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La Soundtrack di Saltburn è stata calcolata nel minimo dettaglio

La Soundtrack di Saltburn è uno degli ultimi dettagli che rimane da elaborare. Il film è uno dei più chiacchierati del web (basta farsi un giro per Tik Tok per comprendere l’importanza che l’ultima uscita di Amazon Prime sta acquisendo mano a mano).

Senza alcuna vergogna si può benissimo statuire che Saltburn abbia acquisito già lo status di cult. Almeno è così per i millennials che hanno assaporato quell’aria di inizio anni duemila che da un po’ viene associata a derive vintage e quant’altro. D’altronde sono pur sempre passati venti anni.

Dapprima, il fattore che ha colpito di più, è certamente quello scenico: in tanti si sono chiesti cosa fosse saltato in testa a Emerald Fennel durante le riprese della scena del cimitero, del vampiro e della vasca da bagno (senza fare spoiler, chi ha capito ha capito).

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Barry Keoghan ha chiarito che per alcune delle sequenze più grottesche ha fatto uso del suo potenziale d’improvvisazione. Tuttavia un dettaglio interessante riguarda proprio la soundtrack di Saltburn.

Si diceva dei primi anni duemila. Saltburn è ambientato precisamente nel 2006, il punto di massimo splendore dell’indie-rock. A far data da quell’annata magica, questo genere è poi andato in declino, per quasi scomparire del tutto.

Le scelte della produzione vertono dunque su artisti che, nella soundtrack di Saltburn, riescono ad evocare quel senso di nostalgia: Arcade Fire, MGMT e i The Killers. L’impatto iniziale è dunque rock.

Si segnalano poi le The Cheeky Girls che con la loro Have a Cheeky Christmas riescono anche a creare un’atmosfera natalizia. Tutto è programmato per solleticare lo spettatore e quel suo bisogno di leggerezza che i primi anni duemila portano alla mente (i millennials del resto erano piccoli all’epoca).

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S i arriva poi a Murder on the Dancefloor di Sophie-Ellis Bextor, assoluta protagonista della soundtrack di Saltburn. La stessa ha la capacità da un lato di rivelare la vera identità di Oliver e chiosa poi il tutto, ponendosi come inno ufficiale del discorso fatto poc’anzi.

Un tentativo di titillare il palato dello spettatore e di farlo avvicinare alla malsana nostalgia e malessere che inevitabilmente Saltburn mette addosso.

soundtrack di saltburn
Federico Favale
Federico Favale
Anche da piccolo non andavo mai a letto presto. Troppi film a tenermi sveglio. Più guardavo più dicevo a me stesso: "ok, la vita non è un film ma se non guardassi film non capirei nulla della vita".

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