Naman il Bramino, film del 2016 disponibile su Netflix, si ispira alle commedie anni Ottanta per raccontare l’India delle caste.
Naman il Bramino, la trama
India, anni Ottanta. Naman e i suoi amici frequentano la facoltà di Economia in un rinomato college di Bangalore, vivono alla giornata e sono letteralmente ossessionati dal sesso.
Sono tanto brillanti nel rispondere ai quiz, quanto imbranati quando si tratta di entrare in contatto con le ragazze. Quando dovranno partire per Calcutta per partecipare a una gara di quiz cercheranno in tutti i modi di perdere la verginità.
L’India, sospesa tra passato e futuro
E’ un’India retrò, quella raccontata in Naman il Bramino. Il film è ambientato negli anni Ottanta, in un’epoca in cui si telefonava con il telefono a gettoni e Internet e le celebri tech company del Paese erano ancora di là a venire.
E le severe convenzioni sociali della società indiana regnano ancora sovrane: dalla rigida divisione in caste all’obbligo di arrivare vergini al matrimonio. Il nostro protagonista, Naman, appartiene alla casta dei bramini, la più elevata della società indiana.
Un perfetto nerd movie post-coloniale all’americana
Naman il Bramino è stato definito un film “post-coloniale”, e in effetti lo è. Racconta un’India che ha conquistato l’Indipendenza dal Regno Unito da circa 40 anni (era il 1947, ndr). Una nazione, a suo modo, giovane e travolta dalle mode occidentali.
Lo dimostra l’impianto da classica commedia sconcia statunitense degli anni Ottanta che vede come protagonisti i classici nerd all’high school o al college, come in questo caso. I principali riferimenti cinematografici sono film come Porky’s (1981), che ha per protagonisti dei liceali che hanno come missione la perdita della verginità.
Si recupera anche lo stereotipico personaggio della ragazza carina ma resa bruttina da una manciata di brufoli (disegnati con il trucco) e dall’apparecchio ai denti, ovviamente innamorata del protagonista.
Personaggio che ha una tradizione cinematografica davvero imponente. Proprio come, all’opposto, il personaggio della ragazza carina ma impossibile, percepita come inarrivabile dea del sesso. Non manca all’appello nemmeno il ragazzo bello e popolare, ovviamente accompagnato da una ragazza sexy.
Il sesso come fulcro narrativo
In Naman il Bramino il sesso è tutto: è il collante che tiene insieme i protagonisti, assieme alla passione per i quiz. Ed è la forza motrice che guida le azioni di tutti: specialmente di Naman.
Un personaggio che, per ironia della sorte, è l’erede di una nota azienda che produce materassi in lattice (Rubber On), il cui nome allude anche all’utilizzo del preservativo.
Naman e i suoi amici ci vengono presentati come dei perfetti idioti, volutamente mostrificati dalle scelte registiche: lo dimostra l’utilizzo pressoché costante di obiettivi fish-eye per inquadrare i loro primi piani.
Brutto e cattivo, al contrario dell’ideale greco di kalòs kai agathòs, è certamente Naman, che con le ragazze dimostra tutto il suo egoismo e disprezza l’unica ragazza che gli dimostri un sincero attaccamento. Il suo atteggiamento alla fine darà i suoi frutti e spingerà il protagonista ad un cambio di rotta. Questo non impedirà, però, una beffa finale.
Naman il Bramino, il cast
Naman il Bramino è diretto dal 48enne regista Qaushiq Mukherjee, noto per aver girato un altro film in cui la tematica sessuale è importante: Gandu (2010), su un ragazzo proveniente da un quartiere povero di Calcutta che sogna di diventare rapper. Il film, considerato molto controverso, in India è stato censurato a causa dei suoi contenuti forti.
Passiamo agli interpreti. Nel ruolo del protagonista Naman figura Shashank Arora, ad oggi l’unico attore indiano a comparire in film in concorso al Festival di Cannes e al Sundance Film Festival. Arora, tuttavia, non è mai apparso in film internazionali.
Ugualmente anche gli interpreti della sua combriccola di amici, Chaitanya Varad (Ramu), Tanmay Dhanania (Ajay) e Vaishwath Shankar (Randy), non hanno mai varcato la soglia di fama dei confini del loro Paese.
Nei panni della ragazza carina-che-sembra-bruttina (Ash) c’è Sindhu Sreenivasa Murthy, che è anche un’apprezzata regista e sceneggiatrice, mentre i panni della “dea” dell’amore dei sogni di Naman sono (s)vestiti dalla nota musicista Subholina Sen.
Il ragazzo popolare è Sidhartha Mallya, attore e modello che lavora utilizzando il proprio nome abbreviato (Sid) per poter avere più chances a livello internazionale.
Naman il Bramino, le conclusioni
Naman il Bramino è un film sulla formazione erotica di una combriccola di giovani uomini dell’India anni Ottanta. Un Paese che, non a caso, ha prodotto il Kamasutra.
Rispettando tutti i crismi del genere, mutuati soprattutto dal cinema statunitense, il film ci presenta in modo volutamente comico e grottesco i suoi personaggi facendoci riflettere sulle contraddizioni di una società basata su una rigida divisione sociale.
L’effetto nostalgico anni Ottanta è assicurato, così come qualche risata di pancia di fronte alle rocambolesche peripezie di Naman e compagni. Questo film non ha l’aspirazione di essere un capolavoro, ma regala qualche sorriso sincero.