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Inu-oh, la recensione

Inu-oh è un film d’animazione del 2021 prodotto da SCIENCE Saru, scritto da Akiko Nogi e diretto da Masaaki Yuasa. Il film è il quinto lungometraggio del regista giapponese, arrivato al successo con la serie televisiva The Tatami Galaxy. Inu-oh è anche l’adattamento cinematografico di un saggio del noto scrittore Hideo Furukawa, intitolato Heike monogatari: Inu-oh no maki, ispirato a sua volta da una figura teatrale realmente esistita nel periodo Muromachi – che va dal 1336 al 1573 D.C. -. Il film è stato presentato in anteprima alla 78ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il 9 settembre 2021, nella sezione “Orizzonti”.

Inu-oh cast

Il cast vocale principale del film è composto da Avu-chan (Inu-oh), Mirai Moriyama (Tomona), Tasuku Emoto (Ashikaga Yoshimitsu), Kenjiro Tsuda (padre di Inu-oh) e Yutaka Matsushige (padre di Tomona).

Inu-oh trama

Inu-oh racconta la storia dell’omonimo protagonista, un ragazzo nato con caratteristiche fisiche singolarissime, probabilmente delle malformazioni. Gli adulti, sconvolti dal suo aspetto, ne hanno coperto il corpo con indumenti e il viso con una maschera. Un giorno Inu-oh incontra Tomona, un suonatore di biwa divenuto cieco a causa di un lavoro andato male. Mentre questi suona una delicata canzone su una vita tormentata, Inu-oh scopre di essere molto bravo a danzare. I due diventano amici inseparabili e soci. Usano il loro talento per sopravvivere ai margini della società, ma canzone dopo canzone diventano sempre più famosi. Grazie alle canzoni, dal palcoscenico Inu-oh incanta il pubblico e lentamente si trasforma in un essere di bellezza senza pari. La loro amicizia, nata per raggiungere la verità e cancellare le maledizioni che li hanno colpiti, infine lega i loro destini verso qualcosa che va oltre le proprie tragiche vite.

Inu-oh

Inu-oh recensione

La premessa fondamentale per comprendere a pieno quest’opera di Masaaki Yuasa è che il personaggio di Inu-oh è realmente esistito: fu un drammaturgo e attore teatrale che aveva raggiunto un incredibile successo nel Giappone medievale e del quale però non vi è rimasta alcuna traccia. Il regista focalizza la costruzione della narrativa del film proprio su questa riappropriazione della realtà, della storia, alla quale si aggiunge poi una rivendicazione ulteriore, che esalta tutte quelle storie le quali, per un motivo piuttosto che un altro, non sono mai state raccontate.

Inu-oh è una ballata, una canzone, un inno alla bellezza e al valore dei suoi protagonisti, due ragazzi che non rientrano nei requisiti della società, due facce della stessa medaglia. Il film racconta una storia moderna, in cui il messaggio che traspare appare evidente: o ci si adatta al fato e alle mode per raggiungere il successo oppure si rinuncia a tutto per vivere secondo il proprio credo. Il film vuole quindi omaggiare attraverso i suoi personaggi principali due categorie spesso trascurate, gli sconfitti e chi ha deciso di seguire i propri principi, spesso condannati all’oblio.

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Molte delle sequenze di Inu-oh sono dominate dalla musica, altro elemento fondamentale della pellicola, tanto che nella parte centrale il film diviene un vero e proprio musical, scandito dalle note e dai balli sconvolgenti con cui i due protagonisti raccontano la loro storia.

Inu-oh

La scelta di Maasaki Yuasa di ambientare il film nel Giappone del 1300 trasporta immediatamente lo spettatore all’interno di un immaginario tanto reale quanto folkloristico, adatto per contestualizzare le vicende narrate, e che successivamente il regista stesso, da buon artigiano, smonta pezzo per pezzo, per dare spazio ad un’ambientazione più contemporanea, creando un effetto quasi straniante. Un cambio di toni, annunciato dalla trasformazione di Tomona da musicista tradizionale a vera e propria icona glam rock.

L’accostamento tra passato e presente, tema molto caro agli autori dei giorni nostri, non è nuovo al regista giapponese: tra i numerosi esempi, il più emblematico è forse Devilman Crybaby, serie anime presente su Netflix, che risulta essere una rivisitazione in chiave attuale dello storico manga di Go Nagai. Ma la contemporaneità di Inu-oh sta anche nel riconoscimento personale, come già detto, in uno scenario in cui i due protagonisti sono chiamati a scegliere, e il pubblico con loro, tra i dettami dello shogun e la loro vera natura.

Dal punto di vista tecnico, Inu-oh si distanzia dallo standard dell’animazione giapponese, richiamando l’immaginario tradizionale dettato dallo Studio Ghibli con La città incantata ma in chiave fortemente pop. L’animazione stessa, dal punto di vista concettuale, avrebbe potuto essere utilizzata in modo più efficace, magari sfruttando maggiormente – con un supporto adeguato da parte della sceneggiatura – le magnifiche scene oniriche e surreali che si limitano all’ultima parte della pellicola.

Scene psichedeliche e piene di colori avrebbero giovato anche alla colonna sonora, composta da Otomo Yoshihide, sicuramente di alto livello nell’ambito del genere musicale a cui fa riferimento, ma che a volte può risultare fuori fase, forse appunto un effetto voluto dallo stesso regista.

Inu-oh è stato candidato ai Golden Globe 2023 per il miglior film d’animazione, andato poi a Pinocchio di Guillermo Del Toro.

Trailer (sub-eng)

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni
Samuele Galleri
Samuele Galleri
Cinefilo di seconda generazione, amante soprattutto delle serie televisive e del cinema di animazione.

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