HomeRecensioni FilmIl robot selvaggio: recensione di un capolavoro Dreamworks

Il robot selvaggio: recensione di un capolavoro Dreamworks

Il robot selvaggio (The wild robot) è il nuovo film d’animazione targato Dreamworks, scritto e diretto da Chris Sanders. l film è l’adattamento cinematografico del romanzo illustrato dello scrittore Peter Brown.

Il robot selvaggio conquista grandi e piccini con una storia semplice raccontata con grande raffinatezza. Uno spettacolo meraviglioso che incanta gli occhi e riempie il cuore fino all’orlo.

L’animazione è cinema, e Il robot selvaggio ne è la prova. È un film d’animazione vivido, fantasioso e meraviglioso che vola alto e quando una storia porta meravigliosamente il suo cuore, è una bella sensazione da provare.

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Per festeggiare i suoi 30 anni, la Dreamworks torna in grande stile, regalando agli spettatori un film più ricco e toccante.

Il robot selvaggio

Il robot selvaggio: la trama

“Su una scala da 1 a 10, come valuteresti la mia performance?” chiede Roz (doppiata da Lupita Nyong’o), abbreviazione di ROZZUM unit 7134, un robot di consumo Universal Dynamics naufragato progettato per aiutare i suoi umani. La prima volta che lo senti, è un robot in uno scenario da “pesce fuor d’acqua”, costretto a prendersi cura di un paperotto neonato chiamato Beccolustro (Boone Storm, poi doppiato da Kit Connor di Heartstopper) dopo un incidente che uccide la madre.

Nell’assumersi la responsabilità di crescere il bambino, traccia la rotta per lo scopo finale di Beccolustro: “mangiare, nuotare e volare” per l’inverno. E Roz non è sola in questa avventura di co-genitorialità, facendo amicizia con la furba volpe Fink (Pedro Pascal) e con l’opossum di Catherine O’Hara di nome Codarosa.

Il robot selvaggio: recensione

Si potrebbe sostenere che Il robot selvaggio sia Blade Runner per bambini (o il suo più vicino associato, Il gigante di ferro), ma la magica sceneggiatura di Sanders offre molto di più. Lo vediamo rappresentato attraverso il mondo natale di Roz quando scopre il suo scopo mentre rovista tra i rottami che trova sull’isola. Mentre Sanders e il suo meraviglioso team di animatori non offrono molti retroscena (forse l’unico punto debole del film), risuona abbastanza profondamente per la sua posizione su come la società si sia lentamente disconnessa in un mondo tecnologico. Gli ambienti puliti e sterili del mondo natale di Roz hanno spianato la strada a ideali consumistici, desiderosi di riparare, vendere e produrre in serie per farsi strada nei cuori e nelle menti della società.

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Il robot selvaggio

Il dono e la ricompensa di Il robot selvaggio, è la sua celebrazione dell’imperfezione: esseri imperfetti che vivono all’interno delle regole binarie della loro “programmazione” e imparano a liberarsene. Tematicamente, la sceneggiatura aperta ma intima di Sanders eccelle nel sentimento di “trovare la tua tribù”. Sottolineando come legami nuovi e inaspettati formino nuove identità plasmate da circostanze straordinarie e celebrando come le differenze siano una forza piuttosto che una debolezza nel trovare una vera connessione. Elevato dall’incredibile colonna sonora di Kris Bowers, è solo allora che Roz inizia a disimparare queste pratiche, sviluppando una compassione senziente per Beccolustro. E la ricompensa di tale impresa: guardare l’addestramento di Beccolustro e il successivo volo di migrazione evoca la stessa sensazione del primo volo insieme di Sdentato e Hiccup in Dragon Trainer

Oltre alla sceneggiatura emotiva, quella sensazione di riconnessione non sarebbe possibile senza la sua animazione. La combinazione di uno stile dipinto a mano in 2D e 3D all’interno della sua tela animata simboleggia la continua rivoluzione all’interno del genere.

Il robot selvaggio è il miglior film di Sanders

Con il talento che mostra dai tempi di Lilo & Stich e Dragon Trainer, Chris Sanders mostra una storia di cambio di prospettiva, che costringe il protagonista a condividere lo stesso spazio con gli animali in uno stato di natura

Un film che ha saputo raccontare storie meravigliose: è il miglior film che Chris Sanders abbia mai realizzato.

Pieno di umorismo ed eccitazione, Il robot selvaggio può davvero essere considerato come il miglior lavoro di Sanders. È un film che riesce a essere sia divertente che significativo. Il film è pronto a diventare un classico amato da bambini e adulti. Questa è davvero una vera delizia per tutta la famiglia.

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Il film d’animazione rivoluzionario di Sanders è un commento sullo stato attuale e previsto dell’umanità. Dagli impatti del riscaldamento globale alla dipendenza dai robot, è sicuramente un segnale di avvertimento.

In conclusione

Il lavoro vocale di Nyong’o è un’esperienza gioiosa in uno dei migliori ruoli della sua carriera. Come Roz, proietta così tanto amore e calore per un robot logico che evolve costantemente il suo scopo e la sua esistenza. Fink di Pascal non sbaglia nessuno dei due, interpretando un personaggio che trova una rara amicizia e amore con Roz da non poter essere separato da lei. Senza rivelare spoiler, riesce a pronunciare alcune delle battute più emozionanti del film.

Il robot selvaggio

Un concetto visivo ampio, flessibile e completamente libero in termini di colori, forme e disegni, attraverso il quale diventa possibile costruire una certa visione del mondo che raggiunge bambini e adulti con naturalezza.

Una bellissima avventura per tutta la famiglia che parla dell’importanza dell’inclusione, dell’empatia e della maternità.

Trailer

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

The Wild Robot parla della vocazione della maternità, degli scontri tra natura e tecnologia e del cambiamento climatico. Dimostra anche magnificamente l'umiltà implicita nell'ospitalità. Affronta in modo intelligente questioni complesse e le rende comprensibili sia per gli adulti che per i bambini. Un film che sa far ridere e colpire con nobiltà e intelligenza. Sotto la guida di Chris Sanders, la Dreamworks ha realizzato uno dei suoi migliori film fino ad oggi.
Laura Pavanello
Laura Pavanello
Con la fantasia si può fare il più spettacoloso viaggio che sia consentito ad un essere umano". E questo per me è il cinema, il mio oggetto di studi, la mia passione, ma soprattutto il luogo dove i sogni diventano realtà.

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