sono attori che provengono dal mondo teatrale e sono più di sex symbol o vuoti vip. Il già citato Alessandro Preziosi, al di là della bellezza estetica, oltre alle fiction come Elisa di Rivombrosa che lo ha portato al successo, è attore di teatro che ha interpretato Cyrano de Bergerac, Amleto, e altri classici.
Per usare un gioco di parole, allora, se qualcosa non va in Noi, non è che non vada in noi, italiani, attori, prodotti italiani.
Un remake troppo preciso
Noi ha un difetto sostanziale: è un remake troppo preciso che a volte rischia di sembrare una macchietta o uan parodia. Fin da subito vediamo dialoghi ricalcati pedissequamente, cosa che è normalissima per un remake, tuttavia ci sono scelte di casting e di ambientazione per cui certi dialoghi se funzionano in This Is Us, non funzionano qui. Ad esempio, i tre fratelli hanno accenti notevolmente diversi, cosa che può essere dovuta al fatto che siano cresciuti in città diverse, ma in Italia più che mai è difficile perdere il proprio accento e assumere espressioni idiomatiche diverse dal luogo di nascita, l’italiano non è l’inglese.
Allo stesso modo, è impensabile in Italia uscire dal reparto di maternità già con un figlio adottato, la questione burocratica è molto diversa. Possiamo perdonare queste imprecisioni cercando l’intensità della storia, ma qualcuno che ha già visto This Is Us non sarà sensibile ai colpi di scena, sa già tutto. Va così che le cose che davvero funzionano in Noi, paradossalmente, sono i cambiamenti. Aver reso la moglie di Daniele bianca può aprire un dibattito sulle coppie miste, se lo farà non lo sappiamo. Chiamare Daniele così per Pino Daniele inserisce l’ambientazione nella cultura italiana, come anche fare cantata a Cate Almeno tu nell’universo. Nelle puntate future, è bene che la serie cerchi una maggiore italianità. Perché il problema di Noi è paradossalmente, parafrasando Boris, che è troppo poco italiano.
Così solo chi non ha visto la serie forse può non storcere il naso? Non esattamente. Alcune scelte di trucco e parrucco, come quello di Aurora Ruffino invecchiata, risultano alquanto forzate. Sembra sostanzialmente più giovane, non invecchia la voce, non si muove come una nonna. Quando interpreta Rebecca da giovane funziona ed è molto credibile specie nei panni della madre novella. Il grande fiore all’occhiello del cast non è un protagonista principale, ma Leonardo Lidi. Forse perché il suo personaggio, Teo nel remake e Toby nell’originale, fidanzato di una dei fratelli, è quello scritto meglio. Divertente, efficace, non risulta una macchietta (cosa che si temeva essendo il classico “simpaticone ironico”) del suo corrispettivo.
Noi commuove grazie a una storia unica
Lino Guanciale è poi sempre Guanciale. Intenso, espressivo, sicuramente più di Milo Ventimiglia che pure è un grande attore, ma entrambi sono aiutati dal carisma del personaggio che interpretano, uno dei padri migliori delle serie tv, grande figura in This Is Us come in Noi. Di questo padre la serie italiana ovviamente conserva i tratti fondamentali, è un remake preciso anche in questo.
Poiché ricalca molto fedelmente This Is Us, infatti, Noi si lascia guardare. Perché conserva l’anima di una serie che ha al centro la famiglia e il superamento delle difficoltà. L’originalità della modalità narrativa, i salti temporali, i colpi di scena intensi, tutti i pregi di This Is Us, Noi li contiene.
Non reggerà mai il confronto, sicuramente, ma la speranza è che si sia saputo sfruttare meglio certe cose e abbandonarne altre. È importante capire in che modo si tratterà il tema del razzismo. È fondamentale che, come This Is Us approfondisce la storia dell’America, anche Noi sappia ricostruire elementi identitari italiani senza retorica.
Sarebbe stato auspicabile un trucco e parrucco diverso e maggiore attenzione alla fotografia in certi aspetti. La regia dipende troppo dalle inquadrature del prodotto originale e non cerca di variare. Tuttavia, alla fine, Noi si fa guardare e può godersi lo stesso. Guai a fare paragoni, però.