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I Origins, tra scienza e fede

Dopo Another Earth (2011), in cui la scoperta di una “seconda terra” fa sorgere nei personaggi (e nel pubblico) importanti interrogativi sulla propria esistenza, Mike Cahill ricorre nuovamente al genere fantascientifico per il suo secondo lungometraggio, I Origins (2014), per tentare di esplorare questioni molto terrene. Ciò che rende affascinante questa pellicola è la sua capacità di affrontare con delicatezza e senza pretese temi estremamente importanti, come l’ineluttabilità della morte e l’immortalità dell’anima, pur senza rinunciare nel contempo a offrire intrattenimento e forti emozioni. Per tutto il tempo della visione lo spettatore sarà accompagnato da un miscuglio di sensazioni contrastanti, da una dolcezza amara, che lo renderà benevolo nell’accogliere un prodotto non proprio perfetto sotto il profilo tecnico, ma stimolante e coraggioso per le tematiche affrontate, così come spiega Mike Cahill in una sua intervista: “Continuo a fare film di fantascienza: la amo. Penso che abbia la meravigliosa capacità di lasciarsi alle spalle tutti i pesi associati alla vita. Si può usare come una lente di ingrandimento, un microscopio, un telescopio per ingrandire un elemento della condizione umana […]”.

Premi e Cast

I Origins è stato presentato nel 2014 al Sundance Film Festival dove ottiene un certo successo di pubblico aggiudicandosi il prestigioso Premio Alfred P. Sloan e nello stesso anno quello di miglior film al Sitges – Festival Internazionale del cinema fantastico della Catalogna.

Nel cast figurano interpreti all’epoca giovani ma già molto stimati e apprezzati dal pubblico: il brillante attore statunitense Michael Pitt, noto per la sua ottima interpretazione in The Dreamers (2003) di Bernardo Bertolucci, Brit Marling che ha già collaborato con Mike Cahill interpretando il ruolo della protagonista di Another Earth; infine la bellissima modella e attrice francese Àstrid Bergès-Frisbey.

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I Origins – La trama

Ian Gray (Michael Pitt) è un biologo molecolare specializzato nel processo evolutivo dell’occhio. La scienza rappresenta per lui l’unico linguaggio possibile per spiegare la realtà e l’unico strumento di cui l’uomo dispone per interpretare gli eventi. Le sue convinzioni saranno però messe a dura prova dall’incontro con una misteriosa ragazza (Àstrid Bergès-Frisbey) e da importanti scoperte scientifiche.

I Origins

Il mistero dei suoi occhi

Il giovane Ian è alla ricerca di risposte, di una prova tangibile che possa dimostrare scientificamente la progressione dell’occhio umano e confuti definitivamente ogni credenza o dogma religioso sulla questione evolutiva. Così con grande determinazione e con una certa ossessione porta avanti una serie di esperimenti volti a ricostruire gli stadi evolutivi dell’occhio, da quello più semplice a quello più complesso. Una sera durante la festa di Halloween due occhi penetranti color del mare si incrociano con i suoi. A chi appartengono? Chi si cela dietro quella maschera? Per il momento non è dato saperlo. L’attrazione tra i due scatta. E scatta anche senza conoscersi, scatta anche senza sapere l’uno dell’altro. Per una notte si amano, si accarezzano, si desiderano.

I Origins – 11, un numero fortunato

Ci vorranno giorni, settimane, e qualche ricerca in rete prima che Ian possa scoprire che quegli occhi appartengono a una modella straniera di nome Sofi. Come arrivare a lei? Dove cercarla? Sembra davvero il caso eppure seguendo il numero 11, da tempo considerato da lui un numero fortunato, la trova. Eccola, è lì, tranquilla e assorta nei suoi pensieri che legge un libro in un vagone della metro. Finalmente la vediamo anche noi Sofi, affascinante, misteriosa, sensuale. Tutte noi vorremmo essere un po’ lei. La scena del loro incontro, del loro secondo e tanto atteso incontro farebbe emozionare anche i meno sentimentali. Cahill è molto abile a creare un’atmosfera intima e romantica, grazie soprattutto a potenti inquadrature di primi piani e ad una splendida colonna sonora che per questa sequenza si serve del bellissimo brano Dust it off del gruppo franco finlandese The Dø.

I Origins

Una storia in corto circuito

In breve tempo il giovane biologo e la misteriosa ragazza decidono di sposarsi. Nonostante tutto, nonostante si conoscano poco, nonostante le grandi differenze caratteriali già molto evidenti. Lui, razionale, rigido, fermo nelle sue convinzioni scientifiche. Lei, vitale, uno spirito libero, ma soprattutto dotata di una forte spiritualità. E intanto Ian compie progressi con i suoi esperimenti: aiutato dalla sua assistente Karen (Brit Marling) fa un’importante scoperta che sembra dimostrare la sua tesi evolutiva. Arrivati a questo punto qualcosa va storto e la storia d’amore tra queste due anime gemelle va in corto circuito. Attraverso una veloce sequenza di eventi, Sofi muore in seguito ad un incidente e Ian sprofonda in una buia e profonda depressione.

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I Origins

I Origins – Tra scienza e spiritualità

Sono passati otto anni da allora e Ian è ormai uno scienziato affermato, ma nuove e interessanti scoperte lo costringeranno a cambiare la sua prospettiva. “Cosa farebbe se qualcosa di spirituale dimostrasse che le sue convinzioni sono sbagliate?” gli viene chiesto a un certo punto. Cosa fareste voi se il vostro terzo occhio si risvegliasse dal sonno e vi restituisse una conoscenza superiore? Mike Cahill prova a chiederlo al suo spettatore ideale pronto a mettere in discussione la sua fede in un mondo razionale e ordinario, in cui è dimostrabile solo ciò che è tangibile e sensibile. Il regista si serve della componente fantascientifica per mettere in luce i limiti conoscitivi della condizione umana dando però la suggestione che è possibile trovare nuove soluzioni, forse meno evidenti, forse meno persuasive, ma sicuramente più consolatorie e incoraggianti di quelle proposte dal pensiero scientifico.

I Origins

In conclusione

L’intento di Cahill ci sembra nobile e coraggioso, per questo gli perdoniamo una sceneggiatura non sempre convincente e alcune forzature narrative, soprattutto relative alla seconda parte della pellicola. In definitiva I Origins si presenta come un film stimolante, capace di toccare argomenti esistenziali attraverso una meravigliosa storia d’amore senza la pretesa di fornire risposte univoche o inequivocabili. Senza dubbio contribuiscono alla buona riuscita del film la scelta di un ottimo cast e la grande intesa che si viene a creare fra i due interpreti principali, che si dimostrano all’altezza della situazione regalandoci forti emozioni. Un film sicuramente da vedere in cui scienza e dramma sentimentale si mescolano alla perfezione fornendoci qualche spunto di riflessione.

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

I Origins è un film emozionante che nel tortuoso percorso tra scienza e spiritualità riesce ad affrontare tematiche importanti senza la pretesa di approdare a risposte certe.
Alessia Pennino
Alessia Pennino
Il cinema ha sempre rappresentato per me il rifugio perfetto dalle vicissitudini quotidiane, un porto sicuro dalla realtà, ma anche la dimensione ideale in cui sogni e desideri prendono forma. Ho sempre coltivato un interesse profondo per quest'espressione artistica, immaginandomi un giorno di scrivere recensioni per poter esprimere il mio punto di vista.

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