Presentato in anteprima alla 78ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, La scuola cattolica è un film di genere drammatico diretto da Stefano Mordini e prodotto dalle case di produzione Picomedia e Warner Bros. Il soggetto si basa sulle drammatiche vicende avvenute durante il massacro del Circeo, ed è tratto dall’omonimo romanzo, vincitore del Premio Strega nel 2016, di Edoardo Albinati.
All’interno del film è presente un cast molto ricco, formato da giovani attori di talento, come Benedetta Porcaroli, Federica Torchetti, Luca Vergoni, Francesco Cavallo e da artisti di esperienza ed ormai affermata carriera, vedi Riccardo Scamarcio, Jasmine Trinca e Valeria Golino.
L’opera ha suscitato molti pareri discordanti, soprattutto da parte della critica. Nonostante questo la pellicola ha incassato 1,6 milioni di euro, e ha ricevuto una candidatura sia ai David di Donatello che ai Nastri d’Argento del 2022.
La scuola cattolica, trama
Roma, 1975. Nei quartieri dell’alta borghesia si trova l’Istituto San Luigi, una nota scuola cattolica maschile, che oltre a dare un ottima istruzione dovrebbe trasferire ai ragazzi quelli che sono i valori della cristianità. Ed è proprio nei corridoi scolastici che fanno conoscenza Gianni Guido e Angelo Izzo. Il primo è un giovane studente dal carattere abbastanza chiuso, che subisce vessazioni violente da parte del padre. Angelo invece, che ha ormai terminato gli studi, si mostra come eccentrico e smaliziato, e fa trasparire fin da subito un animo violento e da vero e proprio leader. Anche altri amici di Gianni e Angelo vivono dei disagi personali, e tutti condividono le difficoltà dovuto al sempre più vicino raggiungimento dell’età adulta. Pulsioni sessuali, violenza e menzogne fanno parte della vita di questi ragazzi, e la vera difficoltà è ormai quella di riuscire a controllare questi impulsi sempre più forti e frequenti.
Le vite della comunità romana subiranno un brusco cambiamento quando, Angelo Izzo, Gianni Guido e Andrea Ghira, perderanno il controllo delle loro pulsioni, e con l’inganno attireranno in una casa al Circeo due giovani ragazze, Donatella Colasanti e Rosaria Lopez, che verranno violentate e picchiate per trentasei lunghe ed interminabili ore.
Un racconto in due parti, la genesi e il compimento del male
La scuola cattolica e un film che ha essenzialmente due propositi: Il primo e quello di fare cronaca, ovvero di mostrare al mondo quello che è stato uno dei casi di cronaca più sconvolgenti della storia italiana. Il secondo consiste nel mettere in luce le problematiche sociali, educative ed istituzionali che hanno plasmato questi giovani fino a trasformarli in dei veri e propri mostri. Purtroppo il film non riesce a centrare a fondo nessuno dei due punti.
La prima parte del film, circa due terzi della durata, vorrebbe sviluppare il secondo punto, cercando di scavare nella mente dei personaggi per riuscire a coglierne i lati più oscuri e mostrare come questi giovani e spensierati ragazzi si siano trasformati in lupi famelici travestiti da agnelli. Questo però avviene in modo marginale. I tre artefici del delitto, Angelo, Gianni e Andrea, vengono poco approfonditi, addirittura il terzo viene mostrato solo nelle sequenze finali, e maggior spazio è riservato invece ai genitori e amici di Angelo e Gianni.
Questo perché nella prima parte assistiamo alla presentazione di un numero veramente eccessivo di personaggi secondari, molti dei quali servono solamente ad inserire nel film alcuni dei cliché tipici di una società falsa, che nasconde la sua vera natura. Abbiamo infatti un rinomato professore che nasconde la propria omosessualità, una donna attraente che ha rapporti sessuali con i compagni di classe del proprio figlio, un prete cattolico che si intrattiene con giovani prostitute e così via. Il tutto serve per far capire allo spettatore, che anche in un ambiente apparentemente ricco e sano, esistono purtroppo problematiche di grande importanza. Il messaggio è giustissimo, il problema e che però questo doveva essere la cornice dell’opera, mentre quì diventa il soggetto principale.
Il secondo blocco, dove si compie il tragico delitto, ha invece una forza maggiore rispetto al primo. Il rapimento e le vessazioni compiute ai danni di Donatella e Rosaria sono messe in scena in modo molto freddo e ben si nota la spietatezza con il quale i tre premeditarono e misero in atto il loro crudele piano. L’ impatto sarebbe però stato maggiore se le figure dei tre carnefici e delle due vittime fossero stati scavanti più in profondità.
Una nota positiva del film sono sicuramente le performance attoriali, tutti i giovani protagonisti son ben calati nella parte, ed ognuno mette in luce problematiche socio-culturali di grande rilevanza, quali il bullismo, l’emarginazione e l’introversione. Anche i rispettivi genitori, la cui male o mancata educazione ha influito sull’animo dei giovani figli fino a spingerli a gesti estremi, sono ben interpretati.
In conclusione, La scuola cattolica è un film che vuole mostrare una realtà che ha dei grossi problemi socio-culturali, un mondo dove la tranquillità e il rispetto altrui sono calpestati dalla violenza, e dove la donna subisce tutta la cattiveria dell’uomo. Unico problema e che tutto questo viene messo in scena in maniera troppo approssimativa, ed il film centra solo in parte l’obbiettivo che si era prefissato.