Presentato alla 76ª edizione del Festival di Cannes, Killers of the Flower Moon è l’ultimo lavoro del grande regista italo-americano Martin Scorsese. Tratto dall’opera saggistica dell’acclamato giornalista David Grann, il film è un lungo viaggio nell’America degli anni venti, ancora fortemente segnata dall’ingiustizia sociale, dalla diseguaglianza e soprattutto dal violento accanimento verso le popolazioni native della parte occidentale del continente.
Per narrare questa lunghissima epopea Martin Scorsese ha chiamato a raccolta quelli che sono gli attori feticci della prima e seconda parte della decennale carriera del regista: Robert De Niro e Leonardo DiCaprio.
Killers of the Flower Moon è nelle sale italiane dal 19 ottobre grazie a O1 Distribution. In seguito il film vedrà rilascio su Apple TV+.
Killers of the Flower Moon: trama
Stato dell’Oklahoma, anni venti: sotto il terreno appartenente ai nativi Osage vi è un immensa quantità di petrolio. Non appena la notizia fa il giro della zona, molti Osage spariscono misteriosamente o vengono trovati brutalmente assassinati. Ad indagare sulla scia di violenza causata dalla scoperta dell’oro nero giunge l’agente dell’FBI Thomas Bruce White Sr. (Jesse Plemons).
Questo fa subito cadere i suoi sospetti su Ernest Burkhart (Leonardo DiCaprio), un uomo di ritorno dalla prima guerra mondiale sposato con un donna di origine indiana di nome Mollie (Lily Gladstone), e suo zio William Hale (Robert De Niro) uno spietato proprietario agricolo che da molti anni aveva messo gli occhi proprio sui terreni degli Osage.
Killers of the Flower Moon: una storia di avidità e potere americano
In un mondo che da poco si è affacciato al ventesimo secolo e che vede con le grandi estrazioni petrolifere e le automobili i primi segni di un progresso imminente, gli istinti primordiali rimangono però ancora le correnti che spingono maggiormente il grande mare nel quale nuota la società americana. L’avidità è di certo la madre di queste correnti, avidità che porta i pesci più grandi a nutrirsi voracemente dei più piccoli per accrescere sempre di più la propria taglia, dominando così incontrastati.
Killers of the Flower Moon, attraverso il magnate William Hale e suo nipote, racconta in maniera esplicita una storia di omicidi e soprusi dei “bianchi” delle popolazioni Osage per l’appropriazione dei terreni a loro appartenenti. Non esiste empatia verso donne, anziani e bambini in questo mondo trainato dal denaro, poco importa che questo sia candido o macchiato dal sangue degli innocenti.
Martin Scorsese ci riporta in un epoca lontana, ma per certi aspetti ancora molto vicina. Una famiglia e una comunità che sembrano subire l’ira di Dio, ma che invece non sono altro che vittime di una realtà corrotta dal Dio denaro, sono al centro di questo epico e meraviglioso racconto. Una regia pulita, di respiro negli esterni e profondamente dettagliata negli interni, Scorsese continua a far scuola di cinema, dimostrando di essere ancora uno dei maestri indiscussi di quest’arte. Un film tecnicamente ineccepibile, la cui grandezza è certamente esaltata da una capacità di narrazione che lascia esterrefatti.
Non solo De Niro-DiCaprio, ma anche una straordinaria Gladstone
La bravura e il talento illuminate di Robert De Niro e Leonardo DiCaprio non sono certo una novità, e anzi ci hanno fortunatamente accompagnato negli ultimi cinquant’anni di storia del cinema. Ma in Killers of the Flower Moon davanti alla performance della (quasi) sconosciuta Lily Gladstone possiamo certamente urlare a gran voce: “A star is Born!”.
Questo trio eccezionale porta sullo schermo Inferno, Paradiso e Purgatorio a cui ognuno sarà destinato. De Niro interpreta il male puro, privo di qualunque scrupolo e benevolenza, anche nei confronti della propria famiglia. Mollie è una donna circondata da predatori spietati, che però, per via della sua ingenuità, non riesce a percepire. Di Caprio è qui invece un uomo in bilico, attirato al “lato oscuro” da uno zio che egli vede come onnipotente, ma che allo stesso tempo combatte per via dell’amore che lo unisce a Mollie.
In conclusione
Martin Scorsese aggiunge un altro capolavoro alla propria carriera. Killers of the Flower Moon è un masterpiece moderno che si annovera sicuramente tra i migliori film usciti nelle sale da molti anni a questa parte. Il racconto è appassionante e coinvolgente, le oltre 3 ore e 20 volano in un battito di ciglio e non sono per nulla eccessive, ma anzi sono essenziali per colpire tutti i punti che l’opera aveva chiaramente puntato.
Il talento e l’arte non hanno certo un età, e De Niro e il suo regista lo gridano forte e chiaro in questo film, che brutte sorprese permettendo li premierà sicuramente con qualche candidatura ai prossimi premi Oscar. Una cosa è certa, Scorsese a ottant’anni ha ancora bisogno del cinema per esprimersi in tutto il suo io, ma è altrettanto vero che il cinema ha ancora tanto bisogno di Scorsese.