HomeRecensioni FilmGli ultimi saranno ultimi - Recensione del film con Paola Cortellesi

Gli ultimi saranno ultimi – Recensione del film con Paola Cortellesi

Gli ultimi saranno gli ultimi non è di certo passato inosservato nella giornata di martedì. In programmazione su Rai 2 ha riscosso notevole successo, in parte dettato la sempre in auge popolarità di Paola Cortellesi, un po’ perché il tema affrontato è uno dei più dibattuti ad oggi.

Al contrario del recentissimo C’è ancora domani, Gli ultimi saranno ultimi non gode di clamore e attenzione mediatica. Talvolta è passato in sordina, dal 2015 ad oggi, pena una produzione poco roboante e una distribuzione misera (rispetto alla portato dell’opera).

Paola Cortellesi ci insegna in questo titolo poco conosciuto l’importanza e la difficoltà di essere donna. Cosa bisogna concretamente fare per affermare sé stesse, da tutti i punti di vista. Parla agli spettatori con naturale franchezza, come solo lei sa fare, ricordando agli stessi che non si può dare nulla per scontato: lavoro, amore e maternità.

Queste ultime realtà affettive sono componenti della sfera personale che il film segnala come elementi che non si può dare per scontati.

Gli ultimi saranno ultimi è la versione su schermo di un pezzo teatrale già esistente. Scritto e diretto tra le altre cose da Massimiliano Bruno (regista del film) e interpretato per l’occasione dalla stessa Cortellesi.

Gli ultimi saranno gli ultimi

Gli ultimi saranno ultimi – Un film sottile

Gli ultimi saranno ultimi parte da uno schema narrativo molto lineare (verrebbe quasi da dire banale). La maestria della Cortellesi, abile nel calarsi silenziosamente nei panni di una donna comune, rendono il tutto accattivante e coinvolgente.

Luciana Colacci è una donna che vive con il compagno nel viterbese (saggia anche la decisione di ambientare l’opera non in una periferia romana qualsiasi ma in un centro di provincia laziale).

La sua vita scorre serena tra un lavoro ripetitivo e una relazione consolidata che però non ha più niente da dire (vive di ricorrenze e piccole accortezze). Nulla potrebbe andare meglio (per Luciana già tutto questo è tanto).

Se non fosse che l’inattesa gravidanza la mette davanti a un bivio feroce che il destino sembra averle riservato. Una volta licenziata, proprio a causa della futura nascita, dovrà fare i conti con l’ansia del futuro.

Da che viveva (a detta sua) “una vita de merda” passerà a non avere più neanche quella. Il suo ragazzo, meccanico provetto ma disoccupato, rincorre sogni e impicci poco realizzabili. Pertanto più che un aiuto costituisce una zavorra.

Gli ultimi saranno ultimi ci porta a constatare come anche la persona più calma del mondo possa, dopo una serie di congiunture sfavorevoli, diventare ciò che non è mai stato.

Luciana in preda a un raptus prende in ostaggi i suoi datori di lavoro, in una situazione di stallo che fa riflettere lo spettatore. Così come la sua vita è in stand by, anche il giudizio nei suoi confronti merita un pensiero in più.

La differenza la fa il cast

Come già anticipato, in Gli ultimi saranno ultimi c’è una grande mattatrice che è la Cortellesi. Raffigura alla perfezione il prototipo di donna buona e onesta di provincia. Una ragazza di pochi fronzoli, concreta e affettuosa.

Non si aspetta nulla dalla vita ma di certo neanche che quest’ultima possa deluderla tanto.

Il resto del cast compone un film corale e ben strutturato. Ci si sente parte integrante del gruppo e quasi ci si cala nella loro realtà. La regia di Bruno è sapiente, probabilmente non spicca per ardore, ma la sua pacatezza è rassicurante.

Tiene tutti incollati allo schermo, senza u attimo di sosta. Riesce a scandagliare diversi aspetti della vita umana, soprattutto il lato più filo depressivo. Insegna a riconoscere come le altre persone possano vivere esperienze che le hanno profondamente segnate.

Nota di merito anche per Fabrizio Bentivoglio che interpreta un carabiniere che cambia sede di stanza dopo una storia di morte e dolore. Il suo destino si incrocerà con quello di Luciana solo alla fine. Ma anche in questo tutto ha una motivazione. Le persone si incontrano non per caso ma per una ragione stabilita.

Il risultato finale in Gli ultimi saranno ultimi è una miscellanea di fattori positivamente stereotipati: la parrucchiera di paese che vive di scappatelle e frivolezze, il compagno di Luciana in fissa per il calcio e poco lungimirante. Una ragazza transgender che fatica a vivere con sé stessa a causa di malelingue e dicerie.

Bruno ha fatto un lavoro egregio, così come Paola Cortellesi. Primo film drammatico per lei. Primo film in cui si consacra attrice di popolo. Quasi una vera e propria paladina.

Alessandro Gassman è poi perfetto nell’interpretare Stefano, un partner poco affidabile ma dal cuore tutto sommato buono. Una sua debolezza rischiava di compromettere la vita di Luciana. Il buon esito della questione ricorda agli spettatori come c’è sempre una seconda opportunità e non è mai troppo tardi per riparare una situazione che sembra compromessa.

Gli ultimi saranno ultimi è un film che in fondo, anche se non sembra, vuole infondere speranza.

PANORAMICA

regia
soggetto e sceneggiatura
interpretazioni
emozioni

SOMMARIO

Gli ultimi saranno ultimi è un film corale inaspettatamente poco conosciuto. Paola Cortellesi è mattatrice assoluta, una vera paladina del popolo. Un 'attrice che riesce a fare propri gli atteggiamenti tipici del personaggio che interpreta. Il resto del cast compone un quadro particolarmente apprezzabile.
Federico Favale
Federico Favale
Anche da piccolo non andavo mai a letto presto. Troppi film a tenermi sveglio. Più guardavo più dicevo a me stesso: "ok, la vita non è un film ma se non guardassi film non capirei nulla della vita".

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