L’ultimo dei Mohicani (The Last of the Mohicans) è un film del regista e co-autore Michael Mann, realizzato nel 1992. Vincitore del premio Oscar 1993 come miglior sonoro, questo film è accompagnato e viene ricordato anche per essere accompagnato da un’incantevole colonna sonora di Trevor Jones e Randy Edelmann, che gli valse una nomination al Golden Globe per la migliore colonna sonora originale.
Lo stesso racconto rappresenta una pietra di paragone personale per Mann (Heat-La Sfida, Insider-Dentro la Verità): la versione del 1936 infatti, è stato il primo film che il regista ricorda di aver visto da bambino. In questo film Mann amplifica tali sentimenti con un’abilità e un trasporto che spiegano come mai venga considerato uno dei più dotati registi dei nostri tempi.
L’ultimo dei Mohicani è un’avventura romantica mozzafiato e una storia d’amore trascendentale che si ispira al romanzo di James Fenimore Cooper e ne esce come un’autentica e dettagliata ricreazione dell’epopea coloniale degli Stati Uniti e un’emozionante saga sulla guerra tra “asce e fucili”.
L’ultimo dei Mohicani – Trama
È il 1757, durante il terzo anno della guerra tra Inghilterra e Francia per il possesso delle colonie americane e del continente stesso. Gli ultimi membri di una tribù di nativi americani in via di estinzione, i Mohicani – Uncas (Eric Schweig), suo padre Chingachgook (Russell Means) e il suo fratello adottivo mezzo bianco Nathaniel detto Occhio di Falco (Daniel Day-Lewis) – vivono in pace accanto ai coloni britannici. Ma quando le figlie del colonnello britannico Edmund Munro (Maurice Roeves), Cora Munro (Madeleine Stowe) e Alice Munro (Jodhi May), vengono prese di mira da Magua (Wes Studi), un sadico e vendicativo guerriero Urone che ha dedicato la sua vita a distruggere il padre delle ragazze per un’ingiustizia passata, Occhio di Falco e Uncas devono salvarle nel fuoco incrociato di un raccapricciante conflitto militare di cui non vogliono prendere parte: la guerra franco-indiana.
Occhio di Falco, caratterizzato dal suo straordinario fucile ad avancarica del XVIII secolo e dalla mira infallibile, è abbastanza saggio da vedere oltre l’evidente tradimento degli inglesi, ma è irresistibilmente attratto dalla raffinata eloquenza di Cora Munro, che cade sotto la sua protezione. Occhio di Falco e Cora divengono, così, amanti intrappolati nel tumulto della guerra tra francesi e indiani.
Per quanto questa sia una storia sulla guerra coloniale e sul combattimento corpo a corpo con rapaci indiani in un’aspra natura selvaggia, al centro c’è un’emozionante storia d’amore che, nonostante tutto il suo feroce romanticismo, non risulta mai nient’altro se non autentica. Non c’è niente di sciocco o sentimentale nell’attrazione che Cora trova nello straordinario Occhio di Falco e lui nella bellissima eroina autosufficiente.
L’ultimo dei Mohicani – Recensione
L’ultimo dei Mohicani è un grande intrattenimento, un vero e proprio poema sinfonico sull’onore e la lealtà: romantico, emozionante, anche se a volte incessantemente violento, è ricco di tradizioni di frontiera e di rispetto per la terra che i coloni conquistatori troppo spesso danno per scontato.
Essendo un film d’epoca amorale e antipolitico, profondamente investito nell’inutilità della guerra, il brutale splendore del film è tanto più commovente perché è così stravagantemente condannato. Un film che restituisce sullo schermo la sua epicità: grandioso ma allo stesso tempo intimo e generoso di emozioni, con un sottotesto di saga e leggenda.
L’ultimo dei Mohicani vive una straordinaria doppia vita. È pura evasione, l’eroismo tradizionale è scritto in modo enorme. Eppure è anche realistico, ogni centimetro intriso di autenticità e convinzione. La violenza è brutale, ma allo stesso tempo avvincente. Un film che rispetta l’intelligenza della sua storia, dei suoi personaggi e del suo pubblico.
L’ultimo dei Mohicani: un Ben Hur della frontiera?
L’ultimo dei Mohicani di Mann osa apportare modifiche rispetto al romanzo classico di James Fenimore Cooper, ma solo per garantire l’accuratezza storica. C’è sempre il rischio che un’attenzione così ossessiva ai dettagli possa oscurare la storia, ma in questo caso non è così. La storia, la recitazione e la cinematografia sono tutti così potenti da sopraffarci nel miglior modo possibile.
L’ultimo dei Mohicani è uno dei film d’azione più emozionanti mai visti negli ultimi tempi. Il cast ispirato dal camaleontico Day-Lewis nei panni di Occhio di Falco, l’uomo bianco cresciuto dai Mohicani, è solo una delle tante sagge decisioni prese da Mann. La sua stoica intensità e il suo impressionante atletismo lo fanno sembrare, ancora una volta, la scelta perfetta per il ruolo. Occhio di Falco si innamora così intensamente di Cora che rischia la propria vita per stare con la donna che il destino gli ha portato.
Tra i suoi ostacoli c’è Magua, il feroce rinnegato Urone che ha giurato di distruggere Munro e tutti quelli della sua discendenza. Così vengono messi in moto gli scontri violenti e i destini che attendono tutti loro. La violenza è rapida, furiosa e frequente ed è messa in scena con un tale realismo da sbalordire gli occhi e l’anima dello spettatore. Le scene di battaglia sono spettacolari, ma sono i combattimenti corpo a corpo che ci fanno sentire il cuore in gola.
Cura nella ricostruzione storica
L’ultimo dei Mohicani è un grande, glorioso e vulcanico film storico che galoppa lungo il sentiero di guerra, con passo sicuro. È visivamente superbo. L’orchestrazione di immagini e suoni è a dir poco maestosa, la loro portata emotiva inebriante. Ogni nativo era meticolosamente vestito con abiti d’epoca e con un trucco storicamente accurato. Le armi, i costumi, la lingua e l’intero modello di vita dei personaggi rispecchiano perfettamente il loro tempo.
Girato con una bellezza sbalorditiva, è questa attenzione ai dettagli il tratto distintivo de L’ultimo dei Mohicani.
L’ultimo dei Mohicani – Cast
Una performance feroce, infiammabile e carismatica, Nathaniel di Day-Lewis è il grande collante che tiene insieme la versione viscerale di Mann de L’ultimo dei Mohicani.
Madeleine Stowe è seducente, vulnerabile e dura, tutto nello stesso tempo.
Wes Studi è un “cattivo” straordinariamente complesso e maestosamente malvagio che affascina in modo spaventoso.
Russell Means nei panni di Chingachgook, porta una spiritualità indurita nel suo ruolo che è allo stesso tempo edificante e fatalista.
Mann ci guida abilmente in quello che è certamente il suo progetto più ambizioso fino ad oggi e uno per il quale sarà sicuramente ricordato. L’ultimo dei Mohicani è un assortimento iperattivo di scene di battaglia, cacofonici colpi di cannone e scatenati gruppi di guerra degli Uroni. Il tutto condito con una delle storie d’amore più emozionanti raccontate sul grande schermo.