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Gen V, onestamente si poteva fare di meglio

The Boys è una delle punte di diamante di Prime Video. Tratta dall’omonimo fumetto di Garth Ennis e Darick Robertson, la serie ha riscosso un successo incredibile sia nella critica che nel pubblico. Gen V è un teen drama che nasce come spin-off di The Boys. Rilasciato su Prime Video a partire dal 29 settembre, la serie si concentra sulle vite di giovani universitari che studiano alla Godolkin University School, l’università per supereroi, gestita dalla Vought International.

Gen V – Trama

Marie Moreau ha un sogno: essere la prima ragazza afroamericana a entrare nel gruppo dei Sette. Dopo essere stata ammessa alla Godolkin University e aver assistito al suicidio di Luke Riordan, alias Golden Boy, si ritrova a stringere un’alleanza con Andre Anderson, Emma Shaw, Cate Dunlap e Jordan Li per far luce sulla morte del ragazzo, scoprendo, suo malgrado, che la Godolkin non è il posto tranquillo e rassicurante che credeva e che numerosi segreti si nascondono nel Bosco. Ma che cos’è il Bosco?

Gen V
Shelley Conn nei panni di Indira Shetty

Cast

La prima stagione di Gen V vede Jaz Sinclair interpretare Marie Moreau, la protagonista della serie. Riccardo Suarez e London Thor si alternano nel ruolo di Jordan, mentre Chance Perdomo è Andre. Le bravissime Lizze Broadway e Maddi Philips vestono i panni di Emma e Cate. Shelley Conn nel ruolo di Indira Shetty dimostra, ancora una volta, le sue ottime capacità da attrice. Patrick Schwarzenegger e Asa Germann sono i fratelli Luke e Sam Riordan. Sean Patrick è Polarity, padre di Andre.

Tra le guest star appartenenti all’universo di The Boys compaiono Jessie Usher, Colby Minifie, Chace Crawford, Jensen Ackles, Claudia Doumit, Antony Starr e Karl Urban.

Gen V – Recensione

Guardando il primo episodio di Gen V viene spontaneo pensare che lo spin-off sia geniale come la serie madre. I due episodi successivi smorzano l’entusiasmo, ma si rivelano comunque delle puntate gradevoli da guardare. Dalla quarta puntata in poi incominciano i problemi.

Gen V ha dell’ottimo potenziale ma, come si direbbe in un ambiente scolastico, “non si applica”. Forse il problema maggiore nasce dal fatto che sia un teen drama. In The Boys sono presenti storie d’amore, in primis quella tra Hughie e Starlight, ma non monopolizzano la narrazione come avviene nello spin-off. Probabilmente c’era il desiderio di espandere l’universo della serie e cercare di attirare anche un pubblico più giovanile; tuttavia, il risultato non è completamente soddisfacente. Alcune situazioni si rivelano troppo frettolose e incoerenti con ciò che si è visto negli episodi precedenti.

Poster promozionale

Parliamo soprattutto del voltafaccia repentino di Cate e Sam. Sappiamo che la ragazza era tenuta sotto controllo da Indira, ma, una volta fatta fuori quest’ultima, sembra che gli sceneggiatori si siano resi conto di non avere più il villain per le stagioni successive, così hanno deciso di far “passare al lato oscuro” uno dei personaggi già presenti, facendole percorrere una strada completamente incoerente. La scelta di Sam è più giustificabile per via del suo trascorso, ma anche quest’ultimo ha un arco narrativo non coerente, soprattutto per quanto riguarda il suo rapporto con Emma. A proposito di quest’ultima, sappiamo che il suo super potere dipende dal suo rapporto con il cibo: se mangia troppo diventa gigante, mentre se rigurgita tutto ciò che ha ingerito diventa minuscola. Nell’ultima puntata, dopo la rottura con Sam, si scopre che lei può diventare piccola anche quando è triste; questo espediente non viene mai mostrato nelle puntate precedenti e crea confusione nello spettatore.

Gen V
Marie ed Emma

C’è poca attenzione verso tematiche importanti

Abbiamo recensito un teen drama targato Netflix, Everything Now, mettendo in luce come la serie poteva sviluppare meglio la questione dei disturbi alimentari. Ecco, in Gen V avviene esattamente la stessa cosa.

I super poteri dei ragazzi sono molto interessanti, addirittura molto più intriganti di quelli della serie madre, ma non c’è alcun approfondimento sulle conseguenze psicologiche causate da questi poteri.

 Marie riesce a utilizzare il suo potere solo auto lesionandosi, Emma attraverso il suo conflitto con il cibo e Jordan è transgender. Sono delle tematiche molto importanti, specialmente per un pubblico giovanile, ma vengono affrontate con troppa leggerezza e noncuranza. Ogni tanto la protagonista si ritrova a odiare se stessa perché i suoi poteri hanno causato la morte dei suoi genitori e l’hanno allontanata dalla sorella, ma negli altri personaggi il conflitto è solamente accennato.

Gen V
Cate e Sam

I personaggi non riescono a conquistare come quelli della serie madre

I ragazzi si dimostrano tutti dei buoni attori, in particolar modo Asa Germann, Lizze Broadway e Maddi Philipps, ma nessun personaggio riesce a conquistare come avviene nella serie madre. Shelley Conn è forse l’attrice migliore della serie, ma il suo personaggio non è nient’altro che una versione femminile di Butcher. Entrambi i personaggi vogliono vendicarsi di Patriota perché ha distrutto le loro famiglie, ma Indira Shetty è solamente una brutta copia di Butcher. Non ha né il suo carisma né la sua potenza come personaggio.

Gli unici personaggi che riescono ad attivare l’attenzione sono quelli che già appartengono all’universo di The Boys. Sono Patriota e Butcher a salvare il finale di stagione e a ravvivare l’interesse nei confronti del prodotto, sebbene la loro presenza duri solamente qualche secondo.

In conclusione

Ovviamente Gen V non è una brutta serie. Dal punto di vista tecnico parliamo di un prodotto di ottima qualità, ma il problema è la sceneggiatura che non riesce a stupire e a coinvolgere come fa The Boys. Come si intuisce dal finale, ci sarà una fusione tra i due prodotti e speriamo che questo sia il modo per ravvivare uno spin-off che prometteva tanto, ma soprattutto che chiuda i vari buchi di trama che si sono creati.

Trailer

PANORAMICA

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Gen V non è sicuramente una serie da buttar via o da classificare come inguardabile, tuttavia non è all'altezza della serie madre e ha un potenziale che doveva essere sviluppato meglio.
Arianna Dell'Orso
Arianna Dell'Orso
Vivo sul mondo reale unicamente con il corpo, ma la mia mente viaggia a Westeros, nella Londra dei Peaky Blinders e fa affari loschi con Walter White. Il cinema di Hitchcock è il mio spirito guida

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