“Marry Me” (in Italia uscito col sottotitolo “Sposami”), romcom e film musicale. Jennifer Lopez in forma smagliante: recita, canta, balla – potenti le sequenze delle esibizioni live (viene proprio voglia di andare a un concerto). Owen Wilson, al solito perfetto in ruoli brillanti (guardatelo inoltre in “Midnight in Paris” di Woody Allen o in “Tutto può accadere a Broadway” di Peter Bogdanovich).
Ebbene: Lopez e Wilson (avevano già recitato insieme nel 1997 in “Anaconda”) sono i protagonisti di “Marry Me“, love story morbida e zuccherosa tratta dalla graphic novel di Bobby Crosby e Remy “Eisu” Mokhtar.
“Marry Me” piacerà sicuramente agli inguaribili romantici e a chi, stressato, vuole solo distrarsi un po’.
Il nocciolo di “Marry Me”: una splendida super-diva, miliardaria, super corteggiata, milioni di seguaci sui social, s’innamora, incredibile a dirsi, di un anonimo pantofolaio, papà divorziato, che sgranocchia cereali davanti alla tv (immancabile il cagnolone pigro seduto accanto) e ha il pallino della matematica (la insegna a scuola; è un professore delle medie).
Una trama trita e ritrita, “Marry Me”, ovvero: i poli opposti che si attraggono. E va bene, poco male. Certo, salta subito in mente “Notting Hill” dove (lo ripetiamo giusto per sicurezza) un timido libraio (interpretato da Hugh Grant) diventava l’ambito principe azzurro di un’attrice da Oscar (un’indimenticabile Julia Roberts).
Ma i due film non sono affatto uguali anche perché non conta il cosa bensì il come. E il tono è molto diverso. “Marry Me” è cucito addosso a Jennifer Lopez che infatti è perfettamente a suo agio e buca lo schermo, merito pure di acconciature e abiti da urlo (ha scelto lei stessa il guardaroba).
Mozzafiato l’elaboratissimo vestito da sposa disegnato dallo stilista libanese Zuhair Murad. Un abito dal peso di ben oltre quaranta chili, una fatica indossarlo durante le lunghe riprese.
Marry Me, commedia per chi cerca relax e “fun”
Tradizionale commedia rosa, “Marry Me”, in perfetto stile Hollywood e classico finale al miele: vissero felici e contenti per sempre, of course. In questo periodo buio, un film come “Marry Me” è una ventata d’aria fresca, e pazienza se qualche purista arriccerà il naso.
“Marry Me” è un toccasana. Pensato per allietare il pubblico, riesce nell’impresa: regala due ore di sana spensieratezza, con quella New York patinata in cui è fantastico perdersi, e poi la favola del Cenerentolo fa sempre colpo: il “signor nessuno” un po’ sfortunato che un giorno viene scelto dalla “Divina”, oltre ogni previsione. Evento da sogno. Il tutto in maniera altrettanto surreale: lei, durante un concerto, lo punta dal palco e gli fa, più o meno così: ehi, tu, mi vuoi sposare? Lui resta a bocca aperta presumibilmente sudando freddo, il cuore che martella.
Insomma, “Marry Me” è il classico film da popcorn. Dopotutto, non esistono solo i capolavori. Anche il pop ha il suo perché. Tanto di cappello, dunque, a “Marry Me” che vuol essere solo ciò che è: un film leggero. Nel cast figurano ottimi attori (c’è anche John Bradley de “Il trono di spade”) e la colonna sonora è emozionante, da “Marry Me” (brano principale) a “On My Way”, ballata struggente, e ancora “Church” e “Love of My Life”. Brani eseguiti dalla stessa JLo, in alcuni casi insieme al cantautore colombiano Maluma (presente nel cast).
Jennifer Lopez è raggiante e non poteva essere altrimenti visto che interpreta una popstar. La popstar si chiama Kat Valdez, stella della musica, lasciata da un fidanzato molto più giovane di lei e farfallone. Ma Kat non si perde d’animo e una sera, coraggiosamente, si butta: pesca un tipo qualunque e vada come vada. Diceva Forrest Gump: la vita è uguale a una scatola di cioccolatini. Non sai mai quello che ti capita.