Fratello, dove sei? è un film del 2000 diretto da Joel ed Ethan Coen, i fratelli autori di opere cult quali Il grande Lebowski e Fargo. Il film combina in maniera unica ed indimenticabile elementi di commedia, avventura e dramma per creare un’esperienza cinematografica dai toni decisamente grotteschi. Partendo dal soggetto liberamente ispirato all’Odissea, con la complicità delle diverse sfaccettature del film, in cui spiccano performance attoriali eccezionali, e un’atmosfera distintiva, Fratello, dove sei? è un’opera coinvolgente da vedere, anche più volte.
Trama
Ambientato negli anni ’30 durante la Grande Depressione a Sud degli Stati Uniti, il film segue tre detenuti evasi di nome Everett Ulysses McGill (George Clooney), Pete Hogwallop (John Turturro) e Delmar O’Donnell (Tim Blake Nelson), che si mettono in viaggio attraverso il Mississippi per recuperare un tesoro nascosto prima che sia distrutto a causa della costruzione di una diga. Nel corso del viaggio, i tre incontrano una serie di personaggi bizzarri e si imbattono in situazioni comiche ma al contempo pericolose.
Durante la loro avventura, i tre detenuti formano una band chiamata “Soggy Bottom Boys”, che diventa inaspettatamente popolare grazie a una registrazione radiofonica. Nel frattempo Everett cerca di riconquistare sua moglie Penelope, detta Penny (interpretata da Holly Hunter), che sta per sposare un politico corrotto.
Tra grotteschi personaggi che riprendono metaforicamente Polifemo, le sirene dal canto ipnotico, altri protagonisti e situazioni dell’Odissea, ed elementi storici come le elezioni o il Ku Klux Klan, i tre si ritrovano in un finale lieto ma dai toni estremamente surreali.
Recensione- Un’Odissea moderna e grottesca
L’umorismo eccentrico e surreale che permea tutto il film è tipico dello stile dei fratelli Coen: l’imprevisto, l’avventura e la comicità grottesca infatti sono alla base di quello che è probabilmente il loro lavoro più cult e meglio riuscito, Il grande Lebowski del 1998.
Se la bellezza della suddetta pellicola sta soprattutto nel personaggio principale, in Fratello, dove sei?, oltre ai tre protagonisti indimenticabili, è soprattutto l’avvincente trama a conquistare lo spettatore.
Il suo intreccio di temi universali, che trae origine proprio dall’Odissea, come la ricerca del senso della vita, la fede, la responsabilità e la lotta tra bene e male, affrontati in modo sottile, mai banale, invitando lo spettatore a riflettere sulle proprie esperienze e convinzioni personali è la formula vincente del film. L’umorismo intelligente e la profondità emotiva si fondono in una narrazione coinvolgente, trasformando uno dei testi letterari più antichi della storia umana in un’opera certamente diversa ma comunque di ottima qualità.
Fratello, dove sei? merita di essere visto e rivalutato, divise infatti la critica alla sua uscita, forse perché ritenuto dissacrante nei confronti del soggetto di partenza. Oggi, con più lucidità, si può certamente affermare che sia una combinazione perfetta di interpretazioni di pregio, trama interessante ed intelligente ed atmosfere inimitabili che solo i Coen sanno creare.
I fratelli Coen: tra epos e comicità
Pensando ad altri film tratti dall’opera omerica torna subito alla mente- escludendo volutamente 2001: Odissea nello spazio di Kubrick– Ulisse, kolossal del 1954 diretto da Mario Camerini, con protagonista Kirk Douglas: si tratta ovviamente di pellicole con fini totalmente diversi, così come lo è la loro realizzazione.
Ciò che però colpisce nel film dei Coen è quanto, nonostante le volute ed innumerevoli differenze rispetto al testo, dai luoghi geografici all’epoca di svolgimento, alla fine rimanga nello spettatore la sensazione di aver assistito davvero ad una rappresentazione filmica dell’Odissea, complice forse il finale surreale tra le acque.
I fratelli Coen fanno di questo film un vero e proprio manifesto della loro poetica: pur superando i confini del reale, caratterizzandosi sempre per surrealismo e comicità, c’è sempre qualcosa che rimanda al vero, o meglio al detto, al narrato, al raccontato.
Il cinema dei fratelli Coen è una perfetta commistione di magia e verità (letteraria o storica che sia).
In Fratello, dove sei? le inquadrature, la fotografia e l’uso della luce sono tutti elementi ben curati che contribuiscono a creare una forte atmosfera visiva capace di rapire lo spettatore e coinvolgerlo in questo viaggio a metà tra l’epica e il grottesco.
Analisi
Tra le note più positive vi è senza dubbio il cast: composto da attori di talento come George Clooney, John Turturro e Tim Blake Nelson, protagonisti diversi nei ruoli e nel tipo di recitazione, ed ancora John Goodman, cattivo perfetto che impersona un metaforico Polifemo.
Se John Turturro collaborando con i Coen aveva già dato vita ad uno dei personaggi più influenti nel cinema del XXI secolo in proporzione alla brevità dell’apparizione- si sta ovviamente parlando di Jesus Quintana in Il grande Lebowski- a sorprendere è qui la bravura di George Clooney, in vesti decisamente nuove rispetto al passato, dotato di un’energia in grado di conquistare chi guarda, proprio come un moderno Ulisse.
La trama, non lineare, non annoia mai ma anzi diventa la scintilla in grado di far creare collegamenti con il testo originale, pur non avendo mai uno svolgimento certo: c’è quindi una scoperta e sorpresa continua.
L’unica pecca potrebbe forse essere l’eccessiva stereotipicità dei personaggi, che in fondo sono statici, ma questo è un rimando al testo greco e quindi una trovata geniale dei fratelli Coen.
Sempre riguardo ai personaggi è importante sottolineare come siano caratterizzati in maniera eccessivamente caricaturale, spesso rifacendosi a cliché del Sud degli Stati Uniti: questa scelta stilistica può essere vista come una forma di omaggio al cinema classico.
Fratello, dove sei?- conclusioni
Fratello, dove sei? non è assolutamente un film per tutti, nonostante faccia ridere si tratta sempre di umorismo nero, che oggi più che nel 2000 potrebbe disturbare non poco una fetta di pubblico, inoltre se si cerca una pellicola che analizza psicologicamente i personaggi, ne delinea un cambiamento, un’evoluzione o una crescita morale, si potrebbe rimanere delusi.
Come ne L’uomo che non c’era i Coen dimostrano ancora una volta di vedere la vita solo come manifestazione casuale degli eventi, in cui l’uomo ha sì una parte da protagonista ma in fondo non può far altro che soccombere al destino.
Se non si ha già in sé assimilato questo concetto il film non può piacere, ed anzi la trama complessa e alcune enormi differenze rispetto al testo omerico saranno solo motivo di noia o peggio ancora rabbia.
Se si ama il surrealismo e la magia dei Coen invece è fortemente consigliata la visione, così come se si ha un debole per John Turturro o per George Clooney, o ancora per la musica folk e country, oltre che gospel.
In conclusione Fratello, dove sei? è il film perfetto per chi ama viaggiare attraverso lo schermo, senza dogmatizzare ciò che di bello l’uomo ha prodotto nei secoli: in fondo è un film per liberi che parla di libertà.