Mario Tobino è stato uno dei più grandi romanzieri e poeti italiani del Novecento, firmando opere come Le libere donne di Magliano, Biondo era e bello e Il clandestino. La Rai ha appena annunciato l’adattamento del romanzo tradotto in tutto il mondo, Le libere donne di Magliano, edito da Mondadori. La regia è affidata a Michele Soavi e si intitolerà “Le libere donne”.
Endemol Shine Italy e Rai fiction stanno producendo l’adattamento ambientato in Toscana, durante la Seconda guerra mondiale, raccontando la storia di un coraggioso psichiatra che sfida i confini repressivi di un ospedale psichiatrico femminile. Un romanzo di grande attualità e di cruda realtà; sfida che la Rai ha voluto cogliere per portare sul piccolo schermo una storia di ribellione e forza.
Mario Tobino, lo psichiatra poeta
Il paradosso di questo racconto è rappresentato dalla libertà parziale che queste donne sperimentano in un luogo chiuso. Un microcosmo sociale in cui emergono contemporaneamente repressione e ribellione. Dove alcune donne vengono ingiustamente confinate per aver sfidato le norme sociali.
Attraverso la voce di Mario Tobino, psichiatra e scrittore, emerge con forza la dignità di queste donne costrette a subire metodi che spersonalizzano l’identità di una persona. I metodi di Tobino, invece, puntavano sull’empatia, sul disvelamento delle caratteristiche umane e interiori delle sue pazienti.
La serie vede protagonisti Lino Guanciale, Grace Kicaj, Gaia Messerklinger e Fabrizio Biggio. Il direttore generale di Endemol Italia, Leonardo Pasquinelli, ha dichiarato: “Questa coproduzione illustra la nostra forte partnership con la Rai e il nostro impegno congiunto nel fornire storie di alta qualità e culturalmente significative. Le Libere Donne è una potente narrazione di resilienza, libertà e autostima, che unisce il dramma storico con la rilevanza contemporanea, mettendo in mostra il lavoro di grande impatto di Mario Tobino.”
L’attore Lino Guanciale, volto noto della fiction e del teatro italiano, ha detto: “Mario Tobino è stato uno scrittore di talento e uno psichiatra di riferimento. Sui metodi era già molto avanti rispetto all’epoca in cui lavorava. Stare nei centri di salute mentale negli Anni 40 era davvero un lavoro di trincea. Allora gli psicofarmaci non c’erano, era un impegno molto fisico, empatico o talora di contenimento delle energie delle persone malate. Malgrado le difficoltà Tobino era un entusiasta, appassionato e curioso degli altri esseri umani”.