HomeRecensioni FilmIl sol dell'avvenire: la recensione del nuovo film di Nanni Moretti

Il sol dell’avvenire: la recensione del nuovo film di Nanni Moretti

Nanni Moretti torna in sala con Il sol dell’avvenire, un film in cui il regista si ricongiunge alle origini della sua cinematografia, con l’intento di cambiare il finale della propria carriera. Tra situazioni circensi e peripezie politiche, il film fluisce su più piani, confondendo lo spettatore in un primo momento, ma raggiungendo, infine, un’essenziale organicità.

Moretti abbandona il cinema drammatico che non gli aveva permesso di brillare a dovere con Mia Madre e Tre Piani, per tornare a ciò che lo aveva reso quasi un unicum nel panorama cinematografico italiano.

Il sol dell’avvenire è un film che non lascia indifferenti, è un viaggio nella mente di un regista che ha ancora tanto da dire.

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Giovanni, interpretato da Nanni Moretti, mentre parla con la figlia Emma, interpretata da Valentina Romani, ne Il sol dell’avvenire

Il sol dell’avvenire Cast

Il cast del film Il sol dell’avvenire è composto da Nanni Moretti (Giovanni), Margherita Buy (Paola), Silvio Orlando (Ennio Mastrogiovanni), Barbora Bobulova (Vera), Mathieu Amalric (Pierre), Jerzy Stuhr (Jerzy), Teco Celio (Psicanalista), Valentina Romani (Emma), Elena Lietti (Executive Netflix), Blu Yoshimi (Attrice), Renzo Piano (sé stesso), Chiara Valerio (sé stessa), Corrado Augias (sé stesso), Giulia Lazzarini (sé stessa), Alba Rohrwacher (sé stessa), Jasmine Trinca (sé stessa), Lina Sastri (sé stessa), Anna Bonaiuto (sé stessa), Renato Carpentieri (sé stesso).

Il sol dell’avvenire Trama

Giovanni si sta occupando della realizzazione del suo nuovo film. Questo racconta la storia di Ennio, segretario del circolo del PCI del Quarticciolo a Roma, che insieme alla moglie Vera accoglie un circo ungherese dopo i fatti della rivoluzione del 1956.

Il suo giudizio sulla rivoluzione è, però, ostacolato dalla fedeltà che egli rivolge alla dirigenza del PCI che appare schierata con l’Unione Sovietica. La moglie, invece, è decisa nel sostenere la causa ungherese.

Parallelamente, Giovanni è impegnato in problematiche relative alla produzione del film, dovute ad alcune criticità finanziarie che ha il produttore Pierre, e relative alla relazione con sua moglie Paola, che lo vuole lasciare.

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Giovanni e Paola, interpretata da Margherita Buy

Il sol dell’avvenire Recensione

Il film si svolge essenzialmente su due piani. Il primo è rappresentato dalle peripezie del regista Giovanni che deve far fronte a varie questioni. La moglie Paola, che per la prima volta ha deciso di produrre un film non diretto dal marito, di cui lui, inoltre, prova disgusto, lo vuole lasciare; il produttore Pierre viene arrestato; la figlia intraprende una relazione con un settantenne polacco.

Il secondo piano è, invece, puramente fittizio. Questo è rappresentato dalle scene del film che Giovanni sta dirigendo. In queste si muove Ennio, segretario della sezione del Quarticciolo del Partito Comunista Italiano e fedelissimo alla linea dirigenziale.

In mezzo a questi due piani, Moretti inserisce una sottile linea, rappresentata da alcune scene del film che Giovanni vorrebbe dirigere. Due giovani si amano e litigano sotto le note di alcune famose canzoni italiane. L’utilizzo della musica in questo caso tocca le parti più profonde dell’animo dello spettatore. Egli viene, infatti, rapito dalla danza sotto le note di Voglio vederti danzare di Franco Battiato oppure dalla potenza romantica delle parole di Fabrizio De André.

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Vera e Ennio, interpretati rispettivamente da Barbora Bobulova e Silvio Orlando, ne Il sol dell’avvenire

Il disagio del regista verso il cinema moderno

La fiaba narrata da Moretti attraverso il personaggio di Giovanni trasporta lo spettatore in un’atmosfera senza tempo, in cui gli anni ’50 si fondono al presente. Un presente in cui il regista si trova a disagio nei confronti del moderno.

Prima la violenza nel cinema, poi un colosso come Netflix, sono stratagemmi per definire una certa dolceamara visione cinematografica del regista. Amara perché nostalgica di ciò che l’arte era una volta, dolce perché la libertà umana rende possibile il cambiamento.

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In questo contesto agisce il cinema morettiano che, in questo film, decide di osare come mai aveva fatto da un punto di vista narrativo. Il disagio che il regista prova verso un certo modo di fare cinema, infatti, si riversa su una ricerca stilistica e narrativa che conduce il film a rivisitare sé stesso.

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Giovanni ne Il sol dell’avvenire

Il film diventa un oggetto con cui giocare, un puzzle a cui cambiare i pezzi a piacimento. Un finale revisionista che vuole accendere una speranza per il futuro è l’emblema di questa caratterizzazione ludica del prodotto cinematografico.

Una riflessione di Moretti sul suo cinema, sulla politica e sulla vita

Moretti ha voluto mettere tutto sé stesso in questo film, che diventa uno tra i film maggiormente personali del regista italiano. Un modo per volgere lo sguardo al proprio cinema in maniera volutamente egoriferita, per avere la forza di andare avanti e lanciare un canto di speranza per le generazioni future.

Questa ode di speranza si rivolge alla libertà di guardare oltre gli schemi, alla politica come romantica espressione dell’individuo libero e non come schema prestabilito composto di regole ferree da rispettare.

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Giovanni e Paola

Moretti dirige, quindi, un grande film sulla Storia e sui modi di studiarla e interpretarla, sulla dilagante ideologia che caratterizza la nostra epoca, che conduce l’individuo nella più completa repressione dello spirito libero che lo caratterizza.

Che sia un testamento poetico di Moretti o esclusivamente un espediente per riflettere sulla propria carriera, sarà il tempo a decretarlo con certezza.

Ciò che appare chiara, però, è la voglia di fare cinema di un regista che per tanti anni era rimasto nascosto in un cinema che non gli apparteneva e che, come una fenice, è rinato dalle proprie ceneri.

Il sol dell’avvenire Trailer

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Il Sol dell'Avvenire è uno dei film più personali di Moretti. Il regista racconta in questo tutta la sua carriera, il mondo moderno, e il futuro che verrà.
Redazione
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