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Indiana Jones e il Quadrante del Destino, la recensione

L’archeologo più famoso nella storia della settima arte torna al cinema. Indiana Jones e il Quadrante del Destino è il quinto capitolo della saga cinematografica sul professor Jones, iniziata da Steven Spielberg nel 1981 con I predatori dell’arca perduta. Dopo l’enorme insuccesso del quarto film, Indiana Jones subisce un cambio di regia molto importante. Steven Spielberg lascia il testimone a James Mangold, regista del recente Le Mans ’66 – La grande sfida. Sarà riuscito Mangold a reggere il confronto con le precedenti opere, ormai divenute dei veri e propri cult?

Indiana Jones e il Quadrante del Destino, presentato fuori concorso a Cannes 2023, uscirà nelle sale il 28 Giugno.

Indiana Jones e il Quadrante del Destino, trama

Corre l’anno 1969, e l’ansia e la frenesia per l’imminente atterraggio dell’uomo sulla Luna non sembrano affatto coinvolgere l’ex docente universitario e ricercatore Indiana Jones (Harrison Ford). Dopo la sua ultima lezione però, Jones incontra dopo molti anni Helena Shaw (Phoebe Waller-Bridge) la figlia del suo più vecchio e caro amico. La giovane archeologa è determinata a recuperare il Quadrante del Destino, un antico manufatto in grado di controllare il tempo. Zaino in spalle, cappello in testa e frustra nella mano, Indiana Jones torna a vestire i panni dell’avventuriero in quella che sarà la sua ultima avventura.

Indiana Jones e il Quadrante del Destino
Helena e Indiana

Il passato chiama a rapporto Indiana Jones

Una rocambolesca corsa su un treno nazista durante il secondo conflitto mondiale, un oggetto in grado di manipolare il tempo, ancora una volta l’archeologo Indiana Jones si trova immischiato in un impresa volta a non far cadere in mani sbagliate, in questo caso lo scienziato tedesco Jurgen Voller (Mads Mikkelsen), un antico e potente reperto storico-archeologico. Dopo l’Arca dell’ Alleanza, la Linga, il Sacro Graal e i Teschi di Cristallo è arrivato il turno del Quadrante del Destino.

La prima mezz’ora del film vede il primo incontro di Indiana, qui ringiovanito in maniera abbastanza credibile con l’aiuto della computer grafica, con l’artefatto di Archimede. Il gran numero di azione, sparatorie e scazzottate tra Jones e i soldati nazisti non bastano a chiudere una storia che molti anni dopo tornerà a tormentare l’ormai pensionato professore.

Come nei capitoli cult degli anni passati, Indiana è accompagnato in questo viaggio da dei compagni altrettanto preparati e carismatici: la sua figlioccia Halena, anch’essa studiosa del lontano passato, e il giovane ladro di nome Teddy (Ethann Isidore). Un film che viaggia sul viale dei ricordi e che vuole dare una degna conclusione a quella che è stata una delle saghe cinematografiche più iconiche di tutti i tempi. L’opera non è certo esente da difetti, anzi, va però detto che l’aria e le atmosfere che hanno sempre caratterizzato i film di Spielberg sono qui presenti, e questo quinto capitolo è sicuramente un passo avanti al suo precedente.

Indiana Jones e il Quadrante del Destino
Un immagine tratta dal film

Regia e sceneggiatura scricchiolano, ma tutto sommato fanno il loro lavoro

Prendere in mano l’eredità di Steven Spielberg non deve essere stato affatto semplice per James Mangold. Approcciarsi a una creatura già formata e consolidata è già cosa ardua, se questa creatura è poi un cult generazionale il tutto acquista maggior complessità. Il regista riesce comunque a uscirne abbastanza bene. Nonostante non vi siano sequenze memorabili o da far sbarrare gli occhi, e anzi in molti momenti la regia sia un po’ sotto tono, Mangold porta casa il compito prefissato. Le scene d’azione alla Indiana Jones ci sono e le oltre due ore di film scorrono in modo divertente e piacevole.

Per quanto concerne la sceneggiatura anch’essa non brilla, ma allo stesso tempo fa il suo. La storia è in linea con il franchise, alcuni personaggi introdotti, come quello di Halena e Teddy, sono buoni, altri invece sono di dubbia utilità. Il finale è poi assolutamente frettoloso e negli ultimi 15′ accadono davvero troppi eventi, eventi che sarabbero dovuti esser meglio condensati durante il corso della pellicola. Bisogna però sempre ricordarsi che lo scopo di opere di questo tipo è quello di intrattenere, divertire e far passare agli spettatori un lieto pomeriggio all’insegna dell’azione.

Indiana Jones e il Quadrante del Destino, pur in maniera non eccelsa e con diversi difetti, riesce a fare tutto questo e porta a termine una saga epica, che ha avuto nel corso della sua storia momenti di altissimo cinema, e che rimarrà nei cuori di tutti gli amanti della settima arte.

Indiana Jones e il Quadrante del Destino
Un ringiovanito Harrison Ford

In conclusione

Indiana Jones e il Quadrante del Destino ci regala l’ultima avventura dell’archeologo più amato di tutti i tempi, già solo questo è un grade incentivo per recarsi in sala a vederlo. Il film è poi una buona opera d’intrattenimento che scorre in modo piacevole e leggera. Certo questo capitolo non è sicuramente all’altezza dai primi tre film della saga, ancora oggi tre grandi vette del cinema d’avventura americano, ma comunque Indiana Jones, pur con qulche acciacco e ruga, ne esce bene.

Indiana Jones e il Quadrante del Destino, trailer

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

James Mangold prende in mano l'eredità di Steve Spielberg. Indiana Jones e il Quadrante del Destino ci mostra un Jones invecchiato, con maggiori fragilità, ma carico all'azione e con la voglia di tuffarsi sui misteri del mondo forti oggi quanto in passato.
Davide Secchi T.
Davide Secchi T.
Cresciuto a pane e cinema, il mio amore per la settima arte è negli anni diventato sempre più grande e oltre a donarmi grandissime emozioni mi ha accompagnato nella mia maturazione personale. Orson Welles, Ingmar Bergman, Akira Kurosawa e Federico Fellini sono gli autori che mi hanno avvicinato a questo mondo meraviglioso.

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