Tutto cambi purché nulla cambi. Il Gattopardo è un nuovo adattamento Netflix del romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, dopo il capolavoro di Luchino Visconti. Riesce a tenere testa al precedente film?
Il Gattopardo – Trama e cast
Ambientato nel 1860 quando l’Esercito Italiano cerca di conquistare la Sicilia inviando Garibaldi e i suoi 1000 soldati. Il Gattopardo, Principe di Salina, è preoccupato da questa invasione e cerca di tenere al sicuro il suo patrimonio e la sua casta.
Kim Rossi Stuart è il protagonista della miniserie, Benedetta Porcaroli è il nuovo volto di Concetta Corbera di Salina. Deva Cassel sostituisce Claudia Cardinale nel ruolo di Angelica e Saul Nanni è il nuovo Tancredi.
Tutto fumo e niente arrosto
Proporre un nuovo adattamento de Il Gattopardo era un progetto rischioso, ma Netflix ha dimostrato di essere in grado di riuscire a proporre buoni adattamenti di capolavori della letteratura, come con la prima parte di Cent’anni di solitudine. Peccato che con Il Gattopardo non si riesce a ripetere l’operazione.
La miniserie si distacca dalla pellicola di Visconti e dal romanzo. Il punto di vista è quello femminile e infatti sono Angelica e Concetta le vere protagoniste della storia. Siamo sinceri, non c’è nulla di male di presentare una storia già conosciuta attraverso uno sguardo differente, la letteratura lo fa da secoli, basti pensare all’opera Le Troiane che ci racconta la guerra di Troia da un punto di vista femminile. Con Il Gattopardo non si riesce a proporre qualcosa di interessante.
Il vero fulcro del romanzo è il periodo storico e nel prodotto Netflix, al di fuori dei costumi, l’aria rinascimentale è completamente assente.
Il personaggio di Kim Rossi Stuart è preoccupato per il suo status, ma il suo personaggio è talmente marginale che non si riesce a sentire il malessere, perché la sceneggiatura è più interessata al triangolo amoroso tra Tancredi, Angelica e Concetta. Probabilmente Netflix era più interessato a proporre una storia che potesse essere vicino alla serie britannica Bridgerton.
In Il Gattopardo ci sono voci femminili che non emergono
Come abbiamo detto, Angelica e Concetta sono le vere e proprie protagoniste. La seconda è la figlia prediletta de Il Gattopardo; si presenta come un’ingenua fanciulla, ma a fine della storia dimostra essere la vera erede del padre. Soffre per amore, ma dimostra di essere scaltra e in grado di gestire gli affari di famiglia senza aver bisogno di un uomo accanto.
Angelica è esattamente come lei e può trarre a suo vantaggio la sua estrema bellezza. Si tratta di una ragazza ambiziosa, ma che riesce perfettamente a rimanere a galla da sola e sa benissimo come muoversi.
Il problema è la scrittura banale e le interpretazioni non convincenti. Deva Cassel è all’inizio della sua carriera, perciò possiamo darle il beneficio del dubbio dato che si trova a inizio carriera, ma la sue interpretazione non è per nulla soddisfacente, soprattutto se viene messa a confronto con l’immensa Claudia Cardinale. Non bisognerebbe fare paragoni, ma sapendo quanto è stato importante Il Gattopardo per la storia del cinema ci viene spontaneo fare un confronto.
Benedetta Porcaroli ha sempre la medesima espressione. Sia se si strugge d’amore per Tancredi, sia se è arrabbiata con suo pare. Per citare il buon René Ferretti, è sempre in modalità F4 basita.
Saul Nanni non ha minimamente il carisma del suo precedente interprete. Si tratta di una serie pensata per la generazione Z, non sembra offrire nulla di più.
L’unico che riesce a dare un’interpretazione, perlomeno buona, è Kim Rossi Stuart, ma il suo accento siciliano non risulta per nulla naturale e a volte è disturbante.
In conclusione
Se Il Gattopardo fosse stata una storia originale, forse avrebbe vinto la sfida. Ma trattandosi di un adattamento di un capolavoro letterario ci si aspetta di più e purtroppo non riesce a vincere la sfida.
Gli aspetti positivi sono i costumi, le scenografie all’aperto e il repertorio musicale, ma nulla di più.