Arthur Fleck è tornato! Joker: Folie à Deux, il sequel di Joker, diretto da Todd Phillips e con protagonista il Premio Oscar Joaquin Phoenix è ora nelle sale cinematografiche. Il film rispetta il successo del primo?
Joker: Folie à Deux – Trama e Cast
Arthur Fleck, dopo gli omicidi commessi nella precedente pellicola, è ormai rinchiuso in manicomio. La sua vita subisce una svolta inaspettata quando incontra Harleen “Lee” Quinzel, che sembra attratta da lui. Nel frattempo la maschera di Joker è diventata una vera e propria icona e modello da seguire nella società.
Joaquin Phonix torna a vestire i panni del Joker, mentre Lady Gaga è Harley Quinn. Nel cast ci sono anche Brendan Gleeson, Catherine Keener, Zazie Beetz, Harry Lawtey e Leigh Gill.
Caro Arthur Fleck, ci hai un po’ deluso
Joker: Folie à Deux non è un brutto film, ma vedendolo ci viene spontaneo chiederci: ne avevamo davvero bisogno?
Il film ha sicuramente un buona tecnica registica, la fotografia è interessante, ma il problema rimane la sceneggiatura.
Tutto il primo film giocava sulla trasformazione di Arthur Fleck in Joker, il sequel invece vede Joker tornare Arthur Fleck. Non ci sarebbe nulla da eccepire, forse una trama un po’ scontata, peccato però che fin dai primi momenti della pellicola si capisce che Arthur Fleck ha rinunciato alla sua doppia identità.
Il film ha un significato meta-testuale. Lo spettatore, guardando la pellicola, vorrebbe che Arthur Fleck dia il peggio di sé, esattamente come lo vorrebbe la folla adorante. E quando il Joker non fa nulla si rimane delusi.
Non si capisce quale sia stata l’intenzione di Phillips. Era risaputo che il regista non era intenzionato a realizzare una pellicola, quindi attraverso Joker: Folie à Deux cosa voleva trasmettere? Che i sequel sono mera operazione commerciale?
Arthur Fleck non ci offre nulla di nuovo. Nella prima pellicola era un perdente bastonato da tutti ed è ancora così nel sequel. Per quanto Phoenix dia sempre il massimo nelle sue interpretazioni, vediamo che con Joker c’è il rischio che si ripeta la stessa cosa che è accaduta a Johnny Depp con Jack Sparrow. Il personaggio è troppo macchiettistico nel sequel.
Dal punto di vista di sceneggiatura ci sono anche dei buchi di narrazione che nella precedente pellicola ci faceva pensare che probabilmente Joker era destinato a diventare una trilogia. Phillips tronca bruscamente la narrazione, disattendendo le aspettative. Dunque Joker non è la storia dell’acerrimo nemico di Batman, ma la storia di una persona emarginata e disperata.
Harley Quinn è un’occasione sprecata
Harley Quinn è forse il punto più debole di questa pellicola. Ci si aspettava molto di più dal personaggio, invece è solamente una ricca figlia di papà annoiata dalla vita che prova attrazione, non per un uomo, ma per un ideale psicopatico. Il film è un musical e si può capire perché sia stata scelta Lady Gaga nei panni del ruolo, dato che quest’ultima è una cantante, ma il personaggio è pressoché inutile. E allora viene spontaneo chiederci: qual è la follia a due? Quella tra Joker e Harley Quinn o quella tra Joker e Arthur Fleck?
Dato che la storia della prima pellicola vedevamo gran parte di cose esistenti unicamente nella mente di Arthur, viene quasi spontaneo da pensare che Harley Quinn non sia un personaggio esistente, ma sia solo mera personificazione della follia del protagonista.
Qualora questa interpretazione sia errata, bisogna essere onesti e dire che è pressoché inutile ai fini della trama e l’interesse amoroso con Arthur si basa una storyline inesistente.
Un’altra occasione sprecata è l’aspetto musicale. Il film è un j-box movie, ma la scelta musicale non è memorabile e le parti cantate non sono ben amalgamate alla storia, come è accaduto con altri importanti j-box movie come Moulin Rouge! e Mamma Mia!.
In conclusione
Joker: Folie à Deux è un’occasione sprecata, perché dal punto di vista tecnico il film è quasi perfetto. La regia è interessante, le inquadrature strette riescono a trasmettere perfettamente il senso di claustrofobia del protagonista. La fotografia rappresenta la psiche di Arthur: i colori sono spenti inizialmente e diventano intensi quando l’uomo incontra Harley. Interessante è il prologo che funge da flashforward al finale ed è interessante che sia stata scelta l’animazione.