Incastrati 2, una serie tv italiana di cui andare fieri
Disponibile su Netflix a partire dal 2 marzo, Incastrati 2 è la seconda e ultima stagione della serie televisiva scritta e diretta dal duo comico siciliano Ficarra e Picone. La prima stagione, uscita nel 2022, ha ricevuto un’ottima accoglienza da parte di pubblico e critica, tanto da convincere il colosso dello streaming a rinnovarla per un sequel. Incastrati 2 infatti, è direttamente collegata alla storia cominciata in Incastrati. Le vicende sono sempre quelle dei due sfortunati tecnici della tv, Salvo e Valentino (interpretati sempre da Ficarra e Picone), che si ritrovato invischiati in omicidi e intrighi connessi alla mafia siciliana. Tra i prodotti audiovisivi italiani presenti su Netflix, questa serie tv è uno di quelli di cui andare più fieri. Al di là dell’ambientazione, esaltata da una fotografia calda e ospitale che richiama la famosa accoglienza attribuita ai siciliani, tutti gli attori sono perfettamente calati nella parte. La maggior parte di questi è di provenienza siciliana ed ha alle spalle una lunga gavetta in programmi televisivi e teatri dell’isola.
In fondo, non poteva che essere così, perché chi meglio di un siciliano può raccontare luci e ombre della sua terra, tanto bella quanto complicata? Oltre alla bravura e scioltezza dei comici caratteristi come Sasà Salvaggio e Gino Astorina, rispettivamente interpreti del sign. Gambino e del dott. Tantillo, una new entry è Leo Gullotta, la cui carriera tra cinema, televisione e teatro parla da sé. Ritroviamo nel ruolo di Tonino alias Cosa Inutile l’attore Tony Sperandeo e Maurizio Marchetti in quello di Padre Santissimo. Tra volti nuovi e già conosciuti, Incastrati 2 è riuscito (così come la prima stagione) a creare un ambiente molto confortevole dentro cui abitare per i sei episodi di cui è composta. Ahimé, troppo pochi.
Incastrati 2, la trama
La serie inizia con Salvo e Valentino che investono per puro caso Padre Santissimo con il loro furgone. Tonino “Cosa Inutile”, braccio destro del boss, punta loro una pistola contro. I due si salvano per un pelo, perché una processione religiosa sta per passare proprio lì. Minacciati da Tonino, i due portano lui e Padre Santissimo a casa di Salvo, che ora vive in un rudere isolato, dopo essersi lasciato con la moglie Ester. Nuovamente incastrati, i nostri “eroi” si ritroveranno complici della mafia e a vivere una doppia vita. Questo porterà non pochi problemi nella quotidianità dei due, soprattutto nella vita amorosa di Valentino, in procinto di andare a convivere con il vicequestore Agata Scalia che, intanto, continua ad indagare sull’omicidio Gambino (avvenuto nella prima stagione) non ancora archiviato.
Meno comicità, più ironia
Vi è una piccola ma grande differenza tra comicità e ironia, troppo poco sottolineata. Se si fa un confronto con la prima stagione, Incastrati 2 è l’esempio perfetto per ricordarla. Ficarra e Picone affrontano il tema della mafia affiancandosi alla modalità di racconto di Pif e del suo film La mafia uccide solo d’estate. La scelta di adoperare l’ironia come strumento di riflessione sulla criminalità organizzata in Sicilia risulta vincente e raffina ancor di più la seconda stagione rispetto alla prima. Quindi, pochi momenti in cui scappa una risata immediata e spontanea, più momenti in cui l’ironia attiva il cervello su questioni sociali che meriterebbero più attenzione sia da parte dell’opinione pubblica che delle istituzioni. A questo contribuisce sicuramente l’affiatamento tra Salvo Ficarra e Valentino Picone, che continuano a condividere il set con grande naturalezza, come se fosse la prima volta, non dimostrando affatto gli anni di carriera condivisa assieme (più di venti).
Non solo mafia…
Sin dalla prima stagione abbiamo conosciuto il giornalista Sergione, interpretato da Sergio Friscia. Super ingessato, si definisce un professionista ed è sempre in prima linea con il suo operatore di fiducia per montare servizi scandalistici, più che informativi. Caratteristica peculiare sono le frasi fatte che utilizza, quasi fossero una firma personale del suo lavoro. In Incastrati 2 troverà un rivale che, di fianco a lui, esercita il potere della professione giornalistica in modo decisamente poco lodevole. Due facce della stessa medaglia, che mostrano due dei tanti volti del giornalismo televisivo. Lo vediamo tutti i giorni accendendo la tv quanto i programmi del piccolo schermo, anche d’intrattenimento, cavalchino l’onda dei fatti di cronaca nera. Ficarra e Picone colgono la palla al balzo e, affiancata alla denuncia nei confronti della mafia, vi è anche la denuncia dello stato in cui versa buona parte del giornalismo italiano.
Un finale con una dedica commovente
Qui si entra in un terreno delicato, ma senza fare spoiler, vi diremo che alla fine di Incastrati 2 c’è un sentito e commovente omaggio a chi la mafia l’ha combattuta ed è morto per tener fede al proprio lavoro e ai propri valori. In particolare, il personaggio del procuratore Nicolosi (Leo Gullotta) ricorda molto da vicino Paolo Borsellino e Girolamo, il suo collega, quello di Giovanni Falcone. Gullotta pronuncia un discorso che, nella realtà, aveva la voce di Falcone e in un momento di tenerezza, idealmente, si ricongiunge all’amico scomparso, probabilmente proprio a causa della mafia. Il finale è un tripudio di gioia, di felicità, un omaggio alla Sicilia pulita che ancora crede che la mafia sia una montagna di m****, come detto da Peppino Impastato.
Incastrati 2 è ben più di una serie televisiva comica. Un prodotto che conferma la versatilità del duo Ficarra e Picone che con i loro film, i loro sketch televisivi e la partecipazione a La Stranezza di Roberto Andò, hanno dimostrato di sapersi mettere in gioco con la loro freschezza, fortunatamente mai perduta e sempre rinnovata.