Il gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio (titolo originale Puss in Boots: The Last Wish) è un film d’animazione del 2022 diretto da Joel Crawford. La pellicola è il quarantaquattresimo lungometraggio prodotto dalla Dreamworks Animation ed è il sequel de Il gatto con gli stivali (Puss in Boots) uscito nel 2011, oltre ad essere uno spin-off del franchise di Shrek.
Il gatto con gli stivali 2 cast
All’interno del cast vocale principale del film si trovano Antonio Banderas (Gatto con gli stivali), Salma Hayek (Kitty Zampe di Velluto), Olivia Colman (Mamma Orso), Harvey Guillen (Perrito), Samson Kayo (Baby Orso), Wagner Moura (Lupo/Morte), John Mulaney (“Big” Jack Horner), Florence Pugh (Riccioli d’Oro), Da’Vine Joy Randolph (Mama Luna), Ray Winstone (Papà Orso), Conrad Vernon (Zenzy) e Cody Cameron (Pinocchio).
Il gatto con gli stivali 2 trama
Ne il gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio, il Gatto con gli stivali continua a compiere imprese leggendarie, una delle quali lo uccide. Tornato in vita, si rende conto di averne già consumate otto su nove, ed è arrivato il momento della pensione. Ma la vita domestica non fa per lui, e quando irrompono Riccioli d’Oro e i tre orsi viene a sapere dell’esistenza di una stella, nascosta in mezzo a un bosco, che sarebbe in grado di esaudire qualunque desiderio per il primo che la trova. Inizia così un nuovo viaggio avventuroso, in compagnia del cane Perrito, autodichiaratosi migliore amico del Gatto, e di Kitty Zampe di Velluto, che ce l’ha con il protagonista a causa di un’avventura andata male. A inseguirli, oltre al quartetto citato sopra, ci sono “Big” Jack Horner, versione adulta e malvagia del protagonista di una filastrocca inglese, e la Morte, che si presenta sotto forma di un lupo cattivo armato di due affilate spade a forma di mezzaluna, e che non è quello visto nei film di Shrek, bensì un individuo spietato e inarrestabile che non vuole lasciarsi sfuggire la sua preda più ambita.
Il gatto con gli stivali 2 recensione
Dopo il modesto primo film, il Gatto con gli stivali torna sul grande schermo in questa nuova avventura fresca e irriverente, adatta per tutta la famiglia. Il film inizia con la scritta “Questa è una fiaba”, una dichiarazione d’intenti non indifferente considerando le origini del franchise stesso. Nel 2001, infatti, Shrek era qualcosa di rivoluzionario per come si posizionava nel panorama dell’animazione statunitense: un prodotto di una certa insolenza, che si rivolgeva a un pubblico più adulto (pur non disdegnando gli spettatori giovani) ed esponeva alla derisione la maggior parte della tradizione disneyana, distanziandosi nella costruzione narrativa dalle convenzioni fiabesche tradizionali, fin dalla sequenza d’apertura dove l’orco più famoso al mondo usa un libro sul tema come carta igienica. Una ventata di freschezza, dettata dal responsabile della DreamWorks Animation, Jeffrey Katzenberg, il quale approvò il progetto per ripicca nei confronti della Disney che lo aveva licenziato qualche anno prima.
Il gatto con gli stivali 2 dimostra quindi un cambio di rotta non solo all’interno del franchise ma nella Dreamworks stessa, sia nell’impianto narrativo che nella cifra stilistica, con l’abbandono del classico look computerizzato che l’ha resa un nome di riferimento nel campo dell’animazione mainstream. Quest’evoluzione si era già potuta notare qualche mese fa con il film Troppo cattivi, che si rifaceva alle illustrazioni dei libri da cui è tratto, ed è ancora più evidente con questo secondo episodio delle avventure del Gatto, che mescola lo stile riconoscibile con un’estetica più pittorica, simile a quella versatile di Spider-Man – Un nuovo universo della Sony.
Il risultato è un lungometraggio che parte dal materiale noto ai fan dello studio e poi diventa qualcosa di nuovo, una fiaba sincera, interessante, ben costruita e ben bilanciata. Decisamente ispirata risulta essere quindi la sceneggiatura, curata da Paul Fisher, che trascura la parte ironica tipica dei film di Shrek e si focalizza invece sul pathos e sui sentimenti, sulle scene d’azione – in particolare quelle che maggiormente sfruttano la varietà nella forma del film – e sui dialoghi, con questi ultimi che rielaborano elementi delle storie originali ma con un intento comico meno sarcastico rispetto a quello di due decenni fa. Ad accompagnare la pellicola si ha un ottimo impianto tecnico, nel quale prevale la colonna sonora di Heitor Pereira, dalle note spagnoleggianti, pronte a coinvolgere gli spettatori e a far ballare.
Il gatto con gli stivali 2 presenta un Gatto che è ancora il medesimo personaggio agli occhi del pubblico, con lo stesso carisma e la stessa audacia, ma non è più esattamente la versione felina di Zorro costruita nel 2004. Per lui, per il franchise e forse addirittura per la Dreamworks stessa si sta profilando una nuova vita all’orizzonte, e se questo è l’inizio, le speranze di vedere qualcosa di buono sono ben riposte.