Margot Robbie sta per realizzare un sogno. Tra poco meno di un mese sarà protagonista di uno dei film più attesi del 2023 (parliamo di Barbie, per chi fosse atterrato sulla terra solo nelle ultime settimane).
Il 20 luglio il film diretto da Greta Gerwig sarà disponibile al cinema e probabilmente era da anni che non si vedeva un pre-sala così fervente. Il web si è scatenato con commenti ante litteram che riguardano per lo più sceneggiatura e contenuti vari.
Dal pericolo della sessualizzazione scontata di Barbie, passando per la crisi della vernice rosa, fino alla notizia della centralità dei piedi di Margot Robbie, si sono effettivamente susseguite voci di corridoio di tutti i tipi. Le stesse sono state capaci, sì da un lato di impreziosire l’engagement riferito all’opera, ma dall’altro sono state in grado anche di sminuire un progetto che è sempre stato pensato in grande.
Margot Robbie stessa ha dichiarato al The Kelly Clarkson Show di aver abbracciato in tutto e per tutto la direzione della Gerwig e di essersi affidata alla sapiente scrittura di Noah Baumbach (sceneggiatore di Barbie, per l’appunto).
Margot Robbie – Un suggerimento che diventa elemento scenico portante
Ha tuttavia imposto una condizione ben precisa che le avrebbe permesso di realizzare un sogno che vive nella sua cassettiera fin da quando era piccola. L’oggetto anelato in questione è la Dreamhouse della bambola più famosa del mondo.
Margot Robbie ha chiesto espressamente di inserire nel film una scena in cui si vedesse uno scivolo collegare la stanza da letto direttamente alla piscina. Senza ombra di dubbio la richiesta nasce dal fatto che l’iconico giocattolo, in scene animate e pubblicità varie, sembra compiere spesso questo viaggio all’interno della sua dimora (un gesto simbolico, oltre che educativo).
La Dreamhouse di Barbie è di fatto la casa dei sogni della ragazza e del suo fidanzato (Ken). Centro nevralgico della sua vita è quindi uno snodo essenziale anche per la trama. Barbie parlerà infatti della crisi mistica del personaggio che si trova a vivere una sorta di crisi identitaria.
Che sia dunque un elemento scenico inserito per fare da tramite tra la vecchia vita di plastica (artificiosa e vuota) e il nuovo sentiero intrapreso?