Lo scorso 18 giugno è approdato su Disney Plus Luca (potete trovare qui la nostra recensione), l’atteso ultimo lavoro della Pixar diretto da Enrico Casarosa, che fin dal suo annuncio ha fatto parlare di sé per essere il primo film della Pixar interamente ambientato in Italia. La storia del film, infatti, si svolge interamente sulla costa ligure, sia in superficie che sotto il livello del mare.
Luca e Chiamami col tuo nome: una somiglianza da analizzare
Già dal rilascio delle prime immagini del film, le reazioni del popolo del web hanno sottolineato una somiglianza tra questo film e un’altra pellicola italo-americana che negli ultimi anni ha fatto molto discutere. Stiamo parlando di Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino. Ma questi due film, così diversi nella forma eppure così simili nel contenuto, cos’hanno realmente in comune?
Un rapporto umano al centro della storia
Innanzitutto entrambe le pellicole hanno al centro il rapporto tra due ragazzi, rapporto indubbiamente stretto e talvolta intimo che rappresenta uno degli aspetti che la narrazione tende più spesso a sottolineare. In Luca parliamo del protagonista che dà il titolo al film e del suo coetaneo Alberto. Entrambi sono due creature degli abissi che iniziano ad esplorare la superficie, scoprendo, nel caso di Luca, un mondo ben diverso da quello che i suoi genitori gli avevano preannunciato.
In Chiamami col tuo nome abbiamo invece Elio (Timothée Chalamet) ed Oliver (Armie Hammer), il cui rapporto va ben oltre la semplice amicizia. Così come accade in Luca, anche nel film di Guadagnino lo spettatore empatizza maggiormente con uno dei due protagonisti. In Chiamami col tuo nome arriviamo a vestire i panni di Elio e viviamo la storia raccontata dal suo punto di vista.
In Luca è proprio Luca ad entrare più in sintonia con noi, è lui il personaggio di cui sappiamo di più, mentre sul background di Alberto aleggia fino alla fine un alone di mistero – esattamente come per Oliver. Infine, non dimentichiamo che Luca ed Elio attraversano nel corso del film un processo di crescita personale che trova il proprio motore rispettivamente in Alberto e in Oliver. È l’influenza dei loro amici che spinge questi due protagonisti a maturare e ad essere individui nuovi alla fine del film.
Tuttavia, mentre in Chiamami col tuo nome, solo Elio cambia nel corso del film, mentre Oliver resta pressoché se stesso, in Luca anche lo stesso Alberto cambierà e alla fine del film sarà una persona più consapevole di quella che avevamo conosciuto all’inizio.
Il dramma dell’accettazione
Sia in Luca che in Chiamami col tuo nome, quindi, si parla di un rapporto intimo tra due ragazzi. In Chiamami col tuo nome la storia “si esaurisce” in questo rapporto, è questo il tema portante della storia, attorno a cui ruotano le vicende di tutti i personaggi.
Non ci sono fattori esterni che arrivano ad intaccare questo rapporto e i due protagonisti non si trovano mai a confrontarsi con elementi narrativi del tutto estranei ad esso. In Luca le cose sono diverse.
L’amicizia tra Luca e Alberto è solo parte di un affresco più grande che vede al centro una storia di accettazione riguardante un intero gruppo. Da un lato l’accettazione delle persone che abitano in superficie nei confronti dei misteriosi “mostri marini”, dall’altra un’accettazione da parte di quegli stessi esseri subacquei nei confronti di una comunità – quella terrestre – che hanno sempre temuto.
È questo il dramma che muove tutta la vicenda, senza la quale Luca perderebbe gran parte del suo fascino: una storia che si fa universale, veicolando tematiche sempre attuali che rendono questo film testimone del periodo storico che stiamo vivendo.
Ciò non significa che Chiamami col tuo nome racconti una storia meno complessa di Luca, ma che la complessità di Chiamami col tuo nome stia sotto la superficie e sia meno immediata rispetto ad un film pensato per un pubblico più ampio possibile.
Sempre relativamente al tema dell’accettazione, una lettura di Luca in chiave LGBTQ – nata ancora una volta dalla voce del popolo del web – avvicina ulteriormente questo film alla pellicola di Guadagnino, a sua volta diventato un inevitabile modello per quei film che scelgono di trattare tali tematiche. L’accettazione in termini universali diventa, da questa prospettiva, una riflessione particolare su qualcosa di centrale nella società di oggi.
Una cartolina dell’Italia
Sia Chiamami col tuo nome che Luca sono due film scritti da autori statunitensi, ma ambientati in Italia. Ed entrambi i film hanno un regista italiano al timone.
Il racconto che viene fatto dell’Italia, però, è filtrato da quella che è la percezione che l’estero ha del nostro paese. In Chiamami col tuo nome vediamo un’Italia permeata dall’otium, in cui l’estate enfatizza quelle che sono le bellezze dei luoghi, i prodotti locali e il fascino che i dialetti e i residui di un mondo preindustriale portano con sé.
In Luca è lo stesso. Il film è ambientato negli anni ’50 e ogni inquadratura ci mostra un’Italia in gran parte stereotipata, con tutti i modelli iconografici che all’estero sono attribuiti allo stivale. Anche Luca è ambientato in piena estate, periodo dell’anno che finisce sempre per enfatizzare i tratti caratteristici dell’Italia, in particolare se si parla di storie ambientate sul mare.
Nell’ambientare un film in un paese straniero, la Pixar ha sempre raccolto elementi dalla percezione comune, spesso ricca di stereotipi, che si ha di quel luogo. Un esempio è Ratatouille, ambientato a Parigi, ma anche il più recente Coco, la cui storia si svolge invece in Messico.
In questo modo, con pochi elementi, si regala allo spettatore la perfetta immagine del luogo in cui accadono i fatti. Luca non abusa di questi stereotipi, dal momento che non sono essi a fare la storia, ma fungono “solo” da contorno, quasi per decorare un racconto che funziona e che, in qualche modo, trova le sue radici proprio nella tradizione italiana: il soggetto di base, infatti, sembra richiamare la leggenda meridionale di Colapesce.
Lo stesso possiamo dire di Chiamami col tuo nome, film che fa dei suoi riferimenti talvolta stereotipici uno dei suoi punti di forza, ma che riesce poi a convincere per la profondità delle sue tematiche e per l’universalità della sua storia.