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Inside Out – Le curiosità più insolite del film d’animazione della Pixar

Inside Out è senza ombra di dubbio uno dei film più di successo della Disney, almeno degli ultimi dieci anni. Una storia commovente, fulgida ma allo stesso tempo dalle tinte amarognole. Tutte queste sono le emozioni che coinvolgono lo spettatore, al pari del percorso sentimentale che intraprende Riley (la bambina di 11 anni, protagonista del film d’animazione).

La piccola ha in sé diverse animelle che la spingono ad affrontare in maniera variopinta le situazioni che la vita le staglia davanti. Così elevato il revenue affettivo, che la Pixar ha deciso di lavorare su un sequel: Inside Out 2 sarà nelle sale a breve e già il fatto che il colosso abbia dedicato un secondo film a questa fantastica storia d’avventura spirituale la dice lunga sulla portata dell’evento.

Inside Out ha permesso al pubblico di simpatizzare (questo è l’aggettivo più puntuale) con le vicende narrate. Al punto tale che Mindy Kaling, che interpreta Tristezza nell’originale, è scoppiata a piangere una volta letto il copione).

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Si tratta a tutti gli effetti di un classico Disney che merita un approfondimento relativo alle curiosità che gli ruotano intorno. Un progetto simile vive anche di un lavoro di produzione corposo, fatto di difficoltà, spunti intuitivi che non hanno avuto tutti un contraltare scenico nel prodotto finale. Insomma, quantitativamente e qualitativamente si è di fronte a un colosso della cinematografia d’animazione

Il primo insight che può essere fornito è senza dubbio il periodo di lavorazione: questo è stato nettamente più lungo di altri film. Soprattutto la fase di pre-produzione è stata lunga: Inside Out ha richiesto una scrittura dei personaggi molto più profonda (anche alla luce del fatto che Michael Arndt, scrittore originale dell’opera, ha mollato il progetto nel 2011).

Poco male, il risultato finale è stato comunque sorprendente.

Inside Out

Inside Out – I dettagli che non si conoscono

Inside Out – La Memoria a Lungo termine

La Memoria a lungo termine di Inside Out è uno dei dettagli più curiosi del film. Chi può giurare di non sognare un archivio di ricordi ai quali si può accedere? Chi non desidererebbe rivivere alcune fasi della propria vita per leggersi dentro e capire nuovi spunti del suo carattere?

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Nel tentativo di creare quanto sopra, i produttori si sono anche affidati a esperti di sogni e psicologi che hanno fornito l’informazione che i ricordi a breve termine, durante il sonno, si trasformano in ricordi a lungo termine. Quello che si vive durante la giornata verrebbe dunque rielaborato la notte e incorporato alla nostra scheda madre intellettiva.

Ebbene quanto si vede nel film è una biblioteca che contiene circa 17 miliardi di scaffali, per un complessivo di 3.2 trilioni di ricordi. In alcuni di essi si fa anche riferimento ad altri film della Pixar (come, ad esempio, la scena “Married Life” di Up.

 Se non bastasse, si informa che la superficie della Memoria di Inside Out, almeno secondo le stime fornite dalla Pixar, ha una superficie che riuscirebbe a ricoprire Taiwan (36.259 km quadrati).

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La Forma dei personaggi

La Forma dei personaggi che rappresentano le emozioni in Inside Out ha un design calcolato e voluto. Ognuno di essi ha una dimensione che omaggia un oggetto ricollegabile a quel preciso stato d’animo. Gioia è nata sulla base della forma di una stella, Tristezza ricalca la forma di una lacrima, Rabbia è simile a un mattone e, infine, Disgusto rimanda alla figura dei broccoli (si, il vegetale tanto odiato dai più piccoli).

Questa scelta è stata motivata con l’indicazione di voler dare carattere a ogni esperienza emotiva, offrendo un simbolo di assoluto impatto per lo spettatore.

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Inside Out 4

Le dimensioni della Console hanno un significato preciso

La Grandezza della Console di Riley in Inside Out è di base dipendente dall’età della stessa. All’inizio la si vede molto piccola, proprio perchè la bimba è neonata. Le emozioni si alternano all’inizio nel suonare il bottone ivi presente ma, successivamente, Riley cresce e tutte le sue sensazioni cominciano ad armonizzarsi.

Le sue esperienze si espandono, pertanto cambia anche il modo di vivere le stesse. La complessità della vita è direttamente proporzionale all’organizzazione che coinvolge Gioia e company. Questo particolare è basato sulle vere esperienze della figlia di Peter Docter.

Lo scrittore e regista di Inside Out ha dovuto infatti trasferirsi dal Minnesota a San Francisco e la figlia ha vissuto, proprio alla luce di questo, un’infanzia abbastanza turbolenta. Docter ha rivisto in lei quello che Riley esperisce nel corso delle scene di Inside Out.

Inside Out 5

Le modifiche dei personaggi principali

I personaggi di Inside Out hanno vissuto una fase di produzione decisamente travagliata. Molti dei dettagli che li riguardano all’inizio non dovevano essere così.

In una delle prime versioni dell’opera, Gioia doveva chiamarsi ottimismo. Quest’ultima ad ogni modo non è tecnicamente un emozione ma uno stato d’animo, un sottile particolare del carattere che non attiene tanto all’anima, bensì all’atteggiamento.

Tristezza invece doveva avere un aspetto maschile e si sono avvicendati diversi disegni, prototipi del personaggio che hanno poi portato alla conformazione definitiva e presente nel film. In molti si sono interrogati sulla valenza di Tristezza (perché inserire una figura, di base negativa, in un film per bambini?). La motivazione è stata data da Docter stesso che ha semplicemente chiosato: non si può vivere senza tristezza; fa parte dell’esistenza umana.

I doppiatori di Inside Out si sono poi litigati il personaggio di Rabbia. L’unico che avrebbe interpretato un altro personaggio è proprio Lewis Black, interprete effettivo della figura in questione. Se avesse potuto scegliere, avrebbe dato la voce a Disgusto.

Federico Favale
Federico Favale
Anche da piccolo non andavo mai a letto presto. Troppi film a tenermi sveglio. Più guardavo più dicevo a me stesso: "ok, la vita non è un film ma se non guardassi film non capirei nulla della vita".

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